Diego Suarez, a spasso tra le baie e le spiagge

Sakalava spiaggia

Il mare sembra dipinto dalla fantasia di un pittore, con le nuvole che creano chiazze nell’azzurro del cielo. Sulla sabbia bianchissima, qualche albero di casuarina sfida le intemperie, un tronco abbandonato, reso liscio dal vento, si erge in tutta la sua maestosità, le rocce fanno da cornice naturale alla baia.

Alzando gli occhi si notano le varie sfumature di verde della vegetazione, frammentate da colpi di rosso accesso, gli alberi della fiamma. Li chiamano gli alberi di Natale dei tropici, perché in dicembre sono al massimo della fioritura e della bellezza. L’acqua e la terra stanno inscenando l’eterno abbraccio con il gioco delle maree: quando è bassa affiorano tutte le rocce, le conchiglie e le alghe, la sabbia finissima rende apparentemente torbido il mare, eppure è impossibile resistere e cercare di non addentrarsi verso il largo.

La spiaggia di Sakalava, con il suo vento intrepido, è la preferita dei surfisti, degli amanti del kitesurf e di tutti quelli che si spingono in questo angolo di Madagascar alla ricerca della meraviglia della natura. Sakalava è l’ultimo approdo di un’escursione che parte dalla città di Diego Suarez e porta alla scoperta delle baie incontaminate, villaggi e punti panoramici. Una gita che può essere organizzata da un tour operator locale come Tiana Ralaimanantsoa Andomalala
(http://www.viaggio-madagascar.com/) e il collega , specializzato nel nord della grande isola, Christophe Jao, ( http 46.37.31.112/NosyBe).

La strada per arrivare a Sakalava non è certo facile o agevole, anche se si parte da Diego Suarez, città dal fascino decadente e dai palazzi in stile coloniale. Chiamata in lingua locale Antsiranana, ossia porto, è appunto un approdo naturale, dove arrivò l’esploratore portoghese Diego Suarez nel 1543 e dove oggi giungono le navi da crociera, una zona che ha sempre fatto gola a pirati, conquistatori e navigatori per la posizione geografica, proprio sulla punta settentrionale del Madagascar. Qui nei secoli francesi e inglesi combatterono per la supremazia coloniale: i resti sono ancora vedibili lungo la strada per le baie, con cannoni e postazioni militari abbandonati.

La grande baia di Antsiranana è la prima tappa dell’escursione, con la vista panoramica sul Pan di Zucchero, che ricorda inevitabilmente un’altra baia e un altro scoglio gigantesco, quelli di Rio de Janeiro.
La strada procede costeggiando una sorta di laguna enorme, dove gli alberi e i cespugli crescono sulle lingue di sabbia e vicino alle rocce affiorate, fino a che verranno sommersi da una marea eccezionale, un parco con la possibilità di ammirare da vicino i baobab di ogni grandezza e alcuni villaggi malgasci, dove apprezzare l’artigianato locale: oggetti in rafia, ricami su tovaglie e abiti, gioielli fatti con il corno dello zebù.

Poi l’auto lascia i percorsi facili ed entra in un territorio unico. Le ruote della 4×4 sono messe a dura prova così come la resistenza dei viaggiatori. La strada è sterrata e stretta,
circondata da arbusti bassi e si intravede qualche albero di baobab e di casuarina. Qua e là qualche spiazzo che si apre come una terrazza panoramica sul mare, con il faro come muta sentinella sull’Oceano Indiano e su alcune piccole isole in lontananza.

La suggestiva pista continua tra fiori di mille colori, arbusti e i sobbalzi degli ammortizzatori, passando per la baia dei Piccioni e quella delle Dune. Fino a Saklava, dove i visitatori sono accolti da una sfilza di parei colorati che le signore del villaggio vendono, insieme ad altri souvenir, mentre i bambini giocano con i lemuri.

Un insieme di tinte che fa da contrasto con il mare dalle sfumature attenuate da un cielo carico di nuvole, che sembra appunto dipinto. Così come appare una cartolina, quasi finto, quello che la natura ha creato con gli elementi a disposizione.

Sulla strada del ritorno, la tappa è obbligata alla spiaggia di Ramena. Si attraversa l’omonimo villaggio di pescatori, affollato, pieno di vita e vivacità, per arrivare su questa lunga e spaziosa striscia di sabbia riparata: le barche lasciate sulla riva, altre cullate delle onde, un’acqua cristallina che invita a immergersi e una serie di ristoranti e locande dove assaggiare il cibo locale, in particolare le aragoste alla griglia. Il tutto ammirando lo splendore della natura di questa zona del Madagascar.

Info http://www.viaggio-madagascar.com/
http://46.37.31.112/NosyBe/
jaochristophe@yahoo.fr
tel. 00261.32.8773830
https://www.facebook.com/christophejao951/posts/374312146244557

In collaborazione con http://www.viaggio-madagascar.com/
http://46.37.31.112/NosyBe/

Foto di Sonia Anselmo

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