Dal Lago Trasimeno al Monte Amiata

Per chi visita il lago Trasimeno l’appuntamento imprescindibile è l’assaggio della Torta al Testo dalla “Signora Maria”, vero luogo cult per tutti gli abitanti della zona e in posizione incantevole sulla strada che da Chiusi porta a Perugia, costeggiando il lago. La cucina è semplicissima e basata su questo piatto che poi è una rustica focaccia casereccia, che si può imbottire a piacere con salumi, formaggi, erbe di campo, frittata. In realtà il bar ristorante dove la si può gustare al meglio si chiama Faliero, ma in zona è noto a tutti come “Maria”. Nessun problema su come trovarlo: basta chiedere la primo passante che si incontra. Proseguendo lungo la strada che porta dall’Umbria alla Toscana, a metà tra il Trasimeno e il lago di Chiusi nella frazione Porto di Castiglion del Lago, ci si può fermare ad assaggiare un’altra specialità assolutamente autoctona e non distribuita fuori dalla zona: la Fagiolina di lago. Si tratta di piccolissimi fagioli molto saporiti che crescono solo nelle terre attorno a questi due piccoli laghi persi fra le colline del Centro Italia.

Giungendo nella città di Chiusi, gemma preziosa al confine tra le due regioni, vale la pena concedersi l’assaggio di due piatti. Uno è il Brustico, filetti di pesce persico reale, sfilettati e cotti sulla brace sopra il canniccio (piccola canna del lago). Grazie a questo metodo di cottura il pesce acquista un originalissimo sapore amaro di grande impatto al palato, pur rimanendo un piatto semplicissimo e leggerissimo in quanto condito solo con olio d’oliva, limone e pepe. Il ristorante migliore è il Bar da Gino a Chiusi Lago (Via Cabina Lago, 42 tel. 0578-21408). Da provare anche il Tegamaccio, una sorta di Caciucco di pesci di lago con anguilla, tinca, pesce persico, luccio o altre varietà di stagione. Il consiglio è di assaggiarlo, sempre lungo le coste del lago di Chiusi, a qualche km di distanza da Gino: al Pesce D’Oro (Loc. Sbarchino, 36 tel. 0578-21403).

Riprendendo il cammino sulla strada per la Val D’Orcia che si snoda tra straordinari paesaggi, fin sulla vetta dell’Amiata, si arriva a Chianciano e qui c’è più di un’occasione a cui abbandonarsi. Intanto per una degustazione di salumi di Cinta Senese e vini rigorosamente Eco-Doc il consiglio è quello di fermarsi alle Cantine della Famiglia Rosati (Via delle Mura, 63 tel. 0578-60125). Si tratta di un’azienda a conduzione familiare che si occupa di vini fin dall’Ottocento. Perdetevi negli oltre 55 ettari dell’azienda agricola Le Fontanelle dove i maiali di Cinta vivono liberi negli uliveti, mangiando cibo naturale e concimando naturalmente la terra. Qui tutto viene gestito in modo casalingo e non automatizzato dai membri della famiglia e i prodotti ottenuti sono un clamoroso esempio di gusto sopraffino e genuino, un successo di sapori nel più totale rispetto dell’ambiente e della cultura locale.

Sempre a Chianciano, ci si può fermare da Sergio Giuliacci all’hotel Tirrenia (Piazza Indipendenza tel. 0578-63958). Sergio è un anziano signore che all’attività principe della sua vita di contadino ha aggiunto un piccolo albergo all’inizio della zona termale di Chianciano, ma la sua vera passione è rimasta la natura e la cultura contadina delle sue origini. Con grande generosità, anche se non soggiornate nel suo albergo, vi procurerà una cassetta di ortaggi e frutta di stagione, coltivata dai suoi fidatissimi e misteriosissimi fornitori Doc, oppure, se siete appassionati di funghi, vi accompagnerà alla caccia dei fantastici esemplari autoctoni… e i porcini diventeranno un pallido ricordo da supermercato. Per gli amanti dell’olio ‘buono’ c’è L’Antico Frantoio Toscano La Macina (Strada Cavine e Valli, 34 tel. 0578-30377).

A Montepulciano poi, a pochi chilometri da Chianciano, si può assaggiare e comprare l’ottimo Rosso o Nobile. Qui una delle migliori cantine nel rapporto qualità-prezzo è la Cantina Gattavecchi (Via di Collazzi, 74 Loc. Santa Maria tel. 0578-757110) oppure la Cantina Contini. Per miele e pecorino basta arrivare nella zona dal 3 al 31 maggio per la festa “I Sapori del Monte Cetona”, rassegna gastronomica itinerante. Una volta arrivati sul monte, nel cuore della Val D’Orcia, a metà strada del nostro itinerario tra i laghi e l’Amiata, si può cogliere l’occasione per visitare Radicofani, un paese straordinario per bellezza e fascino, perduto su una rocca che domina il mare di verde vellutato della valle. Qui è d’obbligo il pellegrinaggio al Ristorante La Grotta (Piazza Sant’Agata, 12 tel. 0578 55866). Si tratta di un luogo piccolo, rustico, in una vera e propria cantina di sasso e con porzioni enormi, da cui il consiglio di iniziare con un ordine parco e poi procedere per gradi, perché tutto è davvero squisito e abbondantissimo. I piatti più importanti sono il cinghiale in umido e la zuppa di funghi con porcini, chiodini e sanguinelli, da accompagnare degnamente con un rosso della Cantina di Col D’Orcia. 

Sempre nella Val D’Orcia, lungo la Traversa dell’Amiata, in Località Pianporcino, si trova l’omonima fattoria con degustazione e acquisto di ricotta di pecora fresca e pecorino di Pienza di varia stagionatura: di gran lunga i migliori formaggi della zona e una degna e tranquilla alternativa alle tante gastronomie da turismo di massa presenti nell’inflazionata Pienza (Podere Pianporcino n. 109 – Pienza tel. 0578-754012). Una volta raggiunto il monte Amiata, il miglior consiglio è quello di mangiare presso i due rifugi del monte: il Cantore o il Sella, dove in autunno si può degustare il miglior castagnaccio e per tutto l’anno capriolo e polenta di altissimo livello. In alternativa, per chi non voglia arrampicarsi fin sulla vetta, il consiglio, sempre per la cacciagione, è il ristorante L’Accoria (Abbadia San Salvatore, località Accoria Tel. 0577-777107). Di certo non un luogo di grande cura estetica, ma di sicuro esito per il palato.

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Le foto sono di www.aziendeumbre.it

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