Sorgenti termali immerse in parchi lussureggianti, laghi e villaggi circondati da ortensie, orti botanici spettacolari, pascoli rigogliosi, piantagioni di te e ananas. Normale che Sao Miguel sia l’isola verde delle Azzorre.
Come le otto “sorelle” è di origine vulcanica e soprannominata con il colore identificativo, in questo caso appunto il verde. Sao Miguel, rispetto al resto dell’arcipelago, è anche molto di più.
Essendo l’isola principale, è quella più turistica, dove è facile atterrare da Lisbona con i voli diretti e soggiornare per lunghi periodi nei vari hotel, ed è quella più urbanizzata, con Ponta Delgada che è la città più vivace e trafficata delle Azzorre.
Sao Miguel è anche un concentrato di quello che si può trovare in questo angolo di paradiso sospeso nell’oceano
Atlantico. Bastano le escursioni da Ponta Delgada per scoprire al meglio il panorama e i vari aspetti dell’isola.
Nell’entroterra, i pascoli sono delimitati dai muretti a secco, i piccoli borghi hanno le chiese tinte di bianco, mentre le strade sono un susseguirsi ininterrotto di ortensie che fanno da bordura. Blu, azzurre, viola e persino bordeaux: un trionfo della natura di varie sfumature a seconda della stagione, più intense in estate, più attenuate in autunno.
I fiori sono un tratto distintivo di tutte le Azzorre, così come l’assidua presenza delle mucche, ma a Sao Miguel si va oltre. I campi coltivati sono innumerevoli, si passa tra fattorie e aziende agricole, a volte abbandonate, più spesso riconvertite: in un’altra epoca l’isola era famosa per gli agrumeti, gli aranceti in particolare, ma poi arrivò un parassita che li decimò.
Qualche arancio, insieme a banane e tabacco, c’è ancora, ma i contadini hanno dovuto provare nuovi esperimenti e ci sono riusciti con gli ananas. Si trovano nelle serre vicino Ponta Delgada, sono più piccoli e meno dolci di quelli sudamericani, e qui si usano per molte golosità, dalla marmellata al liquore, e si mangiano ovunque, nei ristoranti, nei bar e nei negozi specializzati nelle tipicità del luogo, come i formaggi.
Difficile che gli ananas siano esportati però oltre la terra madre Portogallo. Si può visitare la Plantação de Ananases Arruda, appena fuori città, capire come crescono le piante e i frutti e fare un giro nelle serre, oltre ad ammirare le enormi bouganville che fanno da scenografia all’azienda e che testimoniano la natura lussureggiante dell’isola.
Alla piantagione si viene accolti da un gattino bianco e nero, la mascotte, che sembra condurre i visitatori ad esplorare la sua dimora. Un po’ come fa un altro micetto alla piantagione del té Chà Gorreana (www.gorreana.pt), che è l’unica esistente di questo tipo in Europa, sin dal 1883.
Le piante sembrano perdersi fino all’orizzonte e al mare, mentre guide preparate illustrano tutti i dettagli della produzione che avviene ancora in maniera tradizionale: a fine visita sono previste le degustazioni e c’è anche un negozio dove acquistare a prezzi imbattibili le confezioni di té, ideale souvenir da Sao Miguel, che al di fuori delle Azzorre si trovano solo in shop esclusivi.
A Sao Miguel, poi, si possono toccare con mano le meraviglie geotermiche della natura. La Valle di Furnas, nell’interno ad est rispetto Ponta Delgada, è un incanto di fumarole, caldere e laghi sorti sui crateri spenti. Il piccolo paese Caldeiras sembra uscito da un film: l’odore di zolfo e il fumo che fuoriesce dai tantissimi gorghi appaiono ancora più intensi nei giorni di pioggia, con le nuvole grigie che ovattano l’atmosfera.
Le fumarole sono proprio in centro al borgo, tra le strade e le case, qui e lì si notano sorgenti d’acqua bollente, mentre gli abitanti lessano nelle pozze le pannocchie di mais d’estate e le castagne d’inverno che poi vendono sui banchetti lì vicino, insieme al Bolo Levado di Furnas, una sorta di piccola focaccia leggera e tondeggiante, proposta anche in versione dolce.
