Plzeň, vivacità, curiosità e birra nella Cechia

Le note di un rock n roll scatenato invadono la piazza di principale di Plzeň, all’ombra della maestosa cattedrale gotica. Impossibile vedere questa piazza di Pilsen, una delle città più importanti della Boemia, in Cechia, sgombra, senza bancarelle, palchi o transenne.

Gli eventi si succedono in ogni stagione, che sia il festival musicale Living Street che si tiene in varie location a fine agosto, che sia la rievocazione della liberazione da parte degli americani nel 1945 a maggio, o che siano i mercatini natalizi o i mercati delle fattorie della regione di Pilsen, la grande piazza è sempre piena di gente.

Náměstí Republiky, la piazza della Repubblica, è il cuore di Plzeň: vasta, contornata da fiori, attorniata da palazzi elegantemente decorati di varie epoche e da edifici storici, come il municipio rinascimentale, ha negli angoli tre curiose fontane moderne.

La loro forma stilizzata riprende i simboli riportati sullo stemma cittadino, il cammello, il levriero e l’angelo: realizzate in occasione della investitura a capitale Europea della Cultura nel 2015, le fontane sono oggi diventate un emblema esse stesse di Plzeň. Il quarto angolo della piazza rettangolare, invece, è occupato dalla colona della peste, una costante delle città ceche, ex dominio austro ungarico, seicentesca, con all’apice la statua della Vergine Maria.

A guardare meglio in piazza, si nota un curioso via vai di persone intorno ad una cancellata che chiude una cappella attaccata alla chiesa: la gente strofina uno degli angioletti dall’espressione leggermente inquietante che decorano l’inferriata al punto che è diventato lucido, si segna e recita una preghiera. Si dice porti fortuna.

E’ legato ad una leggenda: il boia di Plzeň doveva sposarsi ma non aveva il permesso di entrare in chiesa, così la futura moglie venne congiunta davanti all’altare con un suo rappresentante, mentre il vero sposo rimase inginocchiato di fronte agli angeli della cappella esterna, appoggiandosi a uno di essi in particolare. A quanto si sa la coppia, dopo lo strano matrimonio, visse felice e contenta e per questo gli scaramantici cittadini cominciarono a toccare la testa dell’angioletto come segno di buon auspicio.

Sulla piazza non resta che entrare nell’imponente cattedrale di San Bartolomeo, sospesa tra gotico e barocco, come molte altre chiese in Repubblica Ceca. Si può anche salire sul campanile, il più alto di tutto il Paese, più di 102 metri, e ammirare tutta Plzeň dall’alto. Per coloro che non vogliono affrontare la salita, la terrazza dell’hotel Central, proprio sulla piazza, offre una vista mozzafiato, dove sembra quasi di toccare la guglia che squarcia il cielo azzurro.

Prendendo una delle tante strade acciottolate che sbucano in piazza, si va alla scoperta delle molte bellezze di Plzeň. Fondata da re Venceslao II nel 1295 all’incrocio di due fiumi e delle vie commerciali tra Praga (da cui oggi dista un centinaio di chilometri, raggiungibile in treno, in bus e in auto) e il confine tedesco, Pilsen è sempre stata una grande attrazione della Boemia occidentale.

Nei primi anni del Seicento divenne sede temporanea di Rodolfo II, e quindi centro dell’impero Asburgico, prosperando in ricchezza, nell’Ottocento, invece, con la birreria Pilsner Urquell e lo stabilimento di automobili Skoda si trasformò in polo industriale, durante la Seconda Guerra Mondiale fu occupata dai tedeschi e usata proprio per l’attività manifatturiera. Città universitaria, nota soprattutto per la facoltà di Medicina che attira studenti Erasmus da ogni parte d’Europa, è diventata un centro culturale molto attivo e frequentato.

Plzeň si gira comodamente a piedi, raccolta come è intorno alla piazza, con un senso dell’orientamento facilitato dalla planimetria che sembra una serie di rettangoli uno dentro l’altro.

