Santa Felicita e Oltrarno, sguardo sulla Firenze insolita

Lungo la via principale del turismo in Firenze, tra il Duomo, Piazza Signoria, appena passato Ponte Vecchio e poco prima di Palazzo Pitti, si incontra una piazzetta un po’ bislacca: una colonna solitaria, un archetto e una chiesa dall’aria umile.

Santa Felicita, insieme a San Lorenzo è una delle chiese più antiche della Città gigliata. Nella sua ultra millenaria storia ha subito varie ricostruzioni.

L’aspetto attuale, risale al Settecento, è opera di Francesco Ruggeri. Alcune tracce ci dicono che fu voluta dalla comunità di commercianti siriaci nel secolo II d.C. Dell’epoca paleocristiana ci sono giunte alcune lapidi funerarie e resti delle sepolture.

La chiesa di Santa Felicita fu parte del complesso conventuale delle vallombrosane. La sua fama è dovuta alla presenza della Deposizione del Pontormo. Il quadro è considerato tra i capolavori del ‘500, al primo sguardo lascia interdetti e colpisce per la modernità. Tutti i partecipanti alla deposizione esprimono il loro sentire, in maniera individuale e corale. Un dramma che ognuno vive in sé ed esterna, una rappresentazione di teatrale sacra e umana.

Limitarsi alla sola visione della cappella Capponi a Santa Felicita è uno spreco, anzi regalarsi il tempo per conoscere, addentrarsi nella sacrestia e nel museo è occasione per assaporare la Bellezza. Ruggeri nel suo intervento azzerò il precedente edificio medievale, ma non lo distrusse del tutto. Così nella sacrestia, progettata da Brunelleschi, possiamo osservare opere di Nero di Bicci, Taddeo Gaddi, Della Robbia, Niccolò di Pietro Gerini.

Di quest’ultimo nella sala capitolare di Santa Felicita si può ammirare La Crocifissione (fine 1300), che dal 1665 si trova affiancato dagli affreschi di Cosimo Ulivelli. Gli artisti rinascimentali erano creativi multimediali, allora ecco opere del Buontalenti realizzate per scenografie sacre. Seguono codici miniati, sfavillanti paramenti, un’infinità di reliquiari appartenuti ai Medici.

Alla chiesa di Santa Felicita si accedeva anche dal Corridoio Vasariano, così i Medici potevano assistere alle funzioni religiose dal palco senza essere visti e senza uscire dalle loro proprietà. Ruggeri ampliò il palco creando una grandiosa location per i Granduchi Lorena.

Per realizzarlo eliminò la cupola che si dice fosse una sorta di prova che Brunelleschi aveva edificato in visione del suo capolavoro che ancora oggi domina il centro di Firenze: la cupola del Duomo. Dal palco granducale si ammira tutta la magnificenza settecentesca, che tuttavia mantiene quell’armonia misurata del Rinascimento. Vorrei continuare a curiosare in ogni angolo, ma la chiesa di Santa Felicita chiude a una certa ora.

Alle spalle di Santa Felicita si apre una Firenze ancora abbastanza tranquilla, un’Oltrarno segnato da giardini, oltre Boboli, si possono visitare il giardino di Villa Bardini, proprio sotto il Piazzale Michelangelo il magico Giardino delle Rose e poco distante quello degli Iris, aperto solo per un breve periodo.

Via de’ Bardi mi ammalia con il suo fascino severo, non priva di sorprese. Al 32 la Cantina dei Litfiba, gruppo storico del rock italiano, che appare come un’astronave in questo rigoroso contesto, mi strappa un sorriso.

Viso aperto e occhi scintillanti, eccolo davanti al suo laboratorio al 20r di Via de’ Bardi, Arlo Haisek. Gioielliere, incantatore di pietre, addomesticatore dei metalli, alla ricerca della Bellezza, Arlo Haisek è l’odierno discendente della prestigiosa arte orafa, con la quale si misurano artisti come Ghiberti, Cellini, Donatello. Arlo Haisek affonda la sua ispirazione negli elementi della Natura, rimando sensibile alle problematiche attuali. Il suo laboratorio è un piccolo cosmo di raffinatezza.

Musica e odori hanno la capacità di provocare reazioni istintuali, rapide e involontarie, innescano memorie dimenticate. Il Museo del Profumo di Lorenzo Villoresi (Via de’ Bardi, 12) dà ragione e conto in maniera scientifica della magia del profumo, nulla togliendo alla evocativo anzi amplificandone il senso. La visita mi guida lungo la storia, le origini delle essenze, la loro lavorazione.

La struttura è priva di barriere architettoniche e l’esperienza è tattile e olfattiva, adatta a tutte le persone anche con disabilità visiva.

Una biblioteca dei profumi, quelli naturali, quelli di sintesi messi a punto all’inizio del secolo scorso, quelli stravaganti ispiranti ai nostri tempi. Gli aromi del Medio Oriente incantarono
Lorenzo Villoresi che si dedicò alla loro conoscenza, fino a diventare nel 1990 un creativo della profumeria artistica. Da filosofo viaggiatore infonde nelle sue alchimie la percezione dello spazio e della memoria.

La zona alle spalle di Via de’ Bardi fu colpita da rovinose frane, tanto che nel 1547 fu fatto divieto di costruzione. Da quello che rimase un pezzo di campagna in città ebbero origine i Giardini di Villa Bardini (Via de’ Bardi, 1 r) Di fatto ancora dentro all’ingresso, mi solletica il naso un intenso profumo di verde, bosso, allora erba già mi trascina via dalla città.

Cammino tra viali di alberi ordinati, siepi pettinate, le collezioni delle piante si susseguono nelle fioriture, creando un gioioso calendario. Il giardino all’italiana dove l’armonia suggella il patto tra uomo e Natura.

Mentre salgono tra vialetti, statue e fontane, l’orizzonte si aggrappa sui tetti di Firenze, la Cupola di Brunelleschi, il Campanile di Giotto, Palazzo Vecchio. La città consueta tra i riquadri verdi offre inattese prospettive, così il Campanile di Santa Croce appare tra i rami e mi sorprende sembra un minareto.

Villa Bardini, ora spazio espositivo, mi accoglie con una visita panoramica che ammutolisce. Di giardino in giardino, il pensiero e i passi mi conducono al Giardino delle Rose., un respiro profondo, come l’alito di un sogno. Le sculture in bronzo di Folon hanno la stessa leggerezza delle rose.

Di fronte quel paesaggio urbano di Firenze, tutto lì, ogni volta mi meraviglia per la dimensione fisica e per la grandezza storica. Quasi viene voglia di afferrare quell’immagine da cartolina, tra il gesto pensato e la sua impossibilità si apre lo spazio della Bellezza.

Dove Dormire
Se non amate le situazioni standard fa per voi. Appartamenti destinati ai turisti ricavati dall’ex convento delle Vallombrosane di Santa Felicita. Si accede da un ingresso della Chiesa, si percorre un lungo corridoio che si affaccia sul cortile ottagonale dell’ex convento, per entrare nell’appartamento che di riffa e di raffa non può prescindere dalla sua storia. Ogni appartamento ha una propria identità, senza rinunciare ai moderni comfort.

Contatti:
Visite Santa Felicita e Appartamenti: Adriana Bartolini 329 7350093 adrianabartolini1@gmail.com

Info:
www.visitflorence.com
www.visittuscany.com
https://museovilloresi.it/
https://www.villabardini.it/

Foto Maria Luisa Bruschetini, Museo del Profumo
Si ringrazia il museo del Profumo per la gentile concessione di 3 foto a corredo dell’articolo

Articoli correlati:
https://www.latitudinex.com/italia/cupola-di-burnelleschi-a-firenze-un-capolavoro-di-600-anni.html
https://www.latitudinex.com/italia/cappelle-medicee-splendore-rinascimentale-firenze.html
https://www.latitudinex.com/italia/giardini-di-boboli-angolo-di-firenze-tra-arte-natura-e-storia.html

0 Condivisioni

One Response

  1. Bonini Franca 6 Settembre 2023

Lascia un messaggio