Di tutti i colori, avvolti nella seta, con simboli sacri, da appendere al portachiavi o al cellulare, da tenere vicino sempre. Gli omamori sono una caratteristica del Giappone.
In ogni città o borgo, è facile imbattersi in uno di questi amuleti a cui ogni giapponese non rinuncia e ogni visitatore del Paese è invogliato ad acquistare.
Gli omamori, nella traduzione letterale incantesimi portatili di protezione individuale, si comprano nei templi e nei santuari, però da tradizione il loro effetto portafortuna
dura poco: a gennaio si compie il Otakiage, un rituale in cui i sacchettini vengono bruciati
perché hanno esaurito il loro potere e hanno assorbito tutte le energie negative.
In particolare a Capodanno si va al tempio Shinshoji a Narita, vicino all’aeroporto internazionale, per questo rituale. Si dice che oltre 3 milioni di persone visitino il santuario in questo periodo dell’anno, trasformando Shinshoji nel secondo tempio più visitato del Giappone dopo il Santuario Meiji.
Una volta compiuto l’otakiage, tocca acquistare un nuovo omamori, che è qualcosa che protegge, aiuta e sostiene in determinate situazioni di vita. Non è un rapido mezzo per far avverare un desiderio. Piuttosto è un talismano che serve a dare supporto, forza e coraggio, affinché una persona arrivi da sola a realizzare il suo sogno o a risolvere i propri problemi.
Nati con l’unione tra le due religioni giapponesi, lo shintoismo e il buddismo, gli omamori hanno raggiunto la popolarità intorno al XVII secolo e da allora hanno ispirato e protetto generazioni di giapponesi, diventando un’entrata economica a sostegno dei santuari.
Un tempo erano realizzati a mano dalle Maiko, le apprendiste che lavoravano nei templi, oggi sono fatti industrialmente ma vengono benedetti dai sacerdoti prima di essere posti in vendita sulle bancarelle all’entrata dei santuari.
Normalmente un omamori è un sacchettino rettangolare in seta colorata con un cordoncino utile per appenderlo ovunque, alla borsa, al cellulare, agli zaini come fanno gli studenti, persino allo specchietto dell’auto. Si trovano anche in altre forme, soprattutto animali, e anche in piccole dimensioni.
Tutti però all’interno hanno un foglio ripiegato oppure un pezzetto di legno, su cui è scritta una preghiera, che aiuterebbe a proteggere dalla malvagità il possessore dell’amuleto.
Ogni tempio giapponese ha i suoi tipici omamori che offrono diversa protezione e hanno scritto
all’esterno il nome del santuario su un lato e la tipologia sull’altro. Adeguandosi
alle necessità più moderne i portafortuna si possono comprare anche nei distributori automatici o su internet.
Come rituale, la loro durata è di un anno, dopo di che andrebbero bruciati al santuario di appartenenza, ma spesso è difficile farlo, come anche per i turisti che li hanno acquistati e vogliono tenere l’omamori per souvenir: l’importante è nasconderlo in un angolo della casa, lontano dagli sguardi, e soprattutto mai aprirlo, altrimenti perde tutto il suo potere e la persona offenderebbe anche la divinità.
Se invece l’omamori dovesse rompersi per l’usura, si crede che stia facendo egregiamente il proprio compito, attirando su di sé tutta la negatività.
Molti giapponesi, però, li conservano, sempre lontano da occhi indiscreti, per ottenere una sorta di collezione da destinare alle generazioni successive. Un po’ come i turisti che li conservano per ricordo del Giappone, impossibilitati a tornarci per bruciare l’amuleto.
Comunque sia, c’è un omamori per ogni desiderio: amore, felicità, soldi, salute, lavoro, affari, famiglia, amicizia, riuscita negli studi e agli esami, per viaggiare serenamente, per il parto, per la sicurezza in auto, per allontanare la sfortuna e le energie negative.
Ci sono anche gli amuleti specifici per ogni desiderio (dalla vincita alla lotteria
alla riuscita di un affare, dal ricevere un’eredità a praticare uno sport), per proteggere gli animali domestici, la casa, l’auto e persino le barche, se si tratta di un santuario in un villaggio di pescatori. Tra i più curiosi, quello per proteggere le informazioni digitali e il computer, in vendita in un santuario dedicato allo spirito delle telecomunicazioni a Kyoto.
Tra gli omamori più richiesti quello per scacciare gli spiriti maligni, in generale, che allontana ogni forma di male da chi lo possiede e trasforma il negativo in positivo, e l’amuleto per eccellenza, l’omamori kaiun, che serve ad attirare la buona sorte e gli eventi positivi. Fondamentale per iniziare un nuovo anno sotto i migliori auspici.
Info: www.japan.travel
Foto: Sonia Anselmo, www.japan.travel, photo-ac.com, pixabay
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