Versailles, la grandezza del Re Sole nella reggia fuori Parigi

I giardini d’estate si arricchiscono di fiori e acqua, un po’ come li vedeva Maria Antonietta. D’inverno Versailles diventa ancora più magica, soprattutto con la neve che ricopre il grande terrazzo che porta al parco.

In qualsiasi stagione, la Reggia è splendida, imperiale, ricca, tanto da ispirare altre costruzioni in giro per l’Europa. Ma Versailles è unica, identificata con chi la volle fortissimamente: il re Sole, Luigi XIV.

In verità, il sovrano ereditò l’edificio dal padre, Luigi XIII, che fece realizzare nel borgo medievale a una ventina di chilometri da Parigi, un casino di caccia su una proprietà dei nobili de Gondi, che la vendettero alla corona.

Fu però il giovane Luigi XIV, volendosi allontanare da Parigi e dai pericoli del periodo, ad ampliarla e creare la meraviglia di oggi: Versailles divenne sede del potere politico del regno di Francia fino alla Rivoluzione.

All’ampliamento del palazzo lavorarono i maggiori architetti dell’epoca, come Louis Le Vau, Francois d’Orbay
e Jules Hardouin-Mansart, mentre Charles Le Brun si occupò della decorazione degli interni e insieme ad André Le Notre modellò i giardini e le numerose fontane.

In poco tempo il castello diventò l’ossessione del re, che lo creò usando una forte simbologia con il sole e i pianeti, per evidenziare il suo paragone con l’astro.

All’inizio, il palazzo veniva usato solo per dare pomposi ricevimenti e feste, mentre il Louvre restava la sede ufficiale del sovrano. Ma Luigi XIV amava troppo la sua creatura e così, dopo innumerevoli ampliamenti strutturali e cambi di architetti, finalmente il re riuscì ad andare ad abitarci il 6 maggio 1682, spostando tutta la corte, nonostante i malumori dei nobili, costretti ad abbandonare i loro sfarzosi palazzi parigini per un appartamento più piccolo nella reggia.

Non erano proprio contenti i cortigiani, ma pur di vivere all’ombra del Re Sole erano disposti a tutto. Ed ecco che il “castello”, come tuttora lo chiamano con affetto i francesi, divenne il centro della monarchia, dello Stato assolutistico voluto da Luigi XIV.

Tra feste e congiure, Versailles cominciò a brillare della luce riflessa dal Re. E anche oggi, girando per i saloni e gli appartamenti aperti al pubblico, sembra che il visitatore sia accompagnato in una visita guidata proprio dal fantasma di Luigi: è sul soffitto ritratto da moderno Giove, è nelle statue a posare come un antico romano, è nei quadri con la sua parrucca che lanciò una moda.

Luigi fu faro di un mondo e a Versailles tutto ruota intorno al lui. Gli aneddoti non mancano: nel salone di biliardo, ad esempio, si viene a conoscenza del fatto che il sovrano giocava da solo, nessun cortigiano osava sfidarlo, e che si era creato un bastone speciale, quasi come una mazza del golf odierno, perché un re come lui non poteva inchinarsi, anche solo per colpire una palla, davanti al pubblico che lo guardava.

Inoltre nella sua stanza da letto con tanto di baldacchino enorme “dormiva”, come tutti i suoi contemporanei,
seduto con tanti cuscini dietro la schiena perché avevano paura di soffocare e perché mangiando quantità
sproporzionate di cibo pesante non riuscivano a digerire.

Luigi XIV lanciò la moda della parrucca perché cominciò a perdere i capelli già a 17 anni e guai se avessero scoperto che il re rischiava di essere calvo, ovviamente la sua parrucca era fatta con capelli veri delle donne del paese, mentre quelle dei nobili che lo volevano imitare erano confezionate con peli di animali, ma non sterilizzate e quindi portatrici di malattie e pulci.

Una cosa nota è senz’altro la ripulsione verso l’acqua del sovrano: si narra che il Re Sole fece solo tre bagni in tutta la sua lunga vita (morì a 77 anni, un record per la durata della vita di allora).

Non è un mistero che Versailles puzzasse come una fogna, nonostante gli arredi splendenti: nessuno si lavava, coprivano gli odori con tonnellate di profumi, soprattutto gelsomino, facevano i bisogni in vaschette riposte ai lati delle finestre e d’estate in giardino.

Niente di tutto ciò però intacca il mito di Versailles, così come ora appare più spoglia di un tempo, in quanto con la Rivoluzione molti mobili andarono perduti e anche i soprammobili, tutti di argento massiccio, o le raffinate porcellane.

Quello che rimane riesce ancora a stuzzicare la meraviglia nel visitatore, in particolare l’enorme Galleria degli Specchi, dove un tempo si davano i ricevimenti e che serviva a collegare l’appartamento del re con quello della regina.

Tutta cristalli e oro, al centro una finestra che è in asse con i giardini e un ritratto di Luigi con un’iscrizione che racchiude la sua filosofia di governo, dove lo Stato è il Re, giganteschi lampadari, porte nascoste che vanno negli appartamenti privati, quelli dove entravano solo in pochissimi eletti.

Gli specchi, all’ora del tramonto, si accendevano della luce del sole calante riflessa all’acqua delle fontane del giardino: un gioco ottico particolarmente intrigante.

Dalla galleria si arriva all’appartamento della Regina, la cui abitante più famosa resta Maria Antonietta d’Asburgo, sposa di Luigi XVI (il matrimonio fu celebrato proprio nella cappella di Versailles) e come lui destinata a morire sulla ghigliottina. La sua stanza da letto è un tripudio di tappezzeria e coperte fiorate, mentre fanno capolino i ritratti di sua madre, Maria Teresa d’Austria, e di suo fratello Giuseppe, imperatore.

Quello che stringe il cuore è il quadro che ritrae la giovane e sfortunata regina con i suoi bambini. La sua vita fu consumata a Versailles in tragedia e molti sono i luoghi dove lei sembra vagare come uno spettro inquieto e inebetito dalle vicende della Storia.

Ma sono altri i personaggi che hanno calcato lo stesso parquet originale dove oggi passano ciurme di turisti: come Luigi XV, che completò gli appartamenti con preziosi arazzi e arredi, o Napoleone, che avrebbe voluto renderlo suo palazzo e che osserva i visitatori dal famoso quadro dell’incoronazione che copre un’intera parete.

Oggi la reggia è un museo, ma anche una residenza del Presidente francese utile a ricevere i capi di Stato stranieri, mente alcune sale vengono anche affittate per mostre di artisti contemporanei. Niente, però, può offuscare la grandezza e il fascino di Luigi XVI, le Roi Soleil.

Info: https://it.france.fr/it

Foto di Sonia Anselmo e Pixabay

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