Siena e le sue Terre d’inverno

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Rimanendo in piazza o nel Campo, dentro il Palazzo Pubblico nelle sale del Magazzino del Sale, per chi ama i connubi arditi le degustazioni saranno condite da musica e arte, degustazioni dei vini prodotti dalle aziende vinicole della provincia di Siena, la più blasonata italiana per DOC e DOCG vinicole, sullo sfondo della mostra della pittrice Rosalba Parrini e sulle note jazz degli allievi di Siena di Jazz. Per le più pasticcione e pasticcioni sono previsti officine del buongusto agroalimentari per scoprire i segreti del pane, pasta salumi e formaggi. Intorno a Piazza del Campo c’è la Città con i suoi monumenti e i suoi gioielli. Il Duomo domina il profilo urbano, la cattedrale romanico gotica raffinato forziere per preziosi tesori come pulpito, la libreria Piccolomini o il pavimento visibile solo per brevi periodi all’anno. Da qualche mese è stato aperto al pubblico il percorso “La porta del cielo”, che permette di provare  prospettive di bellezza vertiginosa all’interno della Cattedrale. Scesa la breve scalinata del Duomo ci si trova di fronte a Santa Maria della Scala, si può liquidare questo “monumento” come un vasto complesso museale recuperato dal restauro del millenario ospedale, sorto sulla Via Francigena con una doppia finalità per accogliere  i pellegrini e offrire sostegno ai poveri e bambini abbandonati. Queste parole valgono quanto le coordinate del navigatore, celano la sua attrattiva. L’efficacia della sua organizzazione conquistò una fama consolidata nei secoli, tanto che Francesco Sforza a circa quattro secoli dalla fondazione dello “Spedale” inviò alcuni sui emissari per carpirne i segreti della gestione. I lasciti e donazioni nel corso dei secoli arricchirono Santa Maria della Scala a tal punto da poter commissionare opere d’arte a pittori del calibro di  Simone Martini. Ospedale attivo fino agli ’90 del secolo scorso e solo nel 1995 è stato inaugurato il primo percorso museale. Un polo generatore di valori sociali e culturali forti che non può essere scisso dall’unicità della storia di Siena. Invece per rimanere in Piazza del Campo, altro monumento che rende inconfondibile la sagoma della Città è la Torre del Mangia e quindi il  Palazzo Pubblico, due sole opere basterebbero a rendere obbligatoria la visita al Palazzo Pubblico: Guido Riccio da Fogliano di Simone Martini e L’allegoria del Buon e Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti.
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E fuori dalle mura? Siena, benché si trovi distenda su di un crinale, la si può immaginare come un lago e le valli che la circondano come affluenti,  che a volte si intersecano tra di loro, ogni valle apporta alla Città il sapore del suo territorio, sfumature di terre di Siena. Percorrendo le strade di fondo valle, salendo e curvando per le colline può capitare di trovarsi a un incrocio leggere indicazioni per Siena in direzioni diverse, niente panico, tutte portano in Città. Prendiamo un direzione qualsiasi per intrufolarsi senza destinazione logica, come navigatore il caso o la distrazione. Il Chianti tra Siena e Firenze sorretto dai Monti omonimi che lo dividono dal Val d’Arno è stato raccontato e fotografato molte volte, fin troppo e spesso superficialmente, proprio come la sua immagine da cartolina, però il suo fascino di terra armoniosa si insinua nei ricordi. La luce invernale crea paesaggi che si susseguono come l’aprirsi e chiudersi di sipari. Il Chianti si presenta così tra nebbie che vaporizzano i raggi del sole o che nascondono una collinetta per poi buttarla negli occhi con un colpo di vento. Il paesaggio cambia sfuggevole per rimanere in un’atmosfera indefinibile. Casolari e una manciata di edifici posti su una collina da dove lo sguardo rimbalza su squarci di vigne e oliveti e profili di piccoli centri urbani. Quei borghi-castello che oggi appaiono centri di calma imperitura hanno una storia di battaglie e cavalieri, furono costruiti e fortificati per essere inespugnabili.  Oggi si può ascoltare silenzio intensi, trame leggere di “qui una volta..”. E quando si dice il cuore delle colline toscane, frase talmente abusata da far ridere, poi sali tra cipressi, olivi e vigne non ridi più, ma  riempi gli occhi e la memoria, così è arrivare a Volpaia (Radda in Chianti).
