{gallery}/annibale/annibalegallery1:190:150{/gallery}
E se la storia più antica sembra inimmaginabile, troppo persa nei millenni, con questo percorso diventa improvvisamente capibile e quasi tangibile. Ad esempio, la prima tappa, sulle rive del lago, è avvolta dal silenzio, rotto soltanto dal cinquettio degli uccellini e dal frinire delle cicale. Qui all’alba del 21 giugno del 217 a.C. iniziò tutto: Annibale Barca si nascose sulla sommità di una collina, la stesso dove oggi sorge Tuoro, e da lì diede il via agli scontri. La valle era permeata dalla nebbia mattutina che sale dal lago, i Romani si trovavano nella strettoia del Malpasso, dove le loro legioni non potevano marciare in formazione normale, ma solo in tre soldati alla volta, e la prima cosa che sentirono, visto che vedere era impossibile, fu un rumore sordo del suolo, come se fosse un terremoto. Invece era la cavalleria cartaginese e dei loro alleati che scendevano di corsa dalla collina all’assalto dei nemici: i Romani, costretti a combattere in ordine sparso, vennero spinti nel lago, senza alcuna possibilità di scampo. Fu un massacro: 12 mila uomini uccisi, tra cui il Console Flaminio a cui venne tagliata la testa. Molti combattimenti avvennero nell’acqua, alcuni legionari si ammazzarono a vicenda piuttosto che cadere nelle mani dei Cartaginesi, altri, pochi, riuscirono a scappare, ma furono ripresi dai vittoriosi cartaginesi. Per ben tre giorni l’acqua venne tinta di rosso sangue, tanto è vero che la zona ora si chiama Sanguineto. Oggi, tra le canne e i cespugli delle more che lambiscono il lago, appare un luogo estremamente rilassante: c’è un sentiero, che si può percorrere anche in bicicletta, che porta al molo sospeso nell’acqua e ad alcuni cartelli che ricordano la battaglia. Ci si può imbattere anche in due ragazzi armati di tutto punto, uno in versione romana, con elmo, cotta di maglia e scudo, l’altro in “abiti” cartaginesi: fanno parte della Legio I Taurus, un gruppo di rievocazione storica, sono giovani di Tuoro che hanno sempre sentito parlare della battaglia dagli anziani della città e hanno una grande passione, tanto che hanno creato e cucito da soli le loro pesanti armature, fedeli riproduzioni di quelle originali. Tramandano a turisti e bambini delle scuole proprio questa guerra in terra umbra, cercando di mantenere vivo l’interesse culturale. Questo è il principale motivo della creazione del Cammino di Annibale, un itinerario che fa parte della Rotta dei Fenici, una serie di percorsi sulle orme degli antichi navigatori e i loro eredi in tutto il Mediterraneo che propone appunto un modo nuovo per scoprire una zona. In questo caso, l’Umbria, i suoi verdi campi, i deliziosi borghi, la natura incontaminata, ricca di storia, spiritualità e cultura. Una regione, proprio per la sua posizione geografica, al centro di numerose strade tematiche, dalla via di San Francesco a quella, più profana, dell’olio e del vino. In questo caso, con il Cammino di Annibale Barca si va sulle orme invisibili dell’epica impresa del più conosciuto personaggio storico cartaginese, un vero abile stratega che fu mito anche di altri grandi comandanti, come Napoleone.
