Lentamente le foglie gialle e rosse che colorano la montagna lasceranno il posto al bianco delle prime nevi. Con il cambio di stagione, il Monastero di Rila non perde il fascino unico, un eremo tra religione, arte e storia, circondato dalla natura rigogliosa della Bulgaria.
Appena si varca l’entrata del centro spirituale ortodosso più importante del Paese, a 1147 metri nel massiccio montano di Rila, lontano 120 chilometri da Sofia, si viene ammantati da una sensazione di pace, avvolti dal silenzio e affascinati dalla struttura architettonica.
Poi lo sguardo cade sull’azzurro, sul rosso, sul giallo e gli altri colori che emergono
dagli affreschi della chiesa, cuore del monastero di Rila. Sotto il porticato sfilano
scene vivide bibliche, della Madonna, di Santi, Martiri, angeli e demoni, con una precisione nei
dettagli, sempre allegorici, a volte curiosi come il drago che sputa tre rospi. E poi,
su un lato, le immagini raccontano la vita e i miracoli di San Giovanni di Rila, o meglio Ivan Rilkski, l’eremita che fondò il monastero nella prima metà del X secolo.
Sul grande cortile, i palazzi sembrano proteggere la chiesa dalle cupole gialle, la parte
alta tinta a strisce bianche e rosse e il portico in bianco e nero, una fontana con sopra una scultura a forma di uccellino è posta in un angolo, un gatto dorme su una delle scalinate che portano ai piani alti di un edificio.
Tutto emana un senso di spiritualità rassicurante. Se all’esterno il monastero di Rila sembra ancora una fortezza, come fu ricostruito nel Trecento con la torre ancora esistente e le mura, all’interno sembra una cittadella pacifica, consacrata alla fede. Sullo sfondo si scagliano i boschi montani, mentre i palazzi, bianchi decorati con disegni marroni, sono collegati uno all’altro da scale, gallerie e terrazze.
Uno di questi edifici ospita il museo del monastero di Rila: sale ricche di preziosi reperti, manoscritti, icone, doni ricevuti da sovrani, zar, sultani e conventi stranieri, oggetti e paramenti sacri, una spettacolare croce in legno, minuziosamente intagliata con 140 scene bibliche con 1500 personaggi della grandezza di un chicco di riso. Un capolavoro unico, frutto del lavoro di una vita del monaco Rafail nell’Ottocento, che appena finito il suo elaborato compito divenne cieco per aver troppo sforzato la vista nell’intaglio alla luce delle candele.
Anche la biblioteca è molto interessante e conserva circa 20 mila volumi antiche agiografie, vangeli, incunaboli.
Il cuore del monastero di Rila, però, è ovviamente la chiesa Rojdestvo Bogorodichno, dedicata
alla Vergine Maria. L’interno rivela altri preziosi affreschi, icone di varie epoche, un’iconostasi intagliata nel legno e le reliquie di San Giovanni di Rila.
In realtà, l’eremita viveva in una grotta, vicino al sito attuale: venne qui nell’allora impervio territorio montano, per cercare un rifugio tranquillo e dedicare la sua vita alla preghiera e allo stesso tempo fare una resistenza passiva al feudalesimo. Attirò a sé molti discepoli e studiosi:
furono loro a costruire il primo santuario, da subito meta di pellegrinaggio di devoti e fedeli, ottenendo molti privilegi con tutti i re bulgari che destinarono al centro religioso preziosi doni.
Nonostante questo, il monastero di Rila venne più volte distrutto e ricostruito nel Trecento
come una fortezza, con