Ad esempio prendendo la via che costeggia il municipio si arriva alla zona dello shopping
tra negozi e il centro commerciale, più in fondo, mentre facendo una deviazione a sinistra, imboccando un grande viale alberato si arriva ad un altro simbolo di Plzeň, la sinagoga.

Restaurata recentemente, con due torri ornate da cupole, decorata in mattoni rossi, è la terza sinagoga più grande d’Europa: costruita nel 1893 in stile moresco-romanico, testimonia il legame stretto tra la città e la comunità ebraica, nonostante le persecuzioni naziste. L’interno spazioso e visitabile ospita spesso eventi culturali e artistici.

Altre connessioni con la comunità ebraica di prima della guerra sono gli appartamenti realizzati per famiglie benestanti da uno dei più importanti architetti cechi, Adolf Loos. Due di queste abitazioni sono visitabili, chiedendo all’ufficio del turismo di Plzeň, al pian terreno del municipio.

Entrando negli appartamenti è come fare un tuffo negli anni Trenta, con arredo moderno e funzionale, a volte con accorgimenti all’avanguardia tuttora. Anche scoprire la storia delle famiglie che li hanno abitati, spesso tragica, è interessante.

Continuando ad esplorare Plzeň a piedi, ci si imbatte nell’imponente struttura neo classica del teatro, nei giardini fioriti e perfettamente curati, tra panchine, fontane e statue che ricordano le tradizioni locali, come quella delle marionette come i due pupazzi Spejbl e Hurvinek, amati dai bambini boemi, nella torre dell’acqua, l’antica cisterna medievale che segna l’entrata al centro e faceva parte delle antiche fortificazioni, nel museo della birra da dove si può andare a scoprire la Plzeň sotterranea, una serie di gallerie e cunicoli medievali costruiti per mantenere nei pozzi l’acqua.

Inevitabile, poi, a Plzeň, città della birra per antonomasia, fare una visita guidata allo stabilimento Pilsner Urquell, che dal 1842 produce la bionda più famosa. Le birrerie esistono in questa zona sin dal al XII secolo e con il passare dei secoli e con l’importanza di Pilsen come centro commerciale, sulla strada per la Germania, la birra divenne la principale fonte di guadagno cittadino. Nel 1842 aprì la fabbrica e da allora non si è mai fermata.

Del resto, visitare Plzeň senza assaggiare una birra sarebbe un peccato mortale: ovunque si trovano in città ristoranti e birrerie che propongono piatti tradizionali, spesso di carne e non tanto leggeri, alcuni poi offrono accostamenti inconsueti come il formaggio alla birra o il gelato alla birra. Insomma, non si può lasciare Plzeň, vivace e vivibile, senza provare il prodotto principe.

Dove mangiare: U Salzmannu www.usalzmannu.com, spazioso locale con cortile interno
e cucina tradizionale.
Lékárna www.hospodskalekarna.cz, entrata proprio sulla piazza principale, cucina
locale e anche rivisitata, da provare il gelato alla birra.
U Švejka www.svejkplzen.cz, a due passi dalla piazza, grande cortile interno decorato con i personaggi di un famoso fumetto, piatti tradizionali, un’istituzione in città.
Na Spilcem, all’interno del birrificio Pilsner Urquell, cucina tradizionale ma anche
piatti più internazionali e vegetariani.

Dove dormire: hotel Courtyard by Marriott Pilsen, vicinissimo al centro storico, proprio di fronte al museo della birra, un hotel moderno, dotato di ogni confort, colazione abbondante, ristorante, bar, sale convegni, parcheggio, wi fi.

Info: www.visitpilsen.eu
www.turisturaj.cz/
www.visitczechia.com/it-IT

Foto di Sonia Anselmo, www.visitpilsen.eu

In collaborazione con www.visitpilsen.eu Pilsen Region www.turisturaj.cz/, www.visitczechia.com/it-IT

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