A passo di tango per Buenos Aires

Soprattutto gli europei qui si trovano a casa: sarà perchè i porteños, ovvero quelli del porto, nome ora esteso a tutti gli abitanti, sono di discendenza spagnola e italiana, sarà perchè alcuni quartieri sono ispirati al Vecchio continente. O sarà per le passioni profonde che vivono nell’anima degli argentini, così latini nel carattere: il calcio che esplode nello stadio del Boca Juniors, il tango che si balla per le strade, l’amore per due icone presenti ovunque, Evita Peron e Diego Armando Maradona. E’ una città viscerale, dove i contrasti sono evidenti, dove i quartieri si dividono in quelli chic e in quelli dove si vive nelle baraccopoli, dove il centro dello shopping pedonale, la Calle Florida, si anima di grandi firme e di poveri che raccolgono le lattine. Imperdibile è una puntata a Plaza de Mayo, il cuore di Buenos Aires: qui si sono sempre svolti gli avvenimenti principali, qui tuttora ci sono le manifestazioni, qui ancora si vedono le madri dei desaparecidos che girano in tondo ogni giovedì pomeriggio in ricordo dei loro cari. Sulla piazza si affacciano la Catedral Metropolitana con il Santo Cristo del Gran Amor, protettore dei calciatori, e la Casa Rosada, il palazzo sede del governo, da dove la coppia Peron arringava le folle.

Alle spalle della piazza, parte la Avenida 9 de Julio, il corso più largo del mondo, l’arteria più importante della città, costellata da monumenti, giardini, teatri ed edifici storici. Lasciato il centro di Buenos Aires, piuttosto piccolo per una metropoli di tali dimensioni, un giro nei vari quartieri è d’obbligo. Come a La Boca, una sorta di Montmartre argentino, soprattutto nei vicoli di Caminito, ex scambio ferroviario con le case di lamiera grigia tinte di colori forti, con le mostre di quadri e i ballerini di tango che si esibiscono sui marciapiedi. Del resto, qui negli anni Venti, Juan de Dios Filiberto compose un tango battezzato proprio col nome del quartiere. Il tango è d’obbligo pure a Recoleta, anche questa una zona artistica che si anima dopo le dieci di sera, con i suoi mille locali: far musica qui non è un problema a qualsiasi ora della notte, tanto si potrebbero disturbare solamente gli abitanti del Cimitero (qui è sepolta anche Evita), l’attrazione più importante della zona, insieme ai parchi e ai musei. Si respira un’atmosfera bohemiénne con concerti improvvisati, spettacoli di tango “on the road” che coinvolgono pure i passanti e la feria, il grande mercato del sabato e domenica, molto anni Settanta, che si svolge in Plaza Francia.

Buenos Aires non finisce certo qui: c’è il vecchio San Telmo, il quartiere decadente, una volta chic, dove si concentrano i locali dove che offrono l’autentico tango, c’è Palermo, la zona verde con il grande terreno di polo, una delle altre passioni degli argentini, c’è Belgrano con i suoi musei, c’è Puerto Madero, una volta pericoloso e malfamato, oggi un moderno assembramento di locali e ristoranti creati nei docks e affacciati sull’acqua, il luogo ideale per una passeggiata. Se però il turista si è lasciato contagiare dall’atmosfera locale e vuole godersi il tango alla maniera dei porteños, non ha che da andare in un bar del tango: le vecchie milongas (le sale da ballo) sono semplici, frequentati da habitués. Qui c’è l’anima dei veri abitanti della città, quel miscuglio di nostalgia e gioia di vivere che è alla base dello stesso tango. Che poi è anche la quintessenza di Buenos Aires.

 
Si ringrazia Visit Argentina, Welcome Argentina, e l’ente del turismo argentino per la gentile concessione delle foto.

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