L’inverno con il mare grigio e le onde imbizzarite che scavalcano i muraglioni del porto, la primavera con i colori dei fiori spontanei e le spiagge vuote dove corrono felici i cani, l’autunno che tinge del rosso della vite americana le siepi: allora sì, che San Felice diventa un’oasi di pace a cento chilometri da Roma e che si possono ammirare i dettagli di questo luogo sospeso tra leggende e realtà. E’ il panorama la prima cosa che colpisce: le isole pontine che sembrano talmente vicine da poterle toccare, le scogliere sotto il Faro che spumeggiano con le onde, le mura Ciclopiche che testimoniano l’antico passato, le torri costruite da Papa Pio IV nel 1562 per difendere il territorio dai pirati Saraceni, il paesino medievale con le sue terrazze affacciate sull’entrotorra ricco di serre e ville con lo sguardo che si perde fino a Terracina, lungo la pianura Pontina e la costa fino a Sperlonga, i pescherecci carichi che fanno ritorno al porto, i gabbiani che si riposano sulla sabbia, i surfisti che si allenano nelle baiette, la pineta dal forte profumo, le chiesette minuscole, una all’esterno del paesino in alto e l’altra al centro della strada commerciale del paese in basso.
Sempre fuori stagione si possono “sentire” le presenze di chi ha vissuto e amato in questi luoghi: Ulisse, certamente, ma anche l’Uomo di Neanderthal che fu ritrovato in una delle tante grotte visibili dal mare, i Romani che avevano le loro ville per l’estate, esattamente come i loro discendenti attuali, sulle sponde del lago a Torre Paola, i Templari che venivano a pregare in paese, Lucrezia Borgia che venne ospitata nel palazzo baronale, Anna Magnani che è sepolta nel cimitero locale. Ce n’è per rimanere ammaliati come Ulisse anche senza la sua maga. Su tutto, però, i colori del mare che cambiano velocemente dal verde all’azzurro, al blu, al cobalto.
Clicca qui per vedere la mappa su Google