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Costruita da Berenguer de Montagut, tra il 1329 e il 1383, la cattedrale è un esempio puro del gotico catalano, ma è soprattutto il perno intorno a cui ruota la trama del romanzo di Falcones: Arnau seguirà passo passo e da vicino, prima come trasportatore di pietre e alla fine come ricco banchiere, la costruzione della chiesa. Non a caso, il libro si conclude con la cerimonia di inaugurazione di Santa Maria del Mar, a cui Arnau, ormai anziano, assiste con il figlio e la moglie. La sua vita, piena di vicissitudini, è emblematica per raccontare l’epoca: il feudalesimo, i servi della gleba, i commerci del porto di Barcellona, le guerre volute dai nobili, la peste nera, la tolleranza prima verso gli ebrei e poi la costruzione del ghetto per loro, gli schiavi mori, l’Inquisizione. Di tutto e di più, per affrescare un periodo storico molto determinante per la Catalogna. E infatti, molte scene narrate dal romanziere sembrano rivivere anche andando in giro per i borghi e paesi della regione, da Besalù alla stessa Girona. Ma Barcellona e Santa Maria del Mar rimangono il punto cardine della faccenda. Entrando nella chiesa, non si può fare a meno di cercare la cappella che Arnau ha contribuito a costruire insieme agli altri bastaixos (in catalano, trasportatori di pietre). Effettivamente, tutta la popolazione, portuali e marinai soprattutto, del quartiere partecipò attivamente all’edificazione della cattedrale e proprio i bastaixos portavano sulle proprie spalle le enormi pietre necessarie dalle cave in collina alla piazza destinata al luogo di culto, come dice il libro.
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Questa era la chiesa del popolo e così è rimasta: tuttora i marinai la visitano prima di partire per le loro peregrinazioni e ha avuto un ruolo fondamentale nella storia marittima di Barcellona, mentre i capitelli delle colonne raffigurano proprio scene di mare e un modellino di una nave è appeso accanto alla statua della Vergine, patrona dei marinai. Nei secoli ha subito qualche modifica a causa di terremoti, uno dei quali distrusse l’antico rosone, e di un incendio del 1936 che bruciò gli arredi, le immagini e l’altare barocco, mai più sostituiti, la cui mancanza rende l’interno incredibilmente spoglio e mastodontico. Rimane un edificio austero e semplice, con tre navate, che domina un quartiere di viuzze, vicoli e piazze, dove viene in mente la fuga dalla casa dell’artigiano del giovanissimo Arnau. Stradine medievali piene di negozi di ogni genere, che ospitano oggi come all’epoca, artigiani e mestieri tradizionali, e che sono il centro artistico della vecchia Barcellona, aperto alla cultura, all’avanguardia e all’arte. A La Ribera si trovano alcuni dei luoghi più visitati della città: il Palazzo della Musica Catalana, esempio di Modernismo e una delle sale da concerto più famose del mondo, la strada di Montcada, una via signorile medievale e rinascimentale con parecchi palazzi originali, il vivace Mercato del Born con la sua struttura in ferro, il Museo Picasso con una grande collezione delle opere dell’artista in età giovanile. Senza contare che la sera le vie si animano con i locali, i bar e i mercatini all’aperto. Su tutto s’impone, severa e spoglia, Santa Maria del Mare, oggi ricercata per celebrare matrimoni e per i concerti di musica classica.
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Per le foto si ringrazia Agencia Catalana de Turisme