Il lago luccica d’azzurro mentre una nuvola sembra buttarsi nell’acqua tra le rive tinte dalla vegetazione. La vista dal castello di Bracciano e dalla torretta di vedetta è di quelle
mozzafiato su un panorama idilliaco.
Le antiche pietre sono lì da secoli, la prima costruzione della rocca avvenne nel Duecento
e poi subì diverse trasformazioni, fino al Quattrocento, e hanno visto la Storia, famiglie nobili, condottieri, regine, Papi e artisti.
Il castello di Bracciano è una vera e propria cittadella, da un lato sospeso a picco sul lago, utile come punto di osservazione, e dall’altro il borgo costruito intorno nel Medioevo, dove al tramonto le mura si tingono di arancione.
Nella Tuscia romana, a una quarantina di chilometri a nord di Roma, Bracciano è sempre stato di importanza strategica perché sorge su un’altura dei Monti Sabatini sul lago, ex cratere vulcanico, che sin dal IX secolo venne fortificata, come molte altre nella zona, per essere messa al sicuro dai Saraceni che facevano incursioni nel territorio.
Infatti si trova non distante dal mare, a una mezz’ora d’auto dalla costa laziale. In territorio etrusco, oggi Bracciano è un borgo vivace, con tanti negozi di shopping curioso, ristoranti di cucina tipica di lago e il duomo di Santo Stefano, dove il cuore rimane il castello Orsini Odescalchi, dal nome delle famiglie proprietarie.
Imponente, a forma di pentagono, con cinque torri, il castello di Bracciano è un insieme
di camminamenti, cortili spaziosi, sale riccamente decorate dove il nucleo medievale è rimasto intatto e arricchito dalle migliorie rinascimentali. E’ aperto al pubblico ogni giorno dell’anno, tranne a Natale.
Usato anche per eventi, come set cinematografico e persino per matrimoni (ancora si ricorda quello di Eros Ramazzotti e Michelle Hunzinker con il concerto privato di Tina Turner), il castello di Bracciano sin dall’entrata ad arco racconta una lunga storia di famiglie potenti, intrecci politici e opere d’arte.
Quello che si vede oggi è stato voluto da Napoleone Orsini nel 1470, creato intorno alla vecchia rocca dei Prefetti di Vico, a quanto pare con l’aiuto delle maestranze e degli architetti
al lavoro negli stessi anni alla Cappella Sistina. Fu però il figlio Gentil Virginio Orsini, signore laziale, sostenitore papale e uomo d’arme e di politica, a portare a termine i lavori nel 1485.
All’entrata, appena passata l’armeria, la statua di un’orsa, simbolo di famiglia, accoglie i visitatori del castello di Bracciano. Gli Orsini, tra i nuclei familiari più antichi d’Italia, a fine Quattrocento erano potentissimi, e le sale del palazzo ospitarono molti personaggi illustri, come papa Sisto IV, in fuga dalla peste a Roma, e come il vescovo di Mantova, Luigi Gonzaga, figlio del marchese.
Il maniero, proprio per la posizione strategica, fu spesso al centro di contese tra le casate nobiliari e i Papi: Alessandro VI Borgia, ad esempio, lo confiscò durante una serie di azioni militari nella Tuscia. Ritornato proprietà Orsini, la residenza subì ulteriori trasformazioni nel Cinquecento, anche grazie al matrimonio tra Isabella de’ Medici e Paolo Giordano Orsini, che portò a lavorare nel castello architetti e artisti allievi di Michelangelo, come i fratelli Zuccari. A loro dobbiamo alcuni degli affreschi più belli del castello di Bracciano, come la stanza con l’oroscopo dei due sposi e gli emblemi delle due casate, Medici e Orsini.
Nel 1696 la famiglia Odescalchi subentra agli Orsini nel Ducato di Bracciano e il castello si arricchisce di prestigio grazie alla nomina di un loro esponente, Benedetto, a papa, Innocenzo XI.
Gli Odescalchi, nonostante le varie vicissitudini nei secoli, come il saccheggio degli arredi durante l’occupazione francese e il recupero architettonico ottocentesco, sono tuttora i proprietari e dal 1952 hanno aperto le porte del maniero ai visitatori.
Il primo impatto al castello di Bracciano, una volta superata la grande scalinata che porta al piano sopraelevato, è con la vasta corte d’onore a forma triangolare, dove si trovano il loggiato, le cucine e l’accesso per i camminamenti, un tempo di guardia e sicurezza, oggi splendide terrazze
panoramiche sul lago.
Anche gli interni del palazzo rivelano preziosi decori e arredi, come la collezione di reperti etruschi e romani, quella di armature nella sala dipinta da Antoniazzo Romano e raffigurante la cavalcata di Gentil Virginio Orsini e l’incontro tra lui e Piero de Medici, e quella di bauli femminili cinquecenteschi nella grande sala dedicata a una delle donne più importanti vissute a Bracciano, la colta Felice della Rovere, figlia illegittima del cardinale Giuliano (poi papa Giulio II) e moglie di Gian Giordano Orsini.
Nel castello, poi, letti a baldacchino, fregi che rappresentano i tarocchi del Rinascimento, soffitti dedicati agli dei classici e a Ercole, ritratti di personaggi ospitati tra queste mura, come la regina Cristina di Svezia, la sala dedicata al ricevimento dei diplomatici.
Tra gli affreschi più interessanti di Bracciano ci sono quelli della sala delle donne, un ciclo raffigurante i passatempi e le attività femminili, e quelli delle tre stanze con la storia di Amore e Psiche e lo zodiaco, dipinti dai fratelli Zuccaro come dono di nozze tra Isabella e Paolo.
Un matrimonio sfortunato secondo la leggenda: Paolo, un tipo dal temperamento violento, avrebbe
strangolato a morte la giovane moglie, colpevole di averlo tradito con il cugino. Non solo,
si dice anche che Isabella ricevesse numerosi amanti in una sala del castello, per poi spingerli in una botola che portava ad un pozzo e da qui in una vasca di calce viva. Infine, Isabella girerebbe ancora per il castello di Bracciano come un fantasma.
Tutte malelingue, secondo le prove storiche emerse sui due sposi. Invece, a quanto pare, i due si scambiavano molte lettere affettuose e lei sarebbe morta a causa di un’infezione urinaria.
Comunque sia, la sua storia aggiunge un po’ di pepe alla visita al castello, che termina con i giardini pensili: un tempo ricchi di fontane, oggi sono un’oasi di pace e una terrazza privilegiata per ammirare il lago di Bracciano.
Info:
www.dimorestoriche.it
www.visitlazio.com
www.italia.it
Foto di Sonia Anselmo
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