L’azzurro del cielo si fa strada sopra le torri nella piazza invasa dai banchi del mercato, oggi come nel Medioevo. San Gimignano risplende di bellezza e tranquillità nelle prime ore di una mattina primaverile. Lo sguardo si perde verso l’orizzonte, le dolci colline e l’immensità verde della Val d’Elsa, un gatto rosso cammina lungo le mura, i fiori rosa si incagliano tra le pietre.
Tutto è suggestione nel borgo Patrimonio dell’Unesco. Il mercato del giovedì non è ancora
stato invaso da clienti, così come la piazza della Cisterna non vede per il momento le folle di turisti. Basterà poco e San Gimignano tornerà ad essere un centro vivace e brulicante, con un vociare di ogni lingua e lo scattare di foto e selfie.
Per chi cerca angoli meno frequentati e conosciuti, San Gimignano non delude. Come la nuova passeggiata proprio sulle mura, un percorso che unisce panorami mozzafiato, resti medievali e panchine rilassanti dedicate ognuna ad una poetessa (e un poeta, Folgore) locali o che hanno avuto a che fare con il borgo, con composizioni a esso dedicate. Una confortante passeggiata contemplativa che fa evitare l’ingresso dalla Porta di San Giovanni e l’affollata via di San Giovanni, e arriva alla chiesa di San Lorenzo in Ponte, anche questa uno scorcio diverso di San Gimignano.
E’ una piccola chiesetta romanica, tra le più antiche del borgo, chiamata così perché si trovava nei pressi del ponte levatoio che collegava piazza della Cisterna con il castello dei vescovi di Volterra, e costudisce prestigiosi tesori: nella parete sinistra rispetto all’altare un affresco con il Purgatorio, un soggetto raro da trovare rappresentato, mentre nel porticato, con una tettoia costruita per volere dei pellegrini per riparare dalle intemperie le opere, si trova una Madonna con il bambino in gloria attribuita a Simone Martini nei suoi anni giovanili e un ciclo quattrocentesco dedicato a San Lorenzo.
Dalla chiesa si arriva alla piazza della Cisterna, bellissima, triangolare, dominata
dalle torri caratteristiche di San Gimignano, ormai inconfondibile skyline.
Si dice che nel Trecento, all’apice dell’espansione e del periodo d’oro del borgo, le torri fossero ben 72, ognuna delle quali era il simbolo della potenza e ricchezza di una famiglia: tappa inevitabile per i pellegrini sulla via Francigena, sulla strada tra Siena e Pisa, San Gimignano era fiorente per i commerci della lana e dello zafferano, del vino vernaccia e dell’olio, tutti prodotti attualmente dop e molto ricercati.
Con la peste trecentesca cominciò il lungo declino, molte torri crollarono, vennero sostituite da palazzi: oggi ne rimangono 14, alcune deputate alle istituzioni, altre inglobate in strutture ricettive, altre inaccessibili.
Il Medioevo si respira ancora nel centro storico, preservato e magico come nella piazza della Cisterna, che deve il nome alla cisterna del 1287, destinata da sempre a luogo di mercato e di feste e tornei, attorniata da torri e palazzi.
Meta rifocillante in piazza è la gelateria Dondoli: nonostante la lunghissima fila di avventori, il gelato, riconosciuto come uno dei più buoni al mondo, merita l’attesa. I gusti originali, spesso con prodotti a chilometro zero ed esaltando le specialità tipiche (da assaggiare quello con spumante di vernaccia e pompelmo rosa, la crema allo zafferano e pinoli, quello con more e lavanda o lampone e rosmarino) sono stati creati dal mastro gelatiere Sergio Dondoli e dal figlio Stefano
con ingredienti top, molti dei quali provenienti dalla fattoria biodinamica di famiglia nei dintorni. Inoltre, poco lontano da piazza Cisterna, c’è il laboratorio dove si svolgono corsi intensivi per professionisti ma anche lezioni ad hoc per adulti e bambini per imparare a fare
il gelato. (www.gelateriadondoli.com/).