Assolutamente da assaggiare è il piatto tipico, il cozido: un gustoso mix di carne, manzo, pollo e maiale, e verdure, cavoli, carote, vari tipi di patate. Viene cotto sotto le caldere bollenti sulle sponde del vicino lago Furnas in grossi pentoloni per quattro ore, che quando vengono estratti dalle viscere da due esperti chef con arnesi appositi diventano uno spettacolo per i turisti.
Poco lontano il Parco Terra Nostra è tutto da esplorare: è uno dei più vasti giardini delle Azzorre, che testimonia il soprannome di isola verde di Sao Miguel, due ettari di territorio creato nel 1775 da un mercante di Boston, Thomas Hickling, console americano nelle Azzorre, e poi esteso un secolo dopo dal Marchese Praia e Monforte.
Attualmente conserva duemila e cinquecento alberi provenienti da tutto il mondo, moltissime specie endemiche, una grande collezione di camelie, azalee e soprattutto di felci, che crescono alla perfezione nel clima caldo umido delle isole. Il giardino, però, è soprattutto una stazione termale dove poter fare il bagno.
La piscina è grande e spettacolare, color marroncino per via del ferro contenuto nell’acqua, e calda il giusto. Immergersi è delizioso, lasciandosi cullare in totale relax ammirando gli alberi circostanti, anche se piove. L’unica cosa è che poi il costume e la pelle assumeranno un colore aranciato, che va via con più lavaggi. Comunque sia, è un’esperienza da fare a Sao Miguel (www.parqueterranostra.com).
Così come un tuffo nelle piscine di Ribeira dos Caldeiroes, nel nord dell’isola. Appena arrivati sembra di essere catapultati in una scena di Jurassic Park, ci si aspetta che un dinosauro spunti fuori dalla fitta vegetazione, ammantata dalle nuvole grigie.
Questo meraviglioso parco ha qualcosa di ancestrale, legato ai segreti antichi della Terra. Percorrere il sentiero fino alle sorgenti e alla cascata è un viaggio nella natura. Un piccolo museo sull’attività geotermica di Sao Miguel, alcune cabine in legno per cambiarsi e voilà ecco la cascate scendere prepotente dall’alto.
Inevitabile farsi una “doccia” sotto l’acqua fresca nella piscina principale del parco, che poi è semi naturale,
nel senso che l’intervento dell’uomo è servito solo per mettere in sicurezza l’accesso con alcuni gradini in pietra. Le altre piscine, più piccole e quasi nascoste dalla vegetazione, sono artificiali e ognuna ha temperature diverse, compresa una davvero rovente dove è vietato immergersi.
Nella zona si trova anche Lagoa do Fogo, uno dei molti crateri dell’isola divento riserva naturale e circondato dalla vegetazione endemica, dove è possibile, come in tutte le Azzorre, fare trekking.
Un altro spettacolare panorama si gode, pioggia e nuvole permettendo, dall’alto dalla Vista do Rei de Sete Cidades,
un cratere spento dalle ripide pareti e diviso in due laghi dai colori diversi: da un parte azzurro, Lago Azul, dall’altro verde, Lagoa Verde, separati solo da un ponte.
Giù una strada, spesso non asfaltata, conduce sulla riva, tra le inevitabili ortensie. La bellezza e la diversa colorazione dell’acqua hanno dato vita a una leggenda: i due laghi si sarebbero formati dalle lacrime di dolore di due innamorati contrastati, un pastore e di una principessa, che non poterono stare insieme. Poco lontano si trova la chiesa neo gotica di San Nicolau, quasi sommersa dalle ortensie.
Un’altra sosta panoramica, stavolta sul mare, è a Villa Franca do Campo, prima capitale dell’isola, per ammirare quello che resta di un vulcano sottomarino: una piccolissima isola con scogli giganteschi e le onde implacabili. Tornando verso Ponta Delgada si trova la spiaggia più famosa, Sao Roque, con la sua sabbia vulcanica, amata dagli abitanti e dai visitatori. I quali a Sao Miguel hanno un assaggio della bellezza selvaggia e unica delle Azzorre.
Info: www.visitazores.com
wwww.visitportugal.com
Foto di Sonia Anselmo