Campidoglio, simbolo di Roma tra arte e Storia

Sul cavallo, lo sguardo fiero, quasi accondiscendente, sembra osservare il via vai interminabile di turisti e romani, dietro di lui uno dei tanti capolavori architettonici. Marco Aurelio e Michelangelo, l’antica e preziosa Roma e il Rinascimento, uniti insieme in quello che uno dei luoghi simbolo della Storia.

Il Campidoglio è il cuore della capitale, non solo per le questioni amministrative e sede del Comune. Basta affacciarsi da una delle tante terrazze e sembra di avere il mondo ai propri piedi. Da una parte il Foro Romano, in fondo il Colosseo fa capolino, più vicino quasi a toccarla la sommità bianca del Vittoriano, e poi la scalinata di Santa Maria in Ara Coeli. Intorno, palazzi ed edifici, musei e statue. Una piccola meraviglia, come solo Roma sa regalare, che brilla sotto il sole primaverile.

E pensare che nel Medioevo l’antico colle era stato abbandonato, trasformato in pascolo per capre, da cui il nome “Monte Caprino”, mentre il Foro e le sue pietre erano quasi una cava per materiali. La rinascita fu dovuta a papa Paolo III Farnese che per non sfigurare davanti all’imperatore Carlo V in visita alla città volle ristrutturare tutto: chiamò Michelangelo a preparare un progetto per sistemare la piazza. Il grande artista pensò di girare l’asse della piazza, non più verso il Foro, ma verso il Vaticano, sede del potere di allora, di rinnovare le facciate del Palazzo Senatorio, che in antichità era il Tabularium e già dal XII secolo sede del Comune, e del
Palazzo dei Conservatori, e di costruire un terzo, il Palazzo Nuovo, per creare una forma a trapezio, ridisegnò
la pavimentazione e abbellì la zona con sculture classiche.

I lavori iniziarono nel 1546, ma andarono a rilento e Michelangelo riuscì a sovraintendere solo alla doppia scalinata che porta all’ingresso del Palazzo Senatorio, con le statue del Nilo e del Tevere, oltre alla Dea di Roma nella nicchia centrale, posizionate alla base. Fu Giacomo Della Porta a completare il tutto tenendo fede al progetto originale: la piazza, la grande scalinata, che con grande effetto scenico arriva in cima e con i leoni egizi a fare da guardia alla base, la facciata del Palazzo Senatori dove in epoca romana espletava le sue funzioni il Senatore, una specie di sindaco nominato dai patrizi. Mentre il Palazzo Nuovo, oggi sede anch’esso dei Musei Capitolini, fu completato solo nella seconda metà del Seicento.

Al centro del Campidoglio la famosa statua equestre di Marco Aurelio, esempio di abilità e arte imperiale, anche
se quella in piazza è una copia: l’originale, per metterla al riparo dalle intemperie, è custodita nella splendida
sala vetrata dei musei Capitoli, recentemente rinnovati e resi multimediali, nel Palazzo dei Conservatori. La statua dell’Imperatore in bronzo fu l’unica di quelle equestri ad essersi salvata dalla distruzione del Foro, venne trasferita in Laterano e si pensava rappresentasse Costantino. Fu Michelangelo a volerla porre al centro della piazza.

La statua, uno dei simboli di Roma, è anche legata ad una leggenda: il ciuffo di crini sulla testa del cavallo venne chiamato dal popolo “la civetta”, perché ricorda questo animale, e venne attribuito all’uccellino il potere
di rianimarsi in seguito al verificarsi di una condizione. Il bronzo, un tempo, era ricoperto d’oro, alcune
tracce sono ancora visibili sul mantello di Marco Aurelio, e quando la statua ritornerà gradatamente ad essere tutta dorata, la civetta canterà e sarà la fine di Roma e di conseguenza di tutto il mondo conosciuto. Miti a parte, l’imperatore filosofo ha visto passare, dal Cinquecento ad oggi, sotto le zampe del suo cavallo gente, vicende, storie, calamità e bellezze.

Poco più in là, in un angolo a sinistra del Palazzo Senatorio, un altro simbolo di Roma, anche questa in copia: la Lupa che allatta Romolo e Remo, su una colonna onoraria all’imbocco di via San Pietro in Carcere. Qui, sul retro del Campidoglio, ecco aprirsi uno dei panorami più belli di Roma, affacciato sul Foro, un capolavoro inestimabile di archeologia, storia, arte e architettura.

Non è l’unica veduta mozzafiato che offre il Campidoglio. Basta andare dall’altra parte, verso la scalinata, e arrivare alla Terrazza Caffarelli, caffetteria del museo, e da qui si apre un altra visione: stavolta verso la Roma delle cupole, prima di tutte San Pietro in lontananza. Ad incorniciare il tutto la mole bianca dell’Altare della Patria che sbuca tra le vegetazione, sempre presente, sempre visibile, e la basilica dell’Ara Coeli quasi nascosta.

Dopo aver ammirato Roma e la piazza voluta da Michelangelo, i Musei Capitolini (www.museicapitolini.org) sono immancabili da visitare: già dal cortile con i resti dell’enorme statua di Costantino, e poi la sala degli Orazi e Curiazi e quella dei Capitani, le meraviglie dell’antica Roma, le opere d’arte collezionate dai Papi nei secoli, Caravaggio, Rubens, Bernini, la Lupa capitolina, che si dice sia di fattura etrusca con con i gemelli aggiunti nel Cinquecento, e il vero Marco Aurelio.

Il Campidoglio regala nuove emozioni, ogni volta che si arriva qui. Non è solo un simbolo, una sede amministrativa
e burocratica, un concentrato d’arte, è soprattutto il luogo dove la Storia è viva e tangibile.

Info: www.turismoroma.it
Foto di Sonia Anselmo

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