L’impatto lascia subito senza respiro. La vecchia stazione bianca con i segni del tempo e delle intemperie e con gli azulejos blu risplende nell’azzurro accecante del cielo. Aveiro è così, una città di forti emozioni e di colori scagliati contro la natura: il verde dell’acqua dei canali, il giallo intenso, il rosa, il cobalto delle casette dei pescatori, il panna delle maestose chiese e il tipico incrocio di bianco e azzurro delle mattonelle decorative.
E il nero del basalto delle Azzorre che come in tutte le città portoghesi decora i marciapiedi di sampietrini e disegna i segni distintivi del luogo: qui è un susseguirsi di pesci, granchi, cavallucci marini, barche, insomma tutto quello che è legato al mare.
Compresi i moliceiros, le tradizionali imbarcazioni in legno, che montano la vela trapezoidale se c’è vento,
anche quelli super colorati tra rosso, viola e arancione. Per qualcuno ricordano le gondole, anche se sono diversi come struttura e come remi, sono ancorati ai moli del canale principale, attendono i visitatori per portarli in giro tra i canali e la laguna, un tempo usati per la raccolta delle alghe (moliço) che servivano per fertilizzare i campi, oggi utili per il turismo.
Proprio per questo gioco di canali e piccoli ponti, Aveiro è detta la Venezia del Portogallo, nonostante
non abbia molto da condividere con l’italiana. E’ solo una questione di acqua che scorre all’interno della città.
Ci si arriva comodamente da Porto con il treno urbano, veloce e super pulito, in poco più di mezz’ora, e il primo impatto è proprio con la stazione: da qui parte un lungo viale che porta al cuore della città con una passeggiata comoda di una quindicina di minuti.
Aveiro è bella da girare a piedi, per scoprire dettagli e angoli particolari. Il trompe l’oeil su un palazzo in ristrutturazione, i contrasti accesi delle case dei pescatori, le statue di rematore e pescivendola messi sul ponte che separa in due il borgo.
Da una parte i canali, il grande mercato del pesce ristrutturato recentemente e diventato punto focale per la vita notturna con locali e bar, i negozietti di souvenir e di prodotti locali. Dall’altra un moderno centro commerciale a ridosso del canale, con molti giardini, la piazza del Municipio dove gli alberi sono tutti decorati di nastri colorati che sventolano nel vento, l’adiacente chiesa maestosa. E poco oltre, il monastero e la cattedrale.
Già i Romani si accorsero dell’utilità della zona, la laguna Ria de Aveiro, con i suoi mille rami che si estendono e le saline, dove ancora oggi si estrae il sale, uno dei prodotti tipici da acquistare in città. Insieme al pesce
inscatolato, tonno e merluzzo in prevalenza, arricchiti di erbette, ma anche con accostamenti inconsueti, come l’arancio e la cannella, i pomodori secchi e il peperoncino. Con il sale qui si fa un po’ di tutto, anche le creme per il viso e il corpo. Si trovano ovunque, nelle botteghe ricche di ceramiche e colori affacciate sul canale o tra le vie del borgo.
Inevitabile, insieme agli acquisti, è assaggiare gli ovos moles, i dolci tipici di Aveiro: una sorta di cialda a forma di pesce, di conchiglia o di barile per lo stoccaggio riempita con una crema all’uovo. Si trova ovunque, nelle pasticcerie, nei bar, nei ristoranti, viene servito persino accanto al caffè. Un piccolo dolcetto diventato
un simbolo per una città che sembra saper far godere la vita ai visitatori sin dal primo istante.
Un borgo vivace eppure rilassato, dove il tempo pare fermarsi per far ammirare i dettagli e i colori del luogo. Perdersi lungo le strade è doveroso: costeggiare il canale Sao Roque, con i germani reali che scivolano sull’acqua e le barche attaccate alla banchina riempe gli occhi di forti contrasti con le case variopinte dei pescatori, giallo, blu, rosso. Tutto intenso, quasi accecante sotto il sole. Così come il Canal Central con i moliceros attraccati, il verde dei giardini, le statue sui ponti che si scagliano sull’azzurro del cielo.
A seconda di quale lato del canale si prenda si scoprono quartieri diversi. Sulla sponda sinistra, le viuzze interne portano al Mercato del Pesce, ai vecchi magazzini del sale, piazze con caffè e ristoranti con i tavolini all’aperto, palazzi Art Nouveau, chiese con gli azulejos o tinte di celeste, murales, negozietti curiosi: qui c’è l’anima marinara della città, da sempre abitata da pescatori e marinai, che in passato amavano spingersi fino a Terranova, sviluppando il commercio marittimo.
Al contrario, prendendo la sponda destra del Canal Central e addentrandosi nel suo interno, sembra prevalere l’aspetto meno bohemien, più concentrato sulle istituzioni, la Storia e la religione. In Praca da Republica si affaccia il Paço do Concelho, il municipio, e la Igreja da Misericordia, decorata con gli azulejos che ricoprono interno ed esterno.
Continuando ad esplorare la zona, si arriva alla Cattedrale da Sé, fondata nel 1423 e dedicata a San Domenico, con un mix di stili architettonici, dal manierismo al barocco e al modernismo, fino al gotico del chiostro, dovuto alle molteplici ristrutturazioni.
Proprio di fronte, si trova il monumento più prezioso di Aveiro, il Convento de Jesus, con un chiostro del XV secolo, la cappella maggiore in legno intagliato e rilievi dorati, i pannelli di azulejos che rappresentano la vita di Santa Joana Princesa, protettrice della città.
Figlia di re Dom Alfonso V, si ritirò nel convento nel 1475 fino alla morte e venne beatificata nel 1673 per la sua determinazione nel volersi isolare dal mondo materiale e diventare suora, decisione vietata ai membri della
famiglia reale. A lei è dedicata anche una parte del museo de Aveiro, all’interno del Convento de Jesus, dove si possono ammirare opere d’arte d’ispirazione religiosa.
Ad Aveiro, però, prevale quella sensazione più terrena, di serenità e voglia di godersi la vita con le piccole cose, con un ovo molo, con un giro in barca sui canali, con il riempirsi gli occhi di colori.
Info: www.visitportugal.com
Foto di Sonia Anselmo e Fiorella Corini