Dopo aver gustato queste bontà locali, la scoperta di San Gimignano continua girando l’angolo e approdando nella piazza del Duomo, con gli edifici più importanti, con le torri Rognosa, Grossa, Salvucci e Chigi.
E’ dominata dalla facciata duecentesca e dall’imponente scalinata della Collegiata di Santa Maria Assunta: all’interno sono conservati numerosi affreschi, tra cui il Martirio di San Sebastiano dipinto da Benozzo Gozzoli sulla controfacciata. La cappella dedicata alla Santa patrona, Fina, è rinascimentale e vede opere di Domenico Ghirlandaio.
Sempre in piazza Duomo si trova la Torre Grossa che fu l’ultima, nel 1311, a venir innalzata a San Gimignano, oltre ad essere la più grande. Proprio accanto c’è il nuovo palazzo del Podestà, o
meglio il palazzo comunale, con all’interno la sala dedicata a Dante, che soggiornò nel borgo nel 1300 come ambasciatore della Repubblica Fiorentina, decorata da una Maestà di Lippo Memmi ispirata a quella dipinta dal cognato Simone Martini nel Palazzo Pubblico di Siena, la Camera del Podestà con affreschi che raffigurano scene di vita quotidiana nel Trecento e dipinti da Memmo di Filippuccio, padre di Lippo e suocero del Martini, e una Pinacoteca ricca di opere prestigiose, compresa una pala d’altare del Pinturicchio.
Per vedere da dentro un’altra torre di San Gimignano si può visitare la casa Campitelli, un palazzo settecentesco donato al Fai dall’ultima discendente della famiglia. L’atmosfera sembra ferma a fine Ottocento, con l’arredo dell’epoca, con tanto di un esemplare di prima macchina da scrivere,
ma ci sono anche contenuti multimediali e un salone panoramico dove spesso si svolgono eventi e degustazioni, mentre si può osservare da sotto l’interno, rimasto intatto, della torre alta 28 metri. (https://fondoambiente.it/luoghi/torre-e-casa-campatelli).
Un altro metodo per scoprire San Gimignano in tutti i suoi aspetti è quello legato ai prodotti tipici: lo zafferano, molto concentrato, famoso in tutto il mondo già in epoca antica e tuttora raccolto a mano, la vernaccia, vino già apprezzato nel Medioevo e amatissimo dai Medici che ne importavano in grande quantità a Firenze, e l’olio.
Per quest’ultimo il Frantoio di San Gimignano, appena prima della salita del borgo, offre un tour interattivo, degustazioni e negozio: qui si produce l’olio extra vergine d’oliva come una volta, solo con olive locali, e con macchinari tecnologici moderni. Un mix tra tradizione e innovazione che dona un risultato unico, declinato in tre diversi oli e in specialità inconsuete e gustose, come i cioccolatini e due liquori. (www.frantoiodisangiminiano.it).
Un’ennesima tappa golosa di San Gimignano è la pasticceria Criollo: anche qui un mix di moderno e tradizionale nelle torte dei due fratelli, calabresi trapiantati in Toscana, che hanno fatto del loro cavallo di battaglia la torta alla crema di Santa Fina, che sarebbe allo zafferano e pinoli. Da assaggiare per avere il ricco passato e lo splendore di San Gimignano nel piatto.
Dove dormire: Hotel la Cisterna, sulla piazza omonima, dentro una torre, accoglieva i pellegrini già nel Medioevo, oggi dispone di camere spaziose e moderne con vista e confort, ristorante con piatti tipici, colazione con pietanze fatte in casa, wi fi. www.hotelcisterna.it
Info: www.visittuscany.com
www.comune.sangimignano.si.it
Foto di Sonia Anselmo, Terre di Siena
In collaborazione con Toscana Promozione Turistica
Si ringrazia Terre di Siena e Toscana Promozione Turistica per la concessione di tre foto a corredo dell’articolo
Articoli correlati:
https://www.latitudinex.com/italia/sarteano-il-borgo-toscano-tra-etruschi-medioevo-e-terme.html
https://www.latitudinex.com/italia/montepulciano-arte-e-vino-tra-le-colline-senesi.html
https://www.latitudinex.com/italia/chianti-e-siena-weekend-tra-natura-e-storia.html