Poncha: è questa la parolina magica che serve a Madeira. Molto più del vino, famosissimo anche fuori dall’isola portoghese.
E’ la prima cosa che colpisce chi arriva qui, sempre dopo i panorami splendidi e la natura. Fa capolino nelle vetrine, sulle insegne, nei caffè e nello spirito degli abitanti.
Poncha è un cocktail fresco e invitante, fatto di rum, miele e limone, almeno nella ricetta base. Poi si possono aggiungere tutta la frutta che si vuole, in particolare la maracuja.
L’hanno inventato i pescatori locali quando non erano impegnati con le barche e passavano il tempo al bar, ha
un colore solare, giallo forte, nei ristoranti si può assaggiare quello prodotto in casa, che ovviamente è più buono e va giù che è una meraviglia.
Quello che vendono ai turisti da portare nel proprio Paese, furbescamente in pratiche bottiglie di plastica, è forse più alcolico e meno saporito. Sia come sia, è il souvenir per eccellenza, rimane legato al ricordo di questa isola speciale.
Non si può andar via da Madeira senza aver almeno provato un bicchierino di questo nettare, magari acquistato in una piccola distilleria come quella storica che c’è a Porto da Cruz, nel nord dell’isola. Fatto con la canna da zucchero locale, è una delle tante proposte gastronomiche di questa terra ricca e florida.
Sempre per rimanere in tema, impossibile evitare di assaggiare il Madeira, il vino noto in tutto mondo. La prima produzione di questo tipico vino corposo, di cui esistono quattro varianti (secco, medio secco, dolce, medio dolce) adatte a fine pasto, risale al XV secolo, mentre i primi vitigni furono piantati per volere di Enrico il Navigatore e presto conquistarono i banchetti regali di tutta Europa. Furono gli inglesi, però, con i loro commerci e con le navi che facevano tappa qui, a diffondere la fama del Madeira, diventando grandi importatori ed estimatori: persino Shakespeare ne cantò le lodi.
Oggi, in pieno centro a Funchal, si può visitare la fabbrica Blandy’s (www.theoldblandywinelodge.com), duecento anni di storia e produzione: impossibile andarsene dai suoi locali senza aver acquistato una bottiglia. Gli abitanti dell’isola, invece, amano creare un cocktail fresco con il loro vino, aggiungendo limone e ghiaccio. Un’alternativa all’adorato Poncha.
In fatto di alcolici, un altro prodotto è il sidro, fatto con le piccole mele che crescono tra i monti dell’isola. Ma i negozi vendono qualsiasi tipo di liquore con l’aggiunta della frutta locale. Soprattutto maracuja e passion fruit, i più diffusi.
Crescono anche queste tra i boschi e le montagne, i maracuja delicatamente si arrampicano ai muri e vengono poi utilizzati per gelati, succhi, mouse e quant’altro, i passion fruit più “invasivi” sono dovunque, con i grossi fiori rosa da cui poi nasce una sorta di mini banana. Questa è la variante che sa, appunto, di banana, ma al mercato di Funchal si trovano un’enorme varietà di passion fruit, dai mille sapori e colori, tutti da assaggiare.
Come le banane, con le grandi distese di piante, che producono per essere esportate in tutto il Portogallo e che si alternano sulle terrazze coltivate all’uva, piccola e nera, quella per il vino. E poi papaya, mango, guava, due tipi di avocado, canna da zucchero, cavoli adatti per la zuppa, le adorate patate dolci.
Non mancano mai nella cucina tipica: vengono usate per il bolo do caco, un pane che contiene un misto di farina normale e farina di patata dolce, vengono servite a grosse fette con sopra la melassa. Questo mix di dolce e salato è ricercato qui.
Uno dei piatti forti della cucina di Madeira è il pesce con sopra la banana fritta: un peculiare sapore tutto da provare. Il pesce, poi, è il re delle pietanze: tonno, gamberi, polpo, ma soprattutto il pregiato pesce sciabola nero, che vive in profondità e ha un aspetto minaccioso.
Gli amanti della carne non andranno via a pancia vuota dall’isola: per loro una delle ricette più gustose della tradizione, il filetto cotto su uno spiedo alla brace con l’odore dell’alloro. Una combinazione perfetta e tenerissima servita direttamente in tavola con un’effetto scenografico, che si farà apprezzare anche dai non “carnivori”.
Contorno, oltre alle suddette patate con la melassa, altre patate, normali questa volta, condite con sale e aromi, insalata freschissima dai mille colori e ortaggi: per una porzione non certo “minimal”.
Per concludere, si può puntare alla torta Madeira, intrisa di miele e zucchero di canna, un boccone e la glicemia va alle stelle. Oppure si può assaggiare la mousse al maracuja o al passion fruit, uno dei tanti biscotti sempre con lo zucchero di canna, le caramelle, aromatizzate dalla frutta, dall’eucalipto che cresce nel bosco o al finocchietto selvatico, la più tipica in quanto Funchal deriva come nome proprio da questa pianta che qui aveva il sopravvento su qualsiasi cosa. Una enogastronomia per tutti i gusti, legata alla bontà e reperibilità di ottime materie prime e alla tradizione.
Accanto al vino, Madeira è famosissima per l’artigianato, anche questo intriso di cultura: soprattutto per il ricamo, tuttora molto esportato. Un’opera d’arte delle abili mani di signore di una certa età, ma ancora in gambissima e con occhi attenti, che creano capolavori con ago e filo tipici.
Una capatina da “Bordal” (www.bordal.pt), storica fabbrica in centro a Funchal, fa ammirare queste meraviglie che richiedono giorni e giorni di lavoro. Tuttora gli abitanti vengono qui a comprare oggetti per battesimi, matrimoni e celebrazioni varie, mentre il lino e il cotone sono trasformati da design tradizionali o all’avanguardia: la fabbrica organizza pure ogni giovedì un workshop per chi vuole imparare a ricamare. Un piccolo centrino, una tovaglia o un semplice sacchetto profuma biancheria possono essere un prezioso ricordo di Madeira da portare a casa, se in valigia non ci sta una bottiglia di vino o del pratico Poncha.
Info: www.visitmadeira.pt
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