Dune come montagne russe in jeep

 

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Già il primo impatto è suggestivo: dopo aver percorso strade di asfalto alla periferia di Abu Dhabi, con una breve fermata panoramica alla moschea dello Sceicco Zayed, una delle più grandi al mondo, totalmente bianca e dotata di ben 80 cupole, appena si arriva all’inizio delle piste, bisogna scendere dalla jeep. Una sosta tecnica: i guidatori devono sgonfiare le enormi gomme per affrontare le dune, alte anche 300 metri, mentre i visitatori possono dedicarsi ad immortalare lo spettacolo della natura. È l’ultima via di scampo per i pavidi, dopo non possono più tirarsi indietro, comincia il bello. E l’adrenalina arriva subito, appena si intraprende la prima discesa: veloce, è un attimo, ma rimane impresso e si vorrebbe ripetere a più non posso. Cosa che effettivamente accade, durante tutto il safari.
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Le salite e le ardite discese si alternano,  gli autisti  si lanciano in curve mozzafiato e salti quasi da stuntmen,  si resta fermi a guardare le altre auto della carovana scendere, quasi precipitare dalle dune. L’effetto rollercoast è assicurato. Il deserto è come un grande luna park, dove si può urlare a più non posso dal divertimento. Ma è infido, per questo è meglio affidarsi ai guidatori esperti che sanno come affrontare tutte le insidie e che si riuniscono come fosse una lunga catena di fuoristrada. Le ruote disegnano righe sulla sabbia o sollevano cumuli di sabbia, qualche cespuglio appare come una piccola macchia verde nell’ocra, uno scheletro di un cammello giace indisturbato, antichi insediamenti di nomadi emergono dal nulla. Durante il percorso, si fanno anche soste, dove si può scendere e lasciare le proprie orme sulla sabbia, sgranchirsi le gambe e la schiena, rimanere estasiati dalle dune che sembrano non avere  limiti, infinite e quasi surreali. C’è anche il tempo per visitare un piccolo allevamento di dromedari e cammelli: gli occhioni degli animali sembrano curiosi di vedere questi strani esseri chiamati umani, e sembrano quasi mettersi in posa per essere fotografati. C’è la mamma che allatta il piccolo e c’è quello più socievole che si fa abbracciare e accarezzare dai tipi scesi dalle jeep. Finite le smancerie con gli animali, si risale a bordo. Altre salite, altre discese, nuovamente il cuore il gola e l’adrenalina a fiumi, insieme al divertimento. Per poi finire l’esperienza ad un campo beduino ricostruito per i turisti, a bordo pista, dove si può mangiare le squisitezze del posto, rilassarsi sotto le tende e cominciare a commentare quest’avventura che rimarrà sicuramente indelebile.
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