San Diego, nata per divertire

 

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Il più antico e noto probabilmente è lo Zoo, che si trova nella vasta aerea verde denominata Balboa Park, un’attrazione in sè con i musei cittadini, come quello di scienze naturali e quello delle arti. Il San Diego Zoo è uno dei più grandi parchi del genere del mondo con circa 4 mila animali di 800 specie diverse in una zona che supera 107 acri. È tutto suddiviso in zone per ricreare gli ambienti per le creature di ogni parte del pianeta, tra molto verde, statue di sabbia che sono una delle specialità della zona, vialetti immacolati e turbe di bambini felici. Da provare è la funivia che sorvola l’aerea e che mostra questa struttura modello in tutta la sua ampienza e capacità. C’è anche un panda, che è una delle mascotte locali. Sicuramente però l’animale a  cui la città deve di più è l’orca, o meglio il killer di San Diego. Shamu, questo il suo nome, è ovunque, su cartoline, poster e magliette. Il mammifero è l’abitante più coccolato del SeaWorld, il parco tematico più affollato della zona. A dire la verità sono ben sei le orche, tutte con il loro nome, ma non sono le uniche star di questo vasto zoo, ci sono anche delfini, beluga, leoni marini, squali, tartarughe e ben trecento pinguini da ammirare, questi, dietro i vetri di un tunnel che si attraversa nell’aria gelida. Impossibile da perdere lo spettacolo con le orche che schizzano acqua su tutta la platea mentre compiono i loro salti per la gioia di grandi e piccini. I più piccoli, poi, hanno addirittura un altro parco tutto per loro, il Legoland Water Park, tra montagne russe nell’acqua e costruzioni fatte con i famosi mattoncini danesi.  Americana fino al midollo, con le nuove e moderne costruzioni, San Diego ha un tocco esotico, latino, derivante dalla sua vicinanza al Messico. Tijuana, la prima città oltre confine, dista soltanto una trentina di chilometri. Inoltre, questa parte di California è stata scoperta da uno spagnolo, Juan Rodrìguez Cabrillo, nel 1542, quando le sue navi ripararono nella baia naturale a causa di una tempesta. E sempre ad uno spagnolo, Sebastiàn Vizcaìno, si deve il nome: nel 1602 arrivò qui nel giorno della festa di San Diego. Da queste parti, nel tardo Settecento, nacque la prima missione dei padri francescani. A quei tempi era solo un piccolo villaggio senza pretese e dovette aspettare la speculazione edilizia dell’Ottocento per ingrandirsi. Nonostante questo, ci mise un pó  a decollare, e solo dopo l’attacco di Pearl Harbor, quando la Marina Statunitense si trasferì qui, cominciò a diventare un centro importante della California. Ancora oggi base per la Marina e i Marines, San Diego vive apppunto sul turismo. Nonostante questo, è riuscita a mantenere un’atmosfera rilassata, come ad esempio a La Jolla, una delle zone più amate per le spiagge, le rocce a picco sull’oceano, i tanti negozietti e ristoranti. È una costa frastagliata, con canyon sottomarini, molto amata dai surfisti e dagli oceonografi, non a caso qui c’è l’Università di San Diego: la sua bellezza al tramonto, quando il sole incendia la spiaggia, fa fede alla traduzione del suo appellativo, il gioiello. Ma l’impronta spagnola è ancora viva e vegeta e si respira soprattutto a Old Town, il vecchio centro con gli edifici in stile coloniale, la missione dei francescani, il mercatino d’artigianato messicano e El campo santo, il cimitero con le tombe di pionieri e famosi banditi. Non manca la solita attrazione turistica, in questo caso è l’Old Town State Historic Park, destinato a tramandare ai posteri il ricco patrimonio storico della zona. Da non perdere, poi, uno sguardo alle banchine delll’Embarcadero, dove c’è il museo marittino con tre navi conservate che hanno fatto la Storia: la Berkley era il ferry che venne usato per salvare le persone durante il terremoto del 10906 a San Francisco, la Medea risalente agli inizi del XX secolo e la Star of India, costruita nel 1863 e che fece il giro del mondo 27 volte. All’estemità della baia, oltre la penisola Coronado con il celebre hotel dove venne girato “A qualcuno piace caldo” con Marylin Monroe, dove si incontrarono per la prima volta Wallis Simpson e Edoardo d’Inghilterra e dove cenava Charles Lindbergh, il pioniere dell’aviazione nativo di San Diego, c’è il monumento a Cabrillo, lo scopritore della California. E’ il simbolo, insieme all’orca Shamu, della città: un faro puntato sul Pacifico dal 1855 offre vedute panoramiche sull’oceano e la possibilità di vedere passare le balene grigie durante la stagione della migrazione.
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Foto di www.sandiego.org

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