Genova con gli occhi dei De André

“Era da tempo che pensavo a riproporre dal vivo il repertorio di papà, ho dovuto superare un lungo periodo in cui ogni volta che ascoltavo le sue canzoni mi veniva il magone. Ora sono pronto per questa scommessa: cantare con la mia voce e il mio modo di suonare i suoi brani. Per la fine del tour estivo ho scelto Genova: per me è un’emozione enorme. E’ la mia città, la mia terra. Sono nato lì, ci ho abitato fino a vent’anni, prima di trasferirmi a Milano per lavoro. C’è una grande differenza tra la città che ho vissuto io e quella di papà. Nella sua c’era un’atmosfera da belle époque, un romanticismo maledetto che si alimentava in un centro attivo dal punto di vista musicale, artistico e culturale. La mia Genova, invece, è stata quella dei piccolo borghesi più legati al consumismo. Era più spenta e più ristretta: rifiutavano il dialetto, trovandolo fastidioso. 

Era divisa in zone: il porto che rimase vivace e la Genova bene, chiusa nei palazzi pieni zeppi di mobili di antiquariato e oggetti di valore. Quei palazzi erano così barocchi! Adesso la città è tornata a essere viva, è molto aperta al teatro e alla musica, ci sono nuovi spazi interessanti. Io sono andato via a vent’anni perchè non c’erano tante possibilità: sono approdato a Milano per fare nuove esperienze, per suonare in un gruppo, per la discografia. Ma sono profondamente legato a Genova. Ci sono i ricordi della mia infanzia, che ho passato spesso da solo, senza papà che era in tour. Ma quando era a casa si sentiva eccome la sua presenza. Ricordo che la notte che compose “Verranno a chiederti del nostro amore”, dedicata a mia madre, io lo spiai dal buco della serratura e vidi mamma che abbracciava papà. Mio padre era un genio, non è stato facile viverci, ma ho imparato a conoscerlo: era un orso, chiuso e difficile da penetrare, ma anche simpatico, fragile e insicuro. Quando ero piccolo a Genova mi portava i dolci tipici locali per Natale e andavamo d’estate a passeggiare sulla spiaggia di San Giuliano. Ma il ricordo più nitido è sicuramente quando andavo a trovarlo in sala prove con i New Trolls: ci sono anche fotografie di me piccolo con la chitarra in mano. Mi emoziono ancora a pensarci”.

Foto di apertura dal sito www.cristianodeandre.com

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