Sacile, ponti, palazzi e canoa sul fiume

Se Sacile avesse origine mitologica, sarebbe una ninfa, figlia della Livenza e del commercio. Il fiume Livenza, o la Livenza, nasce nel comune di Polcenigo (Pn) e sfocia a Caorle vicino Venezia, caratterizzato da un fluire costante e vigoroso, che per secoli lo ha reso navigabile per quasi tutto il suo corso.

Sacile viene fondata su di un’isola del Livenza, suddivisa poi da un canale artificiale, e il centro storico è ancora lì raccolto, con i suoi bei palazzi dalla doppia facciata, da un lato approdi fluviali e dall’altro di strada. I giardini della Serenissima, così veniva denominato questa zona, l’entroterra era d’importanza strategica per il successo commerciale della Repubblica e lungo il Livenza i prodotti venivano convogliati a Venezia. Sacile prosperò fintanto che la Serenissima fu ponte tra Occidente e Oriente.

L’essenza di Sacile è nella vicenda della famiglia Ragazzoni raccontate negli affreschi della sontuosa dimora. Il Palazzo Ragazzoni testimonia la portentosa vita di Giacomo, morto nel 1610 all’età  di 81 anni, che il padre, affermato mercante veneziano, avviò alle pratiche commerciali inviandolo quattordicenne a Londra, per far gavetta presso l’agenzia di famiglia. Il ragazzo ne fece di carriera, tanto che ebbe il privilegio di inserire la rosa, simbolo della casa reale Tudor, nello stemma della famiglia.

La Repubblica veneziana per riconoscenza dei servizi resi nominò i Ragazzoni Conti di Sant’Odorico presso Sacile, questo offrì un’opportunità  di affari interessante. Le merci, provenienti dalla succursale in Creta, venivano scaricate dalla flotta commerciale a Sacile, da dove prendevano le vie del nord Europa, mentre si caricavano i prodotti del contado, come il legname per la costruzione di barche e remi. I Ragazzoni, giocarono ruoli importanti nelle relazioni con gli Ottomani, con la Francia, il papato, Inghilterra, Spagna, accumularono ricchezze immense che non sopravvissero a lungo alla morte di Giacomo.

Il centro storico sacilese è un continuo di strade dai bei palazzi fondaco, la singolarità  urbanistica è evidente. Una curiosità dei palazzi di Sacile, mentre in genere sull’ingresso principale si trova rappresentato lo stemma del proprietario, qui, come ancora si può vedere, sono posti volti e maschere per propiziatori di buon affari. Tra le architettura e l’acqua che scorre il richiamo a Venezia è forte, le immagini da cartolina sono tante, tra portici, piazze e ponti si può passeggiare a lungo per cogliere un dettaglio o un riflesso sull’acqua.

Un giro in canoa per le vie d’acqua permette di completare la visione della cittadina, tra terra e mare, tra mondi lontani, il suo essere punto di discontinuità e connessione. Piccoli segnali tracciati dalla Storia come testimoniano i colpi di mitraglia sul Palazzo Ragazzoni ricordo della Prima Guerra Mondiale, i supporti per l’esplosivo, installati sotto il ponte della Vittoria, ricostruito dopo la seconda guerra in piena Guerra Fredda. Più che da mercantili, oggi, il Livenza è percorso dalle canoe. La squadra di canottaggio è un vanto sacilese, quindi nessuna meraviglia per gli oggetti ciondolanti sul fiume, sono come le porte, ostacoli posti per gli allenamenti dei canottieri.

L’Angelo sovrasta la punta del Campanile, salta fuori un po’ ovunque nel panorama sacilese, poi viene la curiosità  di incontrare questo solerte custode. Il Campanile è 52 metri di altezza, realizzato in mattoni a vista nel 1568, parente nell’aspetto di quello di San Marco, a lato lo accompagna il Duomo di San Nicolò. L’attuale struttura dell’edificio risale alla seconda metà  del 1400. Tra il 1943 e 1946, per recuperare lo splendore perduto con il terremoto del 1936, venne commissionato il ciclo di affreschi per l’abside e presbiterio a Pino Casarini e che progettò anche il portale, che fu terminato postumo.

Casarini artista-artigiano, si forma in bottega, scenografo innovatore, pittore, artista fedele alla sua musa, la moglie. Il suo intervento nella Chiesa riassume il suo vissuto artistico. Da dischiudersi del portale all’abside si entra in una rappresentazione, un’azione teatrale, scenografia essenziale, simbolica e dinamica, i personaggi sono presenti con intensa espressività.

Per molte stagioni Casarini fu scenografo all’Arena di Verona dove innovò la fruibilità  delle opere, con la realizzazione di scenografie per una visione non solo frontale, introdusse le quinte mobili con conseguente riduzione dei tempi per cambio scena.

Casarini, pur non essendo sacilese per nascita era molto legato alla cittadina, per questo la moglie, Signora Elide Veronesi, offrì alla parrocchia di Salice una larga parte delle sue opere, tra dipinti, acqueforti, scenografie, ora poste a Palazzo Carli.

Nella stessa piazza dove si affacciano il Duomo e il Palazzo Carli, si fa notare la facciata di Palazzo Ovio Gobbi. L’edificio, si presenta settecentesco, con pregevoli decorazioni a stucco al suo interno, pur avendo mutato aspetto e usi nel corso dei secoli rimane leggibile il suo ruolo di dimora commerciale dove l’attuale giardino fungeva da scalo fluviale. Nel Palazzo Gobbi ha sede un centro di studi biblici con una vasta raccolta di testi tematici.

La Sacile dei ponti, di acqua e palazzi lascia un elegante ricordo di pacata vivacità, spinge a sogni lontani per tornare.

P.S. A Sacile i ponti, passerelle, attraversamenti per andare dall’una all’altra sponda del Livenza sono 16 in totale, di cui 12 nel centro storico, 5 solo pedonali, i primi costruiti nel XVII secolo e l’ultimo pedonale inaugurato nel 2003.

Dove mangiare: Farmacia dei 33 Piazza del Popolo, 33 Tel 0434 71230. Per un aperitivo tra il Ponte Vittoria e la Piazza, buon vino e ottimi stuzzichini. Subito dopo Ponte della Vittoria entrando nella Piazza.

Per informazioni e visite guidate in Sacile www.comune.sacile.pn.it

Informazioni e prenotazioni visite alla Galleria Casarini e Centro Studi Biblici
Telefono: 043 711858 archivio.sannicolo@gmail.com

Foto di Maria Luisa Bruschetini

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