Giardini Majorelle, oasi botanica a Marrakech

Le alte mura ocra abbracciano l’oasi verde, come a proteggerla da occhi indiscreti. Dentro il blu cobalto delle costruzioni e dei decori è accecante nel sole di Marrakech. I giardini Majorelle sono un angolo segreto, un paradiso di tranquillità nella vivacità della città marocchina.

Gli alti e slanciati cactus sembrano sfidare il cielo con le loro spine, quelli più larghi
ornano le aiuole, le bouganville con i fiori viola e persino bianchi si arrampicano
sulle pareti, le ninfee rallegrano le fontane e la grande vasca dove vivono le tartarughe.
I sentieri sono ben delimitati, tra sassi, vasi e piastrelle blu e verdi, mentre i rami degli alberi e le palme assicurano un po’ di fresco anche nelle giornate più afose.

Il tutto in armonia di colori, forme e geometrie dove trionfa il blu, tra il turchese e il cobalto, forte, acceso, in armonia con il verde delle palme e il giallo intenso dei decori. I giardini Majorelle riempiono gli occhi di meraviglia.

Furono creati da Jacques Majorelle, un pittore francese che si stabilì a Marrakech nel 1919. Ma
per tutti sono i giardini di Yves Saint Laurent, il buon ritiro dello stilista, che amò talmente
questo posto da voler che le sue ceneri fossero disperse nel roseto del giardino, alla sua morte nel 2008.

Pochi anni dopo la strada che costeggia i giardini Majorelle venne intitolata allo stilista, mentre all’interno dello spazio botanico venne creato un piccolo museo dedicato all’arte berbera e un memoriale in ricordo di Saint Laurent.

Lo stilista scoprì i giardini Majorelle nel 1966 durante la sua prima visita a Marrakech con il socio d’affari Pierre Bergé: se ne innamorarono all’istante, anche se in quel periodo erano abbandonati dopo la morte di Majorelle.

Il pittore, appassionato di botanica, volle creare un giardino ispirato a quelli tradizionali marocchini in un palmeto che aveva comprato nel nord ovest della Medina, nel centro di Marrakech. Nel 1931 si fece costruire una villa in stile moresco, al primo piano ci abitò, mentre al piano terreno aveva lo studio dove ideò il blu Majorelle, una sorta di cobalto acceso, con cui dipingere tutte le strutture all’interno dei giardini, che furono aperti al pubblico nel 1947.

Al tempo c’erano piante esotiche e rare, fontane, laghetti, sentieri e un lungo bacino centrale. Purtroppo per problemi di salute, Majorelle tornò a Parigi e lì morì, lasciando abbandonato il suo giardino in Marocco.

Quando, nel 1980, Saint Laurent e il suo socio vennero a sapere che la proprietà sarebbe stata trasformata in un complesso alberghiero, decisero di acquistarla immediatamente e cominciarono a riportarla all’antico splendore.

Saint Laurent e Bergé vollero mantenere l’originalità dal giardino, lo espansero, fecero
installare sistemi di irrigazione moderni, aumentarono le specie di piante, dando rifugio a molti tipi di uccelli e creando uno staff di venti giardinieri, oltre a trasformare la casa di Majorelle in Villa Oasis.

Da allora una vasta collezione di cactus, palme, piante acquatiche, un boschetto di bambù, piante tropicali, giganteschi ficus, vasi in ceramica gialli e blu, sentieri, aiuole, pergolati,
al centro una grande vasca, piccoli angoli suggestivi e terrazzi panoramici, accolgono i visitatori che restano incantati dalla bellezza e dell’unicità dei giardini Majorelle.

Info
www.jardinmajorelle.com
www.visitmorocco.com/it

Foto Sonia Anselmo

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