Roccagiovine, borgo tra natura e Storia antica nel Lazio

Sentieri nel parco regionale dei monti Lucretili, un pizzico di antica leggenda, il poeta Orazio, San Benedetto e un castello medievale. Roccagiovine è un’oasi di serenità e lentezza, a una ventina di minuti d’auto da Roma, vicino a paesi più noti, come Tivoli e Subiaco, perfetta per ricaricarsi dell’energia della natura incontaminata.

Il piccolo borgo, solo 270 abitanti, è un’autentica sorpresa per chi ama il turismo slow, dove
assaporare le bellezze della vegetazione, l’attività all’aria aperta, un tocco di Storia, la gastronomia tipica.

Sospeso su uno sperone roccioso sulla valle dell’Aniene e del torrente Licenza, Roccagiovine può diventare una base per partire alla scoperta del Parco Regionale dei Monti Lucretili: dal centro del borgo, il cui territorio è l’unico ad essere interamente compreso nel parco, partono direttamente alcuni sentieri che arrivano nel cuore della natura, tra faggeti, querceti e castagneti.

Il bosco, frequentato da caprioli, lupi e cinghiali, è l’ideale per chi ama il trekking o i percorsi in bici. Inoltre, rivela anche antichi itinerari di pellegrinaggio, come il Cammino di San Benedetto, lungo 130 chilometri e ideato sulle tappe del Santo, che appunto passa anche nel territorio di Roccagiovine prima di inoltrarsi verso Subiaco.

Non solo, dal borgo passa anche la Via dei Lupi, più naturalistica e concentrata sulla ricerca di questo animale.

Così immerso nella natura, Roccagiovine è affascinante in ogni stagione: fresco d’estate, profumato dai fiori selvatici in primavera, imbiancato da spruzzi di neve in inverno, in autunno, però, con i colori mutevoli del bosco raggiunge il suo apice di bellezza.

Tra l’altro, in questo periodo si svolge anche la tradizionale sagra della Castagna, la terza domenica di ottobre, a celebrare uno dei prodotti principe della zona. Per il 2021 è prevista la 50esima edizione di questa manifestazione molto amata, spesso unita alla Mostra Nazionale del Coltello d’Arte, e che richiama a Roccagiovine innumerevoli avventori.

Non è l’unica festa del borgo. Nella domenica più vicina al 5 agosto si celebra la Madonna della Neve, a ricordo dell’apparizione che portò alla nascita della basilica romana di Santa Maria Maggiore, con una processione della statua della Vergine per le viuzze con la neve finta, una sorta di coriandoli bianchi, a rendere più suggestivo il tutto.

Già Roccagiovine ha in sé un aspetto magico, dovuto probabilmente alla presenza dell’antico
tempio della Dea Vacuna, divinità invocata per la fertilità, legata alle fonti, alla caccia e al riposo, dopo il lavoro nei campi, perfetta per una zona montana come questa.

La dea è stata cantata da Orazio, sommo poeta latino, che proprio da queste parti aveva
una villa, donata da Mecenate nel 33 a. C. Fu qui che il letterato si ritirò a vivere la semplicità offerta “dall’acqua chiara di quel fiumicello con i pochi iugeri di bosco” dedicandosi alla meditazione, alla filosofia, alla lettura ed alla poesia. Dopo molti secoli, si è scoperto il luogo esatto dell’ubicazione della villa e si trova proprio a poca distanza da Roccagiovine.

Pare anche che il borgo venne fondato proprio dai pellegrini che visitavano il tempio della dea Vacuna, già in condizioni fatiscenti ai tempi di Orazio e restaurato in seguito dall’Imperatore Vespasiano.

A conferma di ciò, è stata ritrovata un’iscrizione marmorea di epoca romana, oggi installata su una fiancata del castello di Roccagiovine: l’epigrafe latina ricorda la dea, identificandola con la Vittoria, e i restauri romani.

A Roccagiovine sono stati ritrovati innumerevoli reperti: sarcofagi con iscrizioni in greco e latino, frammenti di statue, fistule plumbee, blocchi di marmo e laterizi, che attestano che attorno al tempio si formò un villaggio.

Molti resti furono usati nel Medioevo nelle costruzioni del tempo, come un bassorilievo raffigurante l’autunno è stato addirittura usato come stipite in una finestra del castello, mentre una colonna di granito, alla quale nel Seicento fu aggiunta sulla sommità una croce dai sopravvissuti ad una pestilenza, è sicuramente proveniente del tempio ristrutturato da Vespasiano.

Roccagiovine è dominata dal castello del 1351, all’epoca degli Orsini, nobile e potente famiglia romana che possedeva innumerevoli feudi nell’odierno Lazio. Nei secoli il palazzo ha subito diverse vicissitudini passando di mano spesso: nell’Ottocento divenne dei marchesi del Gallo di Roccagiovine, tuttora proprietari.

Accanto al castello si trova la chiesa di San Nicola di Bari, che ha recentemente riaperto dopo sette anni, dopo che era stata danneggiata dal terremoto dell’Aquila: all’interno una preziosa pala d’altare della Scuola del Perugino. Nella chiesetta del Flagellanti, invece, si possono ammirare affreschi Settecenteschi.

Ma a Roccagiovine si viene anche per una sosta gourmet dove assaporare i prodotti della tradizione: le castagne, i funghi, l’olio, ma anche la pasta fatta a mano, la polenta, le marmellate, le tipiche ciambelline dolci all’anice, di cui fare scorta prima di andare via.

Negli ultimi periodi, essendo così vicino a Roma, il borgo sta vivendo una sorta di riscoperta da parte dei turisti in cerca di aria pulita e natura rigenerante, e anche di un luogo dove fare smartworking senza stressarsi: per questo si stanno potenziando le strutture ricettive, da un ostello ai b&b e ai ristoranti che propongono piatti con ingredienti a km 0.

In questo modo Roccagiovine punta sempre più al futuro, forte di un passato fatto di storia antica e di un presente immerso nella vegetazione incontaminata.

Info: www.comunediroccagiovine.it
https://parcolucretili.it

Foto Mariano Di Biagio, Massimo Bernardi

Si ringrazia il sindaco di Roccagiovine Marco Bernardi e Mariano Di Biagio per la concessione di quattro foto a corredo dell’articolo

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