A New York con l’esperto

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Quelli Russo li lascia alle iniziative del turista, lui  vi porterà in luoghi da scoprire ma che a pieno diritto fanno parte dell’iconografia newyorkese ma dove puoi arrivare solo se hai la conoscenza. Come ogni guida non vi porterà solo in giro ma vi darà informazioni e curiosità di ogni singolo luogo visitato.
Ricky come nasce questa idea?
Nasce dal mio amore immenso per New York e dalla mia passione per tutta la musica, il cinema, la letteratura e l’arte che sono usciti dalla Big Apple e che hanno forgiato il materiale e l’immaginario del mondo. Per questo mio smisurato entusiasmo, gli amici mi hanno definito “The most enthusiastic man in New York”  (un titolo che continuo a difendere). Quando mi accorsi che non esistevano tour in lingua italiana così specifici ed approfonditi, decisi di lavorarci e di mettere a disposizione dei viaggiatori quanto avevo visto, esplorato e studiato.
Qual è la tua conoscenza della città? E come l’hai acquisita?
Nel 2012 sono andato a New York per la prima volta, per fare un’esperienza di vita, ricaricare le pile e vedere le opportunità. L’impatto è stato folgorante. Un vero shock! Mi ha cambiato la vita. Ho girato per tre mesi, conosciuto tantissime persone interessanti, partecipato da osservatore a diversi tour guidati, studiato la città, vissuto da newyorchese. Ho anche scritto un libro che cattura l’energia e la magia di quei giorni: “Per Bon, For Real” (Nativi Editore), una sorta di diario, scritto nel mio dialetto triestino miscelato all’italiano e all’inglese. Quel libro mi ha portato tanta fortuna, ha ricevuto recensioni commoventi a livello nazionale ed è andato subito esaurito (ora è disponibile solo nella versione ebook su Amazon). Nel 2013 sono ritornato a New York con un visto da giornalista e alcune collaborazioni, un lavoro che mi ha permesso di continuare a studiare ed esplorare la città.
Quanto tempo dedichi ancora alla scoperta della città?
Non basta una vita per vedere New York: una città enorme che corre veloce ed è in continua evoluzione. Gli amici newyorchesi mi ripetono spesso: “Go with the flow”. Ed io li ascolto. Mi butto quotidianamente nel flusso della metropoli. Cerco di alimentare il mio entusiasmo e catturare l’energia. Sono curioso e adoro conoscere posti nuovi, situazioni diverse, gente creativa. Il mio lavoro di scoperta della città è costante.
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Quali sono i luoghi dove porti i tuoi “viaggiatori”?
Già rodati i tour a piedi di Midtown (Times Square, Broadway, Bryant Park, Grand Central Terminal, Empire State Building, Fifth Avenue, Rockefeller Center, Central Park…), East Village & LES (St. Marks Place, Tompkins Square, Alphabet City, Bowery…), Greenwich Village (Bleecker Street, MacDougal Street, Washington Square Park, Jones Street…), Brooklyn (Dumbo, Brooklyn Bridge e Williamsburg) e Asbury Park (New Jersey). In preparazione Harlem e sto lavorando anche su Woodstock (la località rurale del mitico festival del 1969) e Hoboken NJ (dov’è nato Frank Sinatra).
In che modo li hai scelti?
Sono luoghi legati alla storia musicale, cinematografica e artistica della città. Percorsi sulle tracce dei Ramones, Bob Dylan, Lou Reed, Andy Warhol, la Beat Generation, John Lennon, i Beastie Boys, Bruce Springsteen, Keith Haring, Jean Michel Basquiat, gli eroi dei fumetti Marvel, le ragazze della serie culto Sex and the City, i protagonisti dei film di Martin Scorsese, Woody Allen, Sergio Leone e Spike Lee. Sono tour nei luoghi del rock, punk, hip hop, soul, r&b, folk e jazz della Big Apple. Con tappe al Max’s Kansas City, Fillmore East, CBGB, Studio 54, Ed Sullivan Theater, Carnegie Hall, Chelsea Hotel, Electric Lady Studios, Bitter End, Bottom Line, Cafe Wha?, Niagara Bar, Manitobas, gli appartamenti di Iggy Pop, Joey Ramone, Charlie Parker, Bob Dylan, Jimi Hendrix, Madonna…
Quali sono gli aspetti che preferisci mostrare in questi tour?
C’è un’energia, difficile da spiegare a parole, nelle strade di New York. Adrenalina pura. Eccitazione. I luoghi inseriti nei miei tour evocano canzoni immortali, concerti epocali, film classici, rock’n’roll, jazz, hip hop, fumetti, opere d’arte, grandi romanzi, serie tv, vite spericolate, poesia e decadenza, ambizioni “larger than life” e voglia di farcela. Raccontano, insomma, il Sogno Americano e il mito della Grande Mela, che, nel corromperci, ci fa scoprire la nostra vera essenza.
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New York ha sicuramente molti volti. Quali sono quelli che tu preferisci?
Verissimo. Ed è proprio questo per me il fattore più affascinante della città: il continuo mutare di forme, colori, razze, lingue, cibi, usanze, idee, culture, religioni. Attraversare la città vuol dire attraversare mondi diversi (così vicini, così lontani). Vivere a New York ti apre la mente, ti allarga gli orizzonti e ti fa capire che una convivenza pacifica tra i popoli è possibile.
Quanto la musica fa parte della tua scoperta della città? E qual è il legame tra musica e N.Y.?
Lavoro da sempre nella musica, come autore di programmi radiofonici e televisivi, come giornalista, dj, organizzatore di eventi. La musica è il mio ossigeno ed è stato uno dei motivi che mi hanno portato a New York. La città è sempre stata all’avanguardia su tutto e continua ad essere in fermento. Molti movimenti musicali sono nati a New York, in anticipo sui tempi (il punk nel Lower East Side, l’hip hop nel Bronx, la disco nei loft di Soho e allo Studio 54), alcuni generi musicali nati altrove sono esplosi in città (il jazz ad Harlem, il folk nel Greenwich Village) e tanti artisti hanno usato la Big Apple come trampolino di lancio (Bob Dylan, Madonna, Bruce Springsteen, Patti Smith).
Quali sono le cose da vedere sicuramente a New York anche per un viaggiatore frettoloso?
New York è gigantesca, caotica, può essere difficile decifrarla se non si decide prima cosa si vuole vedere, che tipo di vacanza si vuole fare. Affidarsi ad una guida locale è sempre un’ottima chiave di lettura per risparmiare tempo e cogliere l’essenza della città. New York è una città sicura, non dovete avere paura di esplorarla. Non fermatevi a Times Square e dintorni, come – ahimè – fanno in tanti!
New York è storicamente meta degli italiani. Com’è ora la situazione?
New York vive di turismo. Quasi 55 milioni di persone la visitano ogni anno, tantissimi italiani. E la comunità italiana continua ad essere presente in città, un po’ in tutti i campi e in tutte le zone. Ma c’è ormai un grosso distacco di mentalità e di stile tra le vecchie e le nuove generazioni di connazionali. Little Italy a Manhattan, ad esempio, è ormai solo la parodia di un glorioso passato, di sicuro non rappresenta l’emigrato di oggi, che cerca di integrarsi e diventare prima possibile un newyorchese a tutti gli effetti.
Cosa significa vivere e lavorare a New York?
È una sfida, un sogno che si realizza. È sentirsi al centro del mondo. Vivere nella speranza di un futuro migliore, di un futuro non scritto.
Infine come fare a contattarti nel caso in cui qualcuno fosse di passaggio a New York e volesse girare la città con te?
In rete: www.rickyrusso.com, https://www.facebook.com/NYGroove La mia mail: rickyrusso.inorbita@alice.it
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Foto di Ricky Russo

 

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