Borgo fortificato fondato intorno al IX secolo proprio per la sua posizione strategica, che tradotta in termini odierni vuol dire panorami e paesaggi inconfondibili. Oggi Volpaia è nota oltre per la sua bellezza per la sua produzione di vino Chianti. Prenotando è possibile visitare le secolari cantine e scoprire una particolare produzione dell’azienda agricola Volpaia l’aceto nelle sue varianti bianco, rosso e le 5 varianti aromatizzate. 
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Per chi ama lo shopping ecosostenibile, le belle storie e l’alta qualità c’è una meta pregiata a Radda In Chianti, in località Penisola,  c’è Nora Kravis che arrivò qui da New York nel 1972 e le sue capre da Cashmere. Nel suo negozio è possibile acquistare prodotti per il corpo fatti con il latte e in particolare i capi caldi realizzati con la lana delle capre, tessitura artigianale e anche imparare a tessere o fare la maglia. Uno shopping natalizio raffinato e pregevole. Inoltre è possibile soggiornare presso l’agriturismo gestito dalla Nora.
Proseguendo per Gaiole si può scegliere di passare per San Donato in Perano, villa castello, per raggiungere Vertine con la sua pietra nitida. Vertine si presenta come borgo castello medievale raccolto dentro le sue mura che accoglie i viaggiatori tra torri dritte e stradine, distorcendo il senso del tempo. A pochi chilometri da Gaiole lungo una delle vie che portano a Siena si può raggiungere un luogo che ha il valore di un “santuario” per taluni. Per chi ama il vino, in particolare il Chianti, il Castello di Brolio è un pezzo di storia attuale, dal 1141 i Ricasoli entrarono in possesso del Castello, esportazione del vino verso l’Inghilterra è documentata a partire dalla fine del ‘600. Soprattutto Bettino Ricasoli, “il barone di ferro” del neonato Regno  d’Italia che 1872 fissò la formula, il disciplinare, del Chianti poi detto Classico. Il Vino Chianti è un blend, cioè un insieme di più tipi di vitigni, per tanto le sfumature di gusto sono la sua ricchezza, una miscela di Natura e Umanità. Ogni anno le condizioni climatiche determino le caratteristiche dell’uva  che si intersecano con le capacità ed esperienza di chi lavora in ogni fase dalla potatura della vite all’imbottigliamento. Per chi proprio non riesca a fidarsi della sua bussola interiore per vagabondare in terra chiantigiana, altro luogo in cui si può far viaggiare la fantasia  tra storia e paesaggi è Monteaperti meglio noto come dove “lo strazio e ‘l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso” (Divina Commedia – Inferno di Dante Alighieri). A memoria della battaglia svolta il 4 settembre 1260 c’è una piccola piramide commemorativa. Sperimentare un sapore, apprezzare le sue variazioni è una ricchezza personale, come usare un colore nuovo o apprendere una nuova parola di una lingua straniera, immergersi seguendo il fiuto della curiosità tra le origini di quel sapore è una vicenda umana.
Dove mangiare Per Mercato nel Campo alcuni ristoranti aderiscono alla manifestazione proponendo menù degustazione consultare la pagina https://www.facebook.com/SienaMercatonelCampo

Gaiole in Chianti: Lo Sfizio del Bianchi, Via Bettino Ricasoli, 44, Gaiole in Chianti (Siena) Tel.0577 749501 http://www.losfiziodibianchi.it/ La trattoria in piazza, dal pane al sugo di cinghiale ai dolcetti tutto fatto in famiglia, ormai la direzione è nelle mani di Claudia, nipote del capostipite. Dalla colazione seduti ai tavoli in piazza o finire la serata con Vin Santo e cantucci, senza saltare pranzo e cena. Il menù è quello della tradizione senese toscana
Volpaia Bar-Ucci, piazza della Torre 9, Volpaia – Radda in Chianti (Siena) Tel. 0577 738042 http://www.bar-ucci.it/ nella piazzetta di Volpaia, ci sarà Paola ma in regia Mamma Gina, perché quel che si può gustare passa per le pentole della Gina. Bistrot enoteca con il vizio del buono. Pregevole selezione dei vini locali.
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Foto di Maria Luisa Bruschetini e Fabio Di Pietro

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