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I secoli successivi trascorrono in un susseguirsi di guerre con le città confinanti, dal Cinquecento al 1860 fa parte dello Stato Pontifico e finalmente vive un lungo periodo di quiete. Una storia lunga ed intensa ha forgiato il carattere unico di questa città senza tempo, ma la sua unicità nasce soprattutto dall’aver dato i natali a Francesco e Chiara, un evento che ha segnato profondamente tutta la storia della Cristianità. Qui si vive la spiritualità del Santo, presenza palpitante che invade tutti i monumenti più importanti e le numerose splendide opere d’arte. Il perfetto equilibrio tra misticismo e spettacolarità coinvolge il visitatore, sia esso credente oppure no, accompagnandolo in un tour che dalla Basilica di San Francesco e dal Sacro Convento porta alla Basilica di Santa Chiara ed alla Cattedrale di San Rufino. Un itinerario di grande interesse, reso ancor più prezioso dalla suggestiva coreografia del borgo medievale con al centro la piazza del Comune con le linee purissime dell’antico tempio di Minerva, uno degli edifici classici meglio conservati d’Italia, definito un esempio di perfezione geometrica, formato da sei colonne scanalate con capitelli corinzi che sorreggono un frontone. Attorno al XII secolo il tempio viene trasformato nella chiesa di Santa Maria della Minerva. La capitale del Cristianesimo ospita naturalmente il grande complesso della Basilica di San Francesco, struttura formata da due chiese sovrapposte. La chiesa inferiore con affreschi di Simone Martini e dei fratelli Lorenzetti ha un aspetto criptico, meta ininterrotta di pellegrini in visita alla tomba del Santo. Quella superiore custodisce lungo le due navate il ciclo di 28 preziosissimi affreschi attraverso i quali Giotto ha rappresentato la “Vita di San Francesco”, meraviglia cromatica ed artistica senza pari, dominata dalle tinte pastello degli affreschi e dalle volte dipinte come un cielo stellato. All’interno, sulla sinistra, la famosissima “Predica agli Uccelli”, tra gli affreschi più conosciuti al mondo. Continuando si raggiunge l’abside con un coro in legno intarsiato di epoca gotico-rinascimentale, ma è alzando gli occhi che si rimane letteralmente estasiati dal gran numero di affreschi del Cimabue. Sembra un paradosso ma, nonostante la sua grandiosità, tutto il complesso della basilica non fu progettato da alcun architetto, essendo semplicemente il risultato di un sovrapporsi di stili, di interventi di artisti e di artigiani iniziato subito dopo la morte del Santo e continuato nel tempo. Gli storici concordano nel ritenere che probabilmente fu frate Elia, confratello di Francesco, l’autore del complesso, una sorta di innovatore dell’architettura gotica del Duecento. Francesco muore il 3 ottobre 1226, il 17 luglio 1228, all’indomani della canonizzazione, frate Elia pone solennemente la prima pietra del sacro edificio con il nulla osta di Papa Gregorio IX, inzia così l’esecuzione di questo grandioso progetto che vede impiegati i grandi maestri della pittura toscani e romani dell’epoca.
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Continuando a percorrere le strette viuzze del borgo e raggiungendo la Chiesa Nuova, si scorge la casa di famiglia di Francesco, l’edificio è stato inglobato nella chiesa barocca, dell’epoca del Santo resta l’angusta prigione dove il padre l’aveva rinchiuso. Sicuramente più affascinante il minuscolo oratorio di San Francesco Piccolino, che si ritiene con molta probabilità il luogo natale del Santo. Dalla Rocca Maggiore, che data della metà del 1300, si ha il migliore panorama sulla città e sul Duomo di San Rufino, anch’esso dalla facciata gotico-rinascimentale. In una casa sul sagrato abitava Chiara, ma la Basilica dedicata alla Chiara di nome come di virtù sorge ai limiti delle mura. All’interno le spoglie della Santa ed il famoso crocifisso (originariamente si trovava al convento di San Damiano) che , secondo una leggenda francescana, parlò a Francesco invitandolo a “riparare la sua casa”. Il piazzale antistante la Basilica è il luogo preferito dai giovani pellegrini che qui si ritrovano a cantare lodi con tanto di chitarra. Il percorso francescano prosegue e, con mezz’ora di cammino, si raggiunge il convento di San Damiano dove Francesco udì la voce di Dio ed alcuni anni dopo vi compose il Cantico delle Creature, vi si trova un piccolo chiostro ed all’interno della piccola chiesa alcuni affreschi. Scendendo a valle si arriva alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, immenso santuario costruito sui resti della Porziuncola, una chiesetta che San Francesco ricevette in dono dai Benedettini del Monte Subasio; qui visse in totale povertà ed organizzò i suoi compagni “amanti della pace” a fondare prima l’Ordine dei Frati minori e più tardi quello delle Clarisse. Qui Chiara ricevette da Francesco l’abito religioso, qui nel 1216 il Santo ebbe la visione del cosiddetto “perdono di Assisi”, una leggenda francescana narra che il Francesco ottenne da Cristo che “i pentiti assolti con i sacramenti in questa chiesa, abbiano un dono completo di pace, con un’indulgenza plenaria di tutte le loro colpe”. Sempre qui radunò i “Capitoli”, ossia le adunanze generali dell’Ordine, qui infine Francesco morì nella notte del 3 ottobre 1226 sulla nuda terra. Il più mistico dei luoghi francescani rimane comunque l’Eremo delle Carceri, un piccolo convento immerso nella foresta sulle pendici del Monte Subasio. Un percorso quasi claustrofobico tra cappelle e locali sempre più piccoli conduce all’angusta grotta dove Francesco si ritirava a meditare. Questo era il luogo prescelto dove con i suoi seguaci “si carcerava” nel silenzio e nella solitudine per raggiungere una totale contemplazione. È emozionante accedere all’Eremo di buon mattino, in tempo per ascoltare i frati cantare le prime lodi a Dio. Per ultimo, ma non meno importante, il Santuario francescano di Rivotorto, due chilometri circa da Assisi, custodisce il “Sacro Tugurio”, ossia la povera dimora di Francesco e dei suoi primi compagni. A distanza di quasi otto secoli lo spirito di Assisi continua a soffiare da nord a sud, da est ad ovest, in nome di quella pace tanto auspicata dal Santo; sarà contento Francesco per la sua città natale “Roccaforte della Pace e della Fratellanza Unversale” .
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