L’abbazia di Montecassino è un luogo straordinario, perché raccoglie, nella sua complessità silenziosa, arte, storia, spiritualità e forti valori simbolici.
L’abbazia è indissolubilmente legata a una delle, troppe, pagine tragiche della Seconda Guerra Mondiale.
Non entro in merito delle vicende storiche e politiche, ma venire qui è impossibile non porsi domande. La distruzione del 1944 fu la quarta, in precedenza l’abbazia era già devastata nel 577 dai Longobardi, nel 883 dai Saraceni e nel 1349 fu il terremoto.
L’edificio è vasto e possente posto sulla cima della collina spoglia, anche da lontano si fa notare:
si arriva dall’uscita autostradale A1 Cassino (Frosinone), distante da Roma circa 140 km e 100 km da Napoli.
Da quando San Benedetto pose la prima pietra, nel 529, il monastero crebbe di importanza e relativa ricchezza, come la magnificenza dell’abbazia palesa.
L’attività dei prodigiosi amanuensi contribuì a diffondere la fama dell’abbazia benedettina.
Una curiosità: qui è custodito quello che viene considerato il primo testo in volgare italiano scritto nei Placiti Cassinesi “Sao ko kelle terre..”.
Solo alcuni codici miniati sono esposti nel museo dell’abbazia, tuttavia l’archivio è consultabile su richiesta per specifici motivi di studio.
Alla tanta violenta devastazione rispose una ferma volontà di ricostruzione, soprattutto da parte di maestri artigiani e fedeli locali. Solo la ristretta area, dove erano poste le spoglie di San Benedetto e Santa Scolastica si salvarono, l’altare che le custodiva fu colpito da un proiettile che rimase inesploso. Tutto il resto è stato riprodotto, in base a ricordi, foto, ogni forma di documentazione che fosse di aiuto.
La basilica ricostruita fu consacrata nel 1964 da Papa Paolo VI.
All’arrivo la grande scritta “Pax” accoglie i visitatori, da quella porta uscirono i frati e civili salvi per essersi rifugiati nella parte bassa della basilica che resistette al bombardamento. Altre persone ebbero una fortuna minore.
Il complesso monastico è caratterizzata dalla presenza di tre chiostri.
Il Chiostro d’ingresso è dominato dalla grande statua bronzea di San Benedetto sorretto nel momento della morte dai due confratelli, Santi Mauro e Placido.
Il Chiostro dei Benefattori è la galleria di statue rappresentanti Papi e chi si sia dimostrato generoso con l’abbazia. Dei tre chiostri il più fotografato è quello detto del Bramante, dove sono collocate le statue di San Benedetto e Santa Scolastica.
Se all’esterno prevale uno stile rigoroso ed essenziale, l’interno è il trionfo di oro, marmo, riccioli ed evolute.
La cripta è estremamente curiosa, i mosaici furono realizzati, intorno al 1910, da frati benedettini provenienti dalla città tedesca di Beuron, che avevano creato un loro specifico stile, ricco di elementi ispirati all’antico Egitto, temi floreali, fortemente influenzati dall’arte del primo Novecento.
Il Museo è lo scrigno, raccoglie i gioielli, quadri, arredi di altare capolavori di un artigianato artistico di elevata maestria.
La visita all’abbazia di Montecassino è stata inserita nell’ambito della Borsa del Turismo Religioso Internazionale (BTR) svoltasi a Roma dal 21 al 23 giugno 2017 presso la Casa La Salle che ha registrato la presenza di 60 buyer provenienti da 13 nazioni.
Tra i temi di battuti nella tre giorni, è stato ricorrente il punto di come il turismo religioso sia declinabile e per questo funzionale alle singole realtà territoriali e di fruizione. Le mete del turismo religioso sono, spesso, siti di rilevanza storico culturale, come nel caso dell’abbazia di Montecassino.
I percorsi devozionali accolgono viandanti spirituali e atleti camminatori, comunque persone che ha scelto una fruizione lenta del territorio. La rete dei cammini che si sta estendendo attraverso la nostra Penisola trova nel pellegrinaggio la sua origine.
Come è stato testimoniato più volte nel corso degli incontri della BTRI la realizzazione di un buon cammino nasce dalla collaborazione di enti istituzionali, associazioni e operatori economici. L’agire dal basso che si integra con il dialogo e il coordinamento necessario. Il valore del territorio, del paesaggio è una risorsa che genera opportunità di sviluppo. Il turismo religioso sia può porre come paradigma di fare turismo consapevole e responsabile iniziando dagli operatori.
Dove Mangiare
A riguardo dell’Osteria da Titina (Cassino) c’è il rischio di scrivere banalità, come ingredienti provenienti dell’azienda Agricola o comunque a km zero, come una cura attenta ai sapori, ambiente conviviale. Mangiare bene per fortuna succede spesso, divertirsi mangiando, perché ogni piatto contiene sorprese gustose e allegre è raro. Fabio ai fornelli e Gilda in sala combinazione indimenticabile come i sapori sinceri.
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Info e prenotazione visite Abbazia Montecassino
www.abbaziamontecassino.org
Foto di Maria Luisa Bruschetini e Sonia Anselmo