Un fine settimana in Chianti è un viaggio seducente tra Natura e Storia. Si respira l’eleganza
delle colline ordinate dalle vigne e gli spenneĺlati cipressi mentre continuiamo a meravigliarci i nostri avi.
Il sabato pomeriggio si apre con un pranzo toscano doc al Bar dell’Orso a Monteriggioni, una vera istituzione nel Chianti, riconoscimento ottenuto piatto su piatto e strepitose merende.
Da qui Siena è a una manciata di chilometri, un po’ di trekking urbano ci vuole. Il centro storico della città si impone con i suoi salì e scendi, la sua storia e la sua unicità.
La Basilica di San Domenico con la sua posizione dirimpettaia al centro e la facciata scarna a mattoni ci offre un’ importante traccia da seguire per conoscere Siena: Santa Caterina. Qui la mistica vi compi alcuni miracoli, nella Cappella delle Volte si trova quello che viene considerato il ritratto della Santa, in quanto fu mentre Caterina era in vita. Le bandiere delle contrade lungo le pareti attenuano il rigore dell’interno.
Percorrendo Via Camporegio ci si immerge nella città. Davanti alla Basilica si stende lo skyline della Città, in alto il Duomo, la Torre del Mangia più in basso, un paesaggio urbano che sembra un antico dipinto.
Prima sosta al Santuario di Santa Caterina, che nel 1939 fu dichiarata, insieme a San Francesco d’Assisi, patrona d’Italia. L’accesso avviene attraverso il Portico dei Comuni, cosi denominato in quanto per la sua costruzione ogni Comune italiano contribuì con l’acquisto di un mattone. Nel 1970 Caterina è stata nominata Dottore della Chiesa, sono solo quattro le Sante insignite di questo titolo, dal 1999 si annovera tra Patroni d’Europa.
Il legame di Siena con la Santa è forte, ancora più sentito è nella sua Contrada dell’ Oca dove nacque. Infatti si dice che questa sia la Contrada che in assoluto ha vinto più palii proprio per la Santa.
Secondo altri, invece, la buona fortuna, più laicamente, è dovuta al fatto che i colori della contrada sono gli stessi del tricolore italiano.
Scendendo lungo la strada che costeggia il Santuario si raggiunge Fontebranda, luogo sacro ai senesi e nel Chianti. In un territorio contraddistinto da aridità, la Fontebranda grazie alla
realizzazione di cunicoli sotterranei ha garantito acqua a buona parte della città per secoli.
Oggi in Fontebranda un significativo incontro, ci sono i giovani alfieri che si esercitano a prendere confidenza con le bandiere, un tamburino che insegna a un bambino poco più grande del tamburo i primi rudimenti.
Anche questo è il Palio, che non è solo la frenetica corsa che avvolge Piazza del Campo, è parte integrante e fondante della vita cittadina. La conquista del Drappellone è l’obiettivo ma il suo valore è in tutta la vita di contrada che scorre tra le vie medievali.
Lungo la Via del Costone, che da Fontebranda ci riporta al centro, è possibile osservare un tratto della cinta muraria. Proprio percorrendo la salita, Caterina, ancora bambina, ebbe la prima visione di Cristo.
La piazzetta della Selva racchiude in poco spazio alcuni elementi simbolo della vita di ogni Contrada: la Chiesa, la fontana e la sede. L’Oratorio di San Sebastiano, dove viene benedetto il cavallo prima della corsa, la fontana per il rituale del battesimo contradaiolo e la sede motore organizzativo.
In fine raggiungiamo l’acropoli di Siena: il Duomo e il complesso museale di Santa Maria della Scala. Sul lato destro del Duomo si osserva una costruzione incompiuta, il Facciatone, che la cui vicenda è più che mai attuale. Un ambizioso progetto di ampliamento del Duomo, che avviato nel 1317 e definitivamente abbandonato nel 1348. La peste aveva falcidiato la popolazione e causato un profonda crisi economica, inoltre si palesarono rischi strutturali.
La visita si conclude a Piazza del Campo, semplicemente superba. La sua insolita forma a conchiglia, il Palazzo Pubblico, la Torre del Mangia, un insieme architettonico offre tante chiavi di lettura, che possiamo ignorare per godersi la sua bellezza.
Domenica è il giorno della gita fuori porta nel Chianti. La mitica FIAT 500, con suo lento andare, ben si sintonizza con lo spirito dell’esperienza chiantigiana, oppure solo nostalgia di gioventù?
Che importa, approfitto di una delle esperienze proposti da mytour e mi fiondo lentamente
tra le colline del Chianti in zona Castellina. La giornata gode di un dolce sole autunnale,
quindi è di rigore aprire la cappotta. Sembra pure ridondante e banale, magnifico: celeste cielo sopra e intorno scorre il paesaggio, le viti dai colori rossastri si confondono con la terra e boschi.
Punti panoramici per soste paesaggistiche abbondano nel Chianti, come nei pressi del Castello di Fonterutoli, sede della storica cantina.
Eccomi a Castellina in Chianti, borgo medievale contesa tra Siena e Firenze, così come ci ricordano le sculture di Alberto Inglesi e l’aspetto militare della Rocca, che oggi accoglie il Museo Archeologico del Chianti, dove sono raccolti i reperti etruschi provenienti dal circondario. Camminare nelle vie è piacevole e necessario, perché la Nonna 500 offre un confort di viaggio spartano per le nostre attuali abitudini.
Un passaggio obbligato è la Via delle Volte, ovvero quello che rimane del camminamento seminterrato che faceva parte delle fortificazioni quattrocentesche. Lungo le mura si aprono finestre sul panorama circostante. L’irrompere della luce tra le mura, gli squarci di colline creano un effetto optical.
È il tempo di ripartire, destinazione Azienda Agricola Poggio Amorelli della Famiglia Mazzarrini.
Varcato il cancello di ingresso, la roboante cinquina conquista con onore l’ultima salita, ci vuole un meritato rilassante riposo. L’azienda si posiziona tra un sipario di colline che lascia intravedere la vicina Radda, altro borgo medievale. La visita inizia con deliziosa cantina dove tra tini in acciaio, botti e barrique si combinano le enologiche alchimie.
Il pranzo degustazione a base di prodotti tipici locali, ottimamente preparati, si arricchisce dei vini prodotti dalla Famiglia Mazzarrini, che oltre alla proprietà chiantigiana ha altre due aziende in Maremma e pertanto la gamma dei vini è ampia, dalle bollicine di Poggio Barbone, ai rubini Chianti Classico DOCG e la Riserva fino a includere anche aceto balsamico e grappa.
È quasi difficile decidere di ripartire, ma la prossima metà è da manuale.
Cosa ti aspetti dal Chianti? Un lungo viale di cipressi, un Casale in pietra e tutto intorno colline disegnate da onde di vigne e boschi, non è solo un immaginario collettivo, esiste, ad esempio il Casale dello Sparviero è esattamente questo.
La piscina a sfioro è seducente tanto da essere una tentazione, se pur un po’ fuori stagione. Il Casale, un’antica torre fortificata poi convento, è circondato da vasto giardino, un terrazzo verde a 360 gradi.
Nella Tenuta di Casale dello Sparviero, di proprietà della Famiglia Andrighetti dagli Anni 70, la viticoltura è pratica antica, così come ci testimoniano alcuni documenti.
Per chiudere in bellezza l’esperienza girovaga del Chianti niente di meglio che provare il vino dello Sparviero, giusto un piccolo assaggio, ancora qualche chilometro mi separa dal rientrare al punto di partenza di mytour, ci tengo a riconsegnare integra la Fiat 500 blu mia compagna di viaggio.
Prenotazione tour e visite guidate:
https://italy.mytour.eu/it/
Foto di Maria Luisa Bruschetini
In collaborazione con mytour.eu
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