Sabbioneta, il sogno dei Gonzaga diventato realtà

Sabbioneta

Sabbioneta è la storia di un sogno. Quello di Vespasiano Gonzaga Colonna, del ramo cadetto dell’importante famiglia di Mantova, che volle costruire durante il Cinquecento una città ideale.

Così Sabbioneta ha messo in pratica, pietre e mattoni, l’utopia del Rinascimento, tanto da conquistarsi il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità per l’Unesco.

Tuttora, dopo i lavori di ristrutturazione per sistemare quello che il terremoto di qualche anno fa ha distrutto, è un incanto.

Nel silenzio della campagna mantovana, circondata da paesini agricoli, Sabbioneta sembra catapultata da altri secoli con le sue strade acciottolate, i palazzi, l’atmosfera tranquilla.

Era un piccolo borgo fortificato dominato da una rocca medievale, quando nel 1444 entrò a far parte dei possedimenti di un ramo minore dei Gonzaga. Da lì, la trasformazione quasi fosse un segno del destino.

La storia del suo splendore coincide con il volere e i sogni di Vespasiano, grande appassionato di antichità e dell’Impero Romano, gran lettore di Vitruvio, esperto di cose militari. Al momento della sua ascesa come duca fino alla sua morte, Vespasiano lavorò per abbellire e rendere conforme ai suoi desideri Sabbioneta.

Riuscendosi, tanto che ancora oggi, nonostante il declino e lo spoglio delle opere d’arte in epoche successive, splende unica.

Si passano le mura che hanno reso la città una fortezza, costruita con una struttura urbanistica d’ispirazione romana, e ci si immerge subito nella sua bellezza.

Il primo impatto è il Palazzo del Giardino, l’antica residenza del Gonzaga, detto anche “casino del
Duca”: un lungo edificio dai mattoni rossi, un tempo villa di periferia, che era per il principe il luogo delle
delizie, dove rintanarsi per leggere, studiare, rilassarsi dagli impegni di governo.

L’interno è susseguirsi di sale che rispecchiano il carattere e le passioni del duca, con affreschi di gusto classico, alcuni dei quali ricordano i monumenti di Roma antica, altri riprendono i miti e gli Dei, e la grande sala degli specchi, adibita alle feste di corte.

La Galleria, “il corridor grande nella piazza del castello”, è sicuramente l’edificio più interessante: un portico in cotto a vista, risalente agli anni Ottanta del Cinquecento, sovrastata da una galleria, che non ha funzioni di collegamento, bensì quello di essere una sorta di contenitore per la collezione archeologica del duca, tra busti, statue, epigrafi e bassorilievi.

C’erano anche trofei di caccia regalati a Vespasiano dall’Imperatore Rodolfo II, durante una visita del duca a Praga. Solo gli ospiti di riguardo avevano la possibilità di passeggiare tra queste opere d’arte.

Oggi la collezione è a Mantova, nel Palazzo Ducale, e la Galleria appare spoglia, ma sempre affascinante con gli affreschi di Giovanni e Alessandro Alberti, il soffitto ligneo e la pavimentazione in cotto.

Ma è il Palazzo Ducale il cuore vero del borgo. Sede di rappresentanza, centro della vita pubblica ed amministrativa dello stato di Sabbioneta, domina l’omonima piazza ducale. Costruito nel 1560 dopo che un enorme incendio aveva devastato l’edificio precedente, oggi è un pregevole museo. Qui si può incontrare faccia a faccia Vespasiano Gonzaga.

Il barbuto duca è uno dei personaggi a cavallo della “Cavalcata”, una serie di statue equestri lignee che tramandano ai posteri le virtù militare dei Gonzaga. Al centro della sala a loro dedicata, il duca fa la sua figura, tra gli antenati, con la sua armatura da parata e il collare dell’ordine cavalleresco del Toson d’Oro.
Tutto attorno nella sala, un fregio affrescato con grandi aquile con gli stemmi di famiglia.

Il resto dell’interno del palazzo, riprende il gusto del suo creatore: stupefacenti sono i soffitti a cassettoni in legno, i camini in marmo, gli affreschi come quello della sala degli Elefanti, un tempo adibita ai dibattimenti civili e penali, dove gli animali esotici hanno delle catene trattenute da un braccio umano, simbolo della ragione che tiene a freno la forza della natura per ricostruire l’ordine garantito dalla giustizia, ritratta come una figura femminile con bilancia e spada.

Tutto appare sempre spoglio, colpa di Maria Teresa d’Austria che nel Settecento fece portare tutte le collezioni Gonzaga a Mantova.

Ritornarti sulla piazza, è facile da qui raggiungere gli altri capolavori di Sabbioneta. Come la chiesa dell’Incoronata, concepita come chiesa privata di Vespasiano e suo mausoleo, la chiesa dell’Assunta con una cappella ottagonale, la chiesetta di San Rocco con la sua piazzetta.

Proprio a questo angolo si trova la Sinagoga, ottocentesca, ma testimone della tolleranza religiosa dei Gonzaga. Qui sorgeva il quartiere ebraico e durante il Cinquecento Sabbioneta fu sede di una stamperia ebraica che pubblicò importanti libri di pregio.

Tornando indietro sulla piazza Ducale e prendendo una viuzza a sinistra ci si trova davanti a quello che forse è il
maggior capolavoro lasciato da Vespasiano: il teatro all’antica. Primo esempio di teatro stabile d’Europa costruito dal nulla e non vincolato da strutture preesistenti, fu costruito da Vincenzo Scamozzi, già autore del Teatro Olimpico di Vicenza, nel 1588.

Un elegante esterno con il motto “Le stesse rovine insegnano quanto grande fu Roma”, una forma rettangolare con due
quadrati divisi, uno occupato dal palco e l’altro alla cavea semicircolare, un’armoniosa loggia con statue di divinità, due affreschi che riportano ancora Roma, con il Campidoglio e Castel Sant’Angelo.

Il teatro fu inaugurato per il Carnevale del 1590 e aveva una compagnia stabile che rimase fino alla morte del Duca, che portò per tutta Sabbioneta un lungo periodo di decadenza.

Nei secoli successivi, fu, infatti, adibito a granaio, magazzino, caserma, cinema. Solo negli anni Cinquanta del Novecento, con lavori di restauro, si è tornati all’uso originale con concerti di musica antica, convegni e manifestazioni culturali. Oggi è esempio concreto della bellezza senza tempo di Sabbioneta e del sogno del suo artefice, Vespasiano Gonzaga.

Info www.visitsabbioneta.it

Foto di Sonia Anselmo

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