Terni, città di San Valentino e degli innamorati

Le luminarie e i palloncini a forma di cuore non lasciano dubbi: Terni è la patria degli innamorati. Non c’è migliore città per essere eletta a luogo dell’amore di quella che custodisce San Valentino.

Sospesa tra un passato industriale, l’arredo urbano moderno e l’anima storica, Terni è legata al suo Santo patrono in ogni modo possibile. Non da ultimo, l’aspetto turistico che attrae nei giorni intorno al 14 febbraio molti visitatori che vanno ad omaggiare l’antico vescovo nella sua basilica.

Tante sono poi le proposte per chi viene a suggellare il suo amore a Terni, dalle promesse di matrimonio e dalle feste per le nozze d’oro e d’argento alle luminarie e alle prelibatezze gastronomiche a tema.

Una delle manifestazioni più amate di questo periodo è Cioccolentino, Festival nazionale del
cioccolato, con degustazioni, show cooking, abbinamenti con il vino, laboratori per grandi e piccini. Del resto, l’Umbria è sinonimo di cioccolato e unire amore e il cibo degli Dei viene naturale.

Inoltre, a piazza Tacito, cuore della città, verrà allestito uno spazio dedicato
all’intrattenimento e al divertimento con il Love Circus animato da artisti circensi con
spettacoli di giocoleria, show di fuoco e divertenti animazioni.

Così Terni, dal 10 al 14 febbraio 2023, si trasformerà anche nel regno del cioccolato con un tema conduttore: un invito a tutte le persone che cercano l’amore di trovare la chiave giusta per aprire
il cuore della persona amata, e, per chi ci fosse già riuscito la chiave serve a rinnovare e rafforzare l’amore.

Del resto, un salto a trovare San Valentino e pregare affinché faccia trovare l’amore è d’obbligo a Terni.

La Basilica di San Valentino è stata costruita sul luogo di sepoltura del martire, dove un tempo c’era una necropoli paleocristiana. Nella cripta si può vedere il nucleo originario della chiesa, poi riedificata nel Seicento, quando alcuni scavi archeologici portarono alla luce un’arca di marmo, rustica fuori, e all’interno intagliata con una croce in rilievo, che conteneva
una cassa di piombo.

Quando venne aperta, si riconobbe il corpo di San Valentino grazie a una iscrizione nel marmo: c’erano tutte le ossa principali del corpo e il cranio, conservato separato, non era completo. La reliquia fu sistemata in un’urna di cipresso, foderata di rosso, che fu chiusa e ricoperta con un panno trapuntato d’oro, e in seguito sistemata sotto l’altare maggiore, dove è tuttora visibile.

Da non trascurare l’aspetto religioso nei giorni della festa di San Valentino. Terni infatti omaggia il Santo portando le reliquie in processione: una sfilata di prelati e gente comune, che si agita per toccare il cristallo della teca della statua che contiene i resti del patrono
e ammirare il suo viso dorato.

Il 14 febbraio Terni sembra fermarsi per festeggiare il Santo, che fu il primo vescovo della città.

Secondo le fonti antiche, Valentino nacque a Interamna Nahars, l’attuale Terni, nel 176 d.C., e consacrò la sua vita alla fede, facendo molti seguaci e discepoli. Era amatissimo perché era capace di fare miracoli e curare i malati e i moribondi.

Non riuscendo a capire le sue doti, venne condannato martirizzato per questo e fu decapitato il 14 febbraio 272 a Roma, di notte e di nascosto per evitare che i suoi seguaci intervenissero. Essi riuscirono solo a riportare a Terni, lungo a via Flaminia, il corpo del martire e a seppellirlo dove oggi sorge la basilica.

Valentino fu scelto come Santo degli innamorati perché, secondo la tradizione, era un difensore delle storie d’amore, incoraggiando a sposarsi e fare figli, e aveva l’abitudine di regalare fiori ai fidanzati che andavano a chiedergli consiglio.

La leggenda, però, vuole che fu il primo a benedire l’unione tra un centurione romano, Sabino, e una cristiana, Serapia. La ragazza abitava in una piazza di Terni, oggi piazza Clai, e da quelle parti passava spesso Sabino: i due si conobbero, si innamorarono e lui la chiese in sposa. Ma la famiglia di Serapia era contraria perché il centurione era pagano: su consiglio dell’innamorata egli andò dal vescovo per farsi battezzare. Non bastò. Purtroppo Serapia era affetta da tisi e questo fece disperare sia la famiglia che lo sposo, chiamarono il Santo al capezzale e Sabino lo supplicò di impedire la morte della sua amata: non avrebbe potuto sopportare di vivere senza di lei. Valentino alzò le mani rivolgendosi a Dio e un sonno beato si prese i due ragazzi per l’eternità.

Secondo un’altra versione meno tragica della leggenda, invece, San Valentino li unì in matrimonio che risultò molto felice e sereno: da quel momento, il vescovo divenne consigliere spirituale delle coppie che cercavano in lui consigli, conforto e la sua benedizione. Da allora divenne il protettore degli innamorati.

Invece, la festa risale al 496 quando papa Gelasio I volle porre fine ai lupercalia, antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità che si svolgevano il 15 febbraio in modo molto sfrenato, e scelse proprio il giorno di Valentino, per celebrare l’amore più puro.

Trascorre la giornata degli innamorati a Terni non è solo omaggiare san Valentino. E’ anche scoprire la città, famosa per le acciaierie e le industrie, sospesa tra arredo urbano contemporaneo, come la Lancia di luce, nota anche come Obelisco di Arnaldo Pomodoro, e antichi resti come quelli dell’Anfiteatro romano.

Inoltre, molti monumenti raccontano il grande passato di Terni, come la chiesa di San Salvatore, costruita nell’alto Medioevo su una domus romana, la chiesa di San Francesco, risalente al Duecento e con un pregevole affresco del Giudizio Universale, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, d’origine romanica ma poi rifatta in epoca barocca, la torre romanica dei Barbarasa, un tempo a guardia della città, il cinquecentesco Palazzo Spada. Anche se il vero protagonista di Terni resta sempre San Valentino.

Info:
www.umbriatourism.it/it/homepage
https://turismo.comune.terni.it/it/terni-citta-di-san-valentino
www.cioccolentino.com/

Foto Alessandro Marsili, dreamstime.com

Si ringrazia Umbria Tourism per la gentile concessione di sei foto a corredo dell’articolo

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