Delicato, aromatico e prezioso. Il caffè delle Hawaii è una curiosità ricercata, che conoscono solo gli intenditori e gli appassionati.
Di certo l’arcipelago americano dell’Oceano Pacifico viene associato a frutta tropicale, fiori e bellezze naturali, non certo al chicco di caffè. Eppure il Kona, così si chiama dal nome della zona dove cresce, è una delle prelibatezze più ricercate, al punto da essere uno dei caffè più costosi al mondo.
Anche perché il caffè delle Hawaii non è moltissimo, non è il risultato di coltivazioni intensive, al contrario è all’appannaggio di poche aziende che si trovano a Hualalai and Mauna Loa nel nord e nel South Kona District della Big Island delle Hawaii, dove sbarcò il Capitano Cook, anche se altre piccole fattorie si trovano pure nelle altre isole.
Il caffè delle Hawaii ha una lunga storia di tentativi più o meno riusciti, voluti da missionari, governatori e botanici nell’Ottocento, con semi importati dal Brasile e messi a terra in varie zone dell’arcipelago. Fu il reverendo americano Samuel Ruggles nel 1820 a trovare il luogo ideale per la crescita e lo sviluppo della pianta: il distretto di Kona, che in lingua locale significa “battuto dal vento”, che ha le condizioni climatiche e il suolo perfetto per le coltivazioni di arabica.
Qui i venti forti vengono bloccati dal Mauna Loa, il vulcano alto 4 mila metri, in questo modo gli alisei si trasformano in una brezza leggera che non distrugge i fiori del caffè. Inoltre le mattine sono assolate, nei pomeriggi il cielo si annuvola o arrivano i temporali offrendo ombra, protezione al sole forte e refrigerio al punto che non occorre innaffiare. Il suolo poroso, ricco di materiali di origine vulcanica, e le temperature costantemente miti, senza gelate nemmeno notturne, contribuiscono a creare un microclima perfetto per l’arabica.
Da metà dell’Ottocento il caffè delle Hawaii viene coltivato alle pendici dei vulcani attivi Hualalai e Mauna Loa,
ricchi appunto di fertile terreno lavico. Sono circa 600 le aziende grandi e piccole, a conduzione familiare, spesso una accanto all’altra, che si passano di generazione in generazione l’attività della coltivazione e produzione.
La stagione del caffè inizia con la Neve di Kona, ovvero quando le piante si ricoprono di piccoli fiorellini bianchi tra febbraio e marzo, mentre le bacche verdi cominciano ad apparire ad aprile. Per agosto i frutti sono rossi, vengono chiamati ciliege perché le ricordano nella forma, e sono pronti per essere raccolti: una procedura che deve essere fatta rapidamente.
Entro 24 ore dalla raccolta le bacche vengono separate dalla polpa e lasciate in una vasca di fermentazione per almeno 12 ore, a seconda della temperatura esterna e dell’altitudine. Poi vengono sciacquati e messi ad asciugare su un hoshidana, un essiccatore tradizionale, con un tetto scorrevole che copre i semi in caso di pioggia.
Sono necessari dai 7 ai 14 giorni per asciugare i chicchi di caffè a un livello di umidità ottimale, tenuta sempre sotto controllo.
Questo procedimento, però, riduce di molto la quantità del prodotto finale e per ottenere una confezione di caffè torrefatto potrebbero servire otto sacchi di bacche.
La torrefazione vera e propria è un’arte tramandata di padre in figlio e richiede un’ottima attrezzatura. Alla fine del processo i chicchi sono pronti per la vendita.
Una volta pronto per essere degustato come bevanda, il caffè delle Hawaii è perfetto da preparare con il filtro e porta in sé quell’accenno di esotico e raro che lo rende ancora più goloso da assaggiare.
Alcune piantagioni e le annesse fattorie sono visitabili, come la Royal Kona Coffe, tra le più famose. A Captain Cook sulla Big Island, poi, The Living History Farm è un vero e proprio museo a cielo aperto dove si può scoprire tutto sulla tradizione agricola del distretto di Kona.
In questa storica azienda creata da immigrati giapponesi nel 1925, si può passeggiare tra la piantagioni di caffè, scoprire metodi e strumenti antichi, coccolare gli asini che un tempo venivano usati per trasportare i sacchi, degustare i vari tipi e aiutare a cogliere altri frutti, come l’ananas. La fattoria fa pare della Kona Historical
Society, che racchiude i principali produttori e si occupa di perseverare, con eventi, manifestazioni
e anche visite virtuali, l’antica tradizione del caffè delle Hawaii (https://konahistorical.org/).
Inoltre, esiste anche la Festa del caffè, una sorta di sagra tra i produttori con diversi appuntamenti a tema, come valutazioni di una giuria di esperti, ricette a base dei chicchi e altri eventi, compreso un torneo di golf.
Le confezioni di caffè delle Hawaii si trovano ovunque, come nei negozi, nei mercati e nelle botteghe di Honolulu. Spesso aromatizzate con altri sapori tipici dell’arcipelago, come la vaniglia, la noce macadamia, il cocco e il cioccolato, sono il perfetto souvenir da portare a casa agli amici più curiosi di provare gusti diversi e prodotti tipici.
Info: www.gohawaii.com
Foto: dreamstime.com, pixabay, www.royalkonacoffee.com/, www.gohawaii.com
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