Il divertimento è indovinare chi è ritratto nelle statuine delle bancarella: calciatori, politici, i simboli di Napoli. Tutti decorati a mano. San Gregorio Armeno è diventata una via attrazione, dove l’antica tradizione dei presepi si mescola all’ironia, alla creatività, agli scherzi, alla devozione verso un personaggio.
Così, lungo l’arteria del centro, sfilano uno dietro l’altro Totò, Troisi, Pino Daniele, Maradona,
ma anche il Papa e la regina Elisabetta, i vip del momento dello schermo, del campionato, del Parlamento.
Restano cardine le statuine del presepe, la Natività e i re Magi, ma anche contadini, pastori
e fornai. Di tutto e di più.
Un mondo colorato che rispecchia l’unicità di Napoli. Per Natale 2021 si è inaugurata la 150 esima
edizione della fiera, con le casette dei mercatini con i prodotti tipici e idee regalo. Per i napoletani è quasi un obbligo passeggiare per San Gregorio Armeno durante le Feste, che rendono la strada molto affollata.
Ma a San Gregorio Armeno è Natale tutto l’anno, si possono acquistare sempre i presepi. Anzi, nei mesi meno frequentati, i visitatori hanno anche la possibilità di assistere dal vivo al lavoro di qualche artigiano.
San Gregorio Armeno, nel centro di Napoli, ha una storia antica. Oggi unisce via dei Tribunali
con piazza San Gaetano e via San Biagio dei Librai, nota come Spaccanapoli. Un tempo, però, era una strada dove si trovava un tempio romano consacrato a Cecere, dea della fertilità e della terra, alla quale si portavano come ex voto statuette di terracotta e già in quell’epoca sulla via sorgevano botteghe di artigiani che le creavano.
Nel X secolo, il tempio venne distrutto per fare posto a un monastero delle monache dell’ordine di San Basilio in fuga da Costantinopoli per la persecuzione iconoclasta: le religiose portarono con loro le reliquie di San Gregorio, vescovo dell’Armenia. Da qui il nome attuale della strada.
Prontamente gli artigiani convertirono le loro opere da statuette pagane a rappresentazioni della Natività, assecondando il Cristianesimo, mentre i potenti e i nobili napoletani li incaricavano sempre di più di raffigurare i personaggi del Vangelo ed ex voto con le sembianze di chi riceveva la grazia.
Fu con l’esplosione della tradizione del presepe napoletano, nel Settecento, via San Gregorio
Armeno divenne il fulcro della creatività e della maestria degli artigiani. Una tradizione che
è continuata nei secoli e rimasta viva grazie alla grande passione degli artisti ed è arrivata
fino a noi, tramandata da generazioni in generazione.
Ovviamente con qualche concessione ai tempi che cambiano, modernizzando una tradizione secolare. Una delle caratteristiche del presepe napoletano è proprio questa unione di sacro, con la Natività, e profano.
Accanto alle statuette classiche del presepe, sono ritratti anche personaggi famosi della politica internazionale, della tv, dello sport, una sorta di caricatura che dà sfogo all’ironia e alla fantasia dei napoletani. Una curiosità è scoprire ogni anno il nuovo soggetto raffigurato, la new entry sulla bancarella: essere presenti a San Gregorio Armeno è diventata una conferma di popolarità, una consacrazione per essere vip.
Non mancano, tra le botteghe sui due lati della strada e le bancarelle, i segni e le figure tipiche di Napoli, da Pulcinella al classico cornetto, fino agli immancabili simboli come Totò, Troisi e Maradona.
Tutto quello che è esposto è un’opera d’arte, creata con passione dagli artigiani. A San Gregorio Armeno si trova tutto il necessario per il presepe: dalla Sacra Famiglia e i Re Magi alle casette in sughero, agli oggetti azionati elettricamente come i mulini a vento.
Ma la caratteristica principale sono appunto le statuette di terracotta dipinte a mano, alcune
delle quali con abiti ricamati e cuciti su misura, secondo la moda Settecentesca. Non solo pastori, ma anche macellai, pescivendoli, fornai e pizzaioli.
San Gregorio Armeno è dominata dal campanile dell’antico complesso di San Lorenzo Maggiore, imperdibile tappa da visitare, con la basilica di origine duecentesca, il convento con il Museo dell’Opera, il chiostro settecentesco. Da qui si va anche a scoprire la Napoli sotterranea. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce resti dell’agorà greca del I secolo, poi trasformata in foro romano, macellum, anfiteatro.
In epoca romana sorgeva anche il mercato cittadino con negozi e laboratori, oltre a quelli destinati agli ex voto per il tempio di Cecere. Insomma, a Napoli sono passati i secoli e la storia ma San Gregorio Armeno ancora è rimasta una strada di botteghe artigiane, quasi fosse una vocazione.
Info:
www.comune.napoli.it
Foto dreamstime.com
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