{gallery}/annibale/annibalegallery2:190:150{/gallery}
Non è certo facile riuscire a incantare il visitatore di oggi con una battaglia tanto lontana nei secoli, ma la sfida del percorso culturale de La Rotta dei Fenici è proprio quella di valorizzare questo patrimonio impalpabile e di stimolare l’immaginazione. Ci riesce grazie all’aiuto e alle testimonianze degli storici dell’antichità, alle ricostruzioni degli scrittori dell’epoca, al tramandare vocale di generazione in generazione degli abitanti dei luoghi. Perchè la storia si vive e un itinerario è già in se stesso un viaggio senza destinazione, l’importante è esserci e assimilare l’energia della zona. A Tuoro, dove il Trasimeno, uno dei laghi balneabili e più pescosi d’Italia, è rimasto incontaminato come ai tempi dei Romani, sembra di immergersi direttamente in quel passato remoto. Non solo nella prima tappa, quella della riva, ma anche nelle successive orme che Annibale ha lasciato qui. Sembra di inseguire un fantasma, un’ombra, eppure il condottiero ha veramente segnato la zona. Le suggestioni, però, non sono solo legate alla storia e alla natura: ad esempio è molto godibile fare tutto il percorso a bordo di una carrozza (per informazioni www.fattoriaanticadogana.it). La bella e leggiadra Ballerina, una cavalla bianca, corre lungo un sentiero costeggiato dai cipressi un panorama spettacolare e tipico dell’Umbria per arrivare alla collina dove si sospetta sia stato di vedetta Annibale. Da qui la veduta sul lago e sul paese è mozzafiato. Altra tappa importante del Cammino è Palazzo del Capra, un’antica residenza oggi trasformata in museo sulla battaglia. Da qui partirono tutti gli studi storici sulla vicenda, o meglio si dovrebbe ringraziare un fantasma, stavolta non del condottiero, ma di una nobildonna. Si narra che la signora, antenata del proprietario del Palazzo, un professore di Filosofia degli anni Cinquanta, tormentasse il sonno del malcapitato dicendogli di essere in mezzo agli infedeli sotto il terzo albero. Il povero professore decise di scavare intorno ad ogni terzo albero del giardino: alla fine trovò un rosario del Seicento e qualche osso molto più antico. Era una fosse comune, dove venivano bruciati i cadaveri dei soldati morti, gli infedeli appunto, per evitare che l’esposizione dei loro corpi creasse epidemie. Questa sorta di pozzo mortuario è ancora visibile nel giardino della villa e il suo ritrovamento ha dato il via agli studi sull’itinerario di Annibale, che oggi è appunto un modo per viaggiare attraverso le epoche e la terra umbra. È anche un’occasione per ammirare Tuoro, graziosa cittadina sulla collina, con una piazza principale raccolta, le case di pietra con i balconi fioriti, i vicoli nella parte alta, e nella parte bassa la spiaggia sul lago, i sentieri naturalistici, il piccolo porticciolo e il molo da dove partono i traghetti per l’Isola Maggiore, una delle tre del Trasimeno, la più turistica, dove vivono colonie di uccelli acquatici e diciassette abitanti.
{gallery}/annibale/annibalegallery3:190:150{/gallery}
Dopo Tuoro, il Cammino di Annibale in Umbria prosegue a Perugia, all’epoca città etrusca: conserva ancora qualche reperto, nonostante il massimo splendore del tardo Medioevo, come in qualche muro riusato per altre costruzioni, o un’antica porta che fa tuttora d’ingresso al centro storico. A Perugia Annibale si diresse per raggiungere l’Adriatico: si narra di uno scontro al Lacus Umber, che ora non esiste più ma che è stato localizzato vicino ad Assisi, di un passaggio a Mevania, oggi Bevagna, e a Cannara, fino ad arrivare a Plestia. Qui il piccolo lago dell’oasi naturalistica ricorda la battaglia di Maharbale, il vice di Annibale, con i sopravvissuti romani al precedente scontro, risolta con un’altra vittoria cartaginese. Plestia oggi è Colfiorito, una frazione di Foligno, dove si trovano antiche “pievi”, ovvero luoghi sacri non urbani, posti sulla via per l’Adriatico, tuttora trafficata, come il tempio trasformato in chiesa proprio ai margini della strada, un nuovo museo archeologico, altri scavi. Colfiorito, sconvolta dal terremoto di alcuni anni fa di cui è stata epicentro, ha testimonianze storiche nascoste tra benzinai, negozi e semafori, anche se sembra consacrata alla sagra della patata rossa, prodotto principe del luogo, tanto da ricordarla persino in un’insegna nell’antica pieve. Per chiudere l’itinerario sulle orme di Annibale, che si può compiere in varie giornate gustandosi in calma i vari borghi umbri, c’è Spoleto: la leggenda racconta che gli abitanti della città, fedele a Roma, gettarono olio bollente sui soldati cartaginesi per difendersi. È l’ultima tappa di un itinerario culturale inconsueto e affasciante. Anche perchè, come diceva Annibale, “noi troveremo una strada, oppure ne apriremo una nuova”.
{gallery}/annibale/annibalegallery4:190:150{/gallery} Clicca qui per vedere la mappa su Google
In collaborazione con www.rorttadeifenici.it
F oto di Sonia Anselmo e www.rottadeifenici.eu