La gente è già in una fila ordinata all’angolo della bancarella. Aspetta la socca, una sorta di farinata di ceci, uno dei piatti più semplici e gustosi della ricca cucina di Nizza. Al mercato dei fiori in Cours Saleya, tutti i giorni tranne il lunedì, si possono assaggiare questa e altre specialità locali in modalità d’asporto o take away.
La socca arriva annunciata da un clacson su uno strano triciclo guidato dal panettiere, sfilando nei vicoli della città vecchia fino alla bancarella che vende anche pane, dolci e altre leccornie. Viene sistemata su una grossa teglia e una via l’altra le fette vanno subito a ruba. La socca si trova anche nelle botteghe della città vecchia.
Qui tra stradine e salite, ci sono moltissime rivendite di cibo da asporto, tutto secondo la tradizione nizzarda. La Tourta de Blea, torta di bieta, sia dolce che salata, il pan bagnat, un panino gigante con pomodori, cipolla, uova sode, tonno, olive e acciughe, la Pissaladière, una specie di pizza con la cipolla e le olive, l’insalata nizzarda universalmente conosciuta e molto altro.
A Nizza è facile mangiare con pochi euro e assaggiare la cucina locale. Nel centro storico c’è A Buteghinn’a (11 rue du Marché, abuteghinna.fr), una specie di chiosco molto frequentato e gestito da tre abili signore. Propone le vere ricette di Nizza e fa parte di un circuito di ristoranti che si vantano dell’etichetta “Cuisine Nissarde”, perchè offrono i prodotti tradizionali.
Come anche Acchiardo (38, rue Droite, 06300 Vieux Nice), uno dei ristoranti più amati, creato nel 1927 da una cuoca di origine italiana: oggi a continuare la tradizione ci sono tre generazioni della famiglia e sui tavoli rustici sfilano piatti tipici, come la Merde du Can, ovvero degli ottimi gnocchetti di bieta dalla strana forma conditi con pomodoro e aglio o gorgonzola, gli antipasti che racchiudono la pissaladière, gli ortaggi ripieni di carne, la troucha, una frittata di bieta, i peperoni, la tapenade di olive, secondi di pesci
e pietanze di carne. Il tutto condito con l’inevitabile olio d’oliva e annaffiato dal vino della zona.
Poco lontano dal ristorante, nella vecchia Nizza, ci sono moltissime macellerie, oltre al piccolo mercato ittico.
La cucina di Nizza, sospesa tra monti e mare, è molto legata alla terra e ai prodotti stagionali: olive e uva da vino soprattutto, limoni, coste, porri, pomodori, peperoni, melanzane, cavoli, cipolle, legumi, patate, funghi, insalata, erbe aromatiche, fichi, albicocche, mandorle, nocciole, oltre a uova, maiali, crostacei e sardine.
Tantissimi prodotti freschi che vengono miscelati in succulente ricette che a loro volta risentono dalla
vicinanza geografica, e dalla storia (Nizza era legata al regno di Savoia fino al 1860), della Liguria e del
Piemonte. Quindi, non mancano ravioli ripieni, torte salate, gnocchi e speciali pizze. C’è anche una zuppa di pesce servita molto densa: si può assaggiare dal Ristorante Le Gaglio (2, Place Saint François http://www.restaurantgaglio.com), che propone altre ghiottonerie nizzarde e non, soprattutto pesce.
I cultori della gastronomia non devono perdere i mercati, quello dei fiori a Nizza vecchia e quello della
Liberation, nel quartiere vicino alla stazione. Quello in Cours Saleya, frequentato da abitanti e visitatori,
è molto colorato, con i fiori ordinati e le bancarelle che vendono verdure e cibo d’asporto. Tra le curiosità, sono assolutamente da assaggiare le cotognate e i torroni di Exploitation Agricole di Luis Berthon Luceram, un
signore schivo che coltiva arance amare, mandorle, fichi e mele cotogne, oltre ad avere alveari: dalle sue idee
nascono ghiottonerie che rimangono impresse nel palato e nel cuore e che si vorrebbe portare a casa a tonnellate.
Un’altra golosità imperdibile, poco lontano dal mercato dei fiori e proprio di fronte al Teatro dell’Opera, è
proposta da Maison Auer: qui dal 1820 fanno il cioccolato più rinomato di Nizza, oltre alla frutta candita che vendono sciolta o già confezionata nel negozio che è un salto d’epoca, così elegante e antico (7 rure Saint-Francois de Paule, www.maison-auer.com).
Invece, il mercato di Liberation, più frequentato dai nizzardi, è un concentrato di bancarelle di ortaggi
e pesce, quasi tutti di produzione locale e biologica. Da acquistare i profumatissimi limoni, le olive nere
e verdi, il pane appena sformato. Si possono anche fare soste rigeneranti e soprattutto gourmet come a La
Cave Champenoise, (6 Place de la Gare du Sud, 06000, www.facebook.com/lacavechampenoise) una piccola cantina davanti ai banchi del pesce gestita da una famiglia d’origine italiana che propone anche pizza e caffè, e come il Kiosque Tintin (3, Place du Général de Gaulle, www.facebook.com/kiosquetintin) dove si dice si faccia il pan bagnat più buono di Nizza.
La città è molto cosmopolita e si possono trovare specialità di tutto il mondo, oltre che ristoranti di ogni genere. Per un ottimo italiano, con pizza e pasta eccezionali, c’è Attimi ( 54, Boulevard Jean Jaures Tel. +33 (0) 4 936 200 22 http://www.attimi.fr), proprio a due passi da Place Massena, e Sentimi, in place Garibaldi, degli stessi proprietari. Per chi ama fare nuove esperienze culinarie l’ideale è il bistrot vegetariano Badaboom,
(11, Rue François Guisol https://www.facebook.com/Badaboombistrot/?fref=ts) nella zona del porto: un piccolo e accogliente ristorante che proprone cibi salutari in un mix di colori e sapori stuzzicante. Da assaggiare la strepitosa torta di carote.
In questo modo Nizza si offre ai visitatori specialità per tutti i gusti e i palati, oltre ad un memorabile viaggio nei sapori e nella tradizione della cucina locale.
Info: www.nicetourisme.com e www.france.fr
In collaborazione con www.nicetourisme.com e www.france.fr
Foto di Sonia Anselmo e www.nicetourisme.com