I bagliori sono cangianti, tendenti al grigio scuro, e non lasciano indifferenti
gli osservatori. Le perle di Tahiti sono un prezioso regalo della natura, alquanto particolare, molto apprezzato in gioielleria proprio per la sua originalità, lucentezza e colori rari.
Esotiche quanto basta, sono note anche come perle nere, anche se poi la gamma
di tinte che ricoprono va dal bianco panna e argento fino al nero profondo, passando per sfumature blu, viola, verdi, rosa.
Tutto dipende dal mollusco che le produce, la Pinctada Margaritifera, un’ostrica con le labbra nere e il mantello variopinto. Si trova in Polinesia Francese, nelle isole Cook e in quelle della Micronesia, in Giappone, Thailandia e Filippine, ma solo quelle che provengono dalla isole polinesiane vengono definite perle di Tahiti.
L’isola è il principale centro commerciale, dove le perle nere vengono
smistate, vendute e quindi spedite in tutto il mondo. Molti sono i negozi a Papeete dove si possono acquistare, sia sciolte che montate in collane, bracciali, anelli, spille, orecchini e quant’altro la fantasia e la creatività possano fare in materia di bijoux.
A Papeete c’è anche un museo interamente dedicato alla perle di Tahiti:
in centro, vicino Cattedrale di Nostra Signora e al Parco Bougainville, è una delle soste da fare per scoprire di più il mondo delle perle.
Al museo, detto anche di Robert Wan, dal nome del collezionista che ha cominciato a selezionarle, si può ammirare la più grande perla tahitiana mai ritrovata, dedicata proprio a Wan. Inoltre nelle sale si apprende la storia, la scienza, l’arte, l’importanza culturale ed economica delle perle di Tahiti, oltre al loro legame con il misticismo e il mistero, sempre presente sulle isole polinesiane.
Del resto, un prezioso così bello e raro si amalgama bene ad un’origine fiabesca. La mitologia della Polinesia racconta che le perle di Tahiti nacquero quando Oro, il dio della guerra e dell’arte, scese sulla terra camminando sull’arcobaleno.
A ogni passo gocce di colore caddero e si trasformarono in perle nere dalle mille
sfumature.
Un’immagine poetica che si adegua perfettamente alla suggestione provocata dal
tesoro marino, che per i tahitiani è sinonimo di ricchezza e di stato sociale
per chi lo possiede.
In passato, le perle di Tahiti avevano un enorme valore sul mercato, solo
pochissimi ricchi potevano sfoggiare un gioiello composto da rarità.
Nel 1900, all’EXPO di Parigi, venne esposta una perla nera dalle sfumature verdi
che fu poi venduta per 30.000 dollari: una cifra esorbitante. Così come il prezzo
realizzato negli anni Ottanta per una collana a triplo filo di perle di
Tahiti dalla dimensione da 12 mm a 15 mm fu di 880 mila dollari negli Stati Uniti.
Prima che le perle venissero coltivate, i polinesiani usavano la madreperla per
ornare i propri gioielli e per le armi. Con l’arrivo dei primi europei sulle isole a inizio del XIX secolo, si cominciò l’esportazione della madreperla come materiale per piccoli oggetti. Presto, comunque, le riserve naturali di ostriche vennero sfruttate e messe a rischio.
Soltanto negli anni Sessanta che alcuni imprenditori vollero investire nella coltivazione delle perle in modo sostenibile, attraverso l’esperienza di tecnici giapponesi riuscirono a perfezionare un tipo di innesto efficiente per l’ostrica polinesiana. Da allora le perle di Tahiti divennero meno rare e più accessibili.
Oggi vengono coltivate e lavorate in ogni isola dell’arcipelago polinesiano, ma la principale zona si trova a Manihi, che fa parte delle Isole Tuamotu e dista circa 530 km da Tahiti, da cui è raggiungibile con un volo di poco più di un’ora.
Manihi, da dove partì la coltivazione negli anni Sessanta, è particolarmente suggestiva anche per le possibilità di ammirare le perle nere da vicino nei
laboratori visitabili. Qui l’acqua molto pulita, ricca di sostanze nutritive e calma, insieme alle lagune profonde, hanno aiutato il processo di formazione delle perle e hanno trasformato Manihi in un luogo di culto per gli amanti
del tesoro madreperlaceo.
Ogni perla è unica, sia per colore che per dimensione. Le sfumature sono tantissime e praticamente ricoprono tutta la sfera cromatica. Inoltre, un’altra caratteristica delle perle di Tahiti è la dimensione: sono tra le più grandi al mondo, con un diametro che va da circa 8-9 mm a 17-18 mm. Possono essere poi di varie forme, semirotonde, a goccia, a forma di bottone o barocche, anche se le più richieste, preziose e rare sono proprio le rotonde. Tutto induce a rendere le perle di Tahiti un prezioso regalo o souvenir, oltre ad ammaliare gli appassionati.
Info:
www.tahititourisme.it
Foto © Teriitua Maoni Tahiti Tourisme, dreamstime.com
Si ringrazia Tahiti Tourisme per la concessione di una foto a corredo dell’articolo
Articoli correlati:
https://www.latitudinex.com/oceania/tiare-il-piccolo-grande-fiore-della-polinesia.html
https://www.latitudinex.com/oceania/moorea-lisola-selvaggia.html