Valle d’Aosta, terra di castelli

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Sull’opposta sponda orografica della Dora (quella destra) a Champocher c’è l’omonimo castello, anch’esso visitabile solo esternamente. Proseguendo verso ovest, cioè verso Aosta, dopo aver incontrato moltissime costruzioni, fuori da fondo valle troviamo ad Oyace La Tornalla ed ancora più a nord in prossimità del Gran San Bernardo, quindi quasi al confine con la Svizzera a 1600 metri d’altitudine, appare il castello di Bosses (aperto e visitabile).
Dal punto di vista turistico i castelli sono di due tipi: visitabili e quindi con tutto il loro corredo di arredamento, non visitabili (solo esternamente)  perché magari solo pochi ruderi, o castelli di prossima apertura ovvero strutture in restauro che avranno destinazione museale. Nella maggior parte dei casi le strutture sono lungo le strade e quindi facilmente raggiungibili con la propria auto, pochi altri (e visitabili solo esternamente) richiedono brevi passeggiate per raggiungerli. Valgono tuttavia la pena.
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Architettonicamente invece le costruzioni sono assai diverse, da quelle di origine medievale a quelli novecenteschi, da quelli difensivi spartani ed essenziali a quelli residenziali riccamente addobbati ed abbelliti. Differenti sono sui due versanti il Forte di Bard nell’estremo ovest della regione, il primo che s’incontra venendo dal Piemonte e Lombardia ed il Castello di Sarre, residenza di caccia dei Savoia. Il primo ottocentesco ha  una solida struttura militare composta da più edifici a “salire” sulla collina. Si arriva alla parte più alta del forte con degli ascensori o con un tortuoso percorso in salita. Al suo interno diversi cortili ne denotano la struttura difensiva. Il forte è oggi adibito a sede di numerose mostre.  All’opposto il Castello di Sarre, a breve distanza da Aosta, è una lussuosa residenza di caccia con sale piene di macabri trofei che non denotano certo una sensibilità animalista da parte Sabauda. Sino alla seconda metà del secolo scorso i Savoia hanno usato questa struttura come residenza di vacanze, abbandonando – fortunatamente – la pratica della caccia.
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Due veri gioiellini sono il Castello di Fenis e quello di Issogne, entrambi delle famiglia Challant, una delle più importanti della valle tra il Medioevo ed il Rinascimento. Castelli residenziali abbelliti da affreschi, preziosi arredi e grandi reperti storici. Il primo di questi è affascinante sin dal  primo sguardo mentre il secondo è meno bello esternamente e come posizione ma conserva dei bellissimi interni ed una fantastica quanto simbolica fontana del Melograno. Fiabesco è invece il novecentesco castello di Gressoney residenza estiva di Margherita di Savoia, moglie di Umberto I, contraddistinto  da cinque torri dal tetto conico. Lo stato di conservazione di queste strutture è eccellente. Appena acquistati dalla Regione (tra metà anni 70 e fine ’80) sono stati sottoposti  a massicci lavori di ristrutturazione ed ancora oggi sovente devono ricorrere a “piccoli” ritocchi che ne garantiscono il buon grado conservazione. 
Gli interni dei castelli visitabili dove non sono utilizzati per mostre di vario tipo, sono accessibili per la modica cifra di 5 euro l’uno ed includono la visita guidata (unica soluzione, non è infatti possibile visitarli in autonomia). Comodamente raggiungibile la Valle D’Aosta offre dunque anche l’opportunità di tuffarsi nella storia come nell’incomparabile bellezza del suo paesaggio alpino.  I castelli sono aperti tutto l’anno ed anche un semplice week end permette di visitare almeno i 4/5 principali. Sul fondo valle non mancano le strutture alberghiere, tradizionali o gli agriturismo sempre legati al territorio. Da segnalare le prelibatezze culinarie della valle: una cucina semplice  ma saporita e calorica, con la fontina come cibo di riferimento. Una buona occasione.
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Info: www.lovevda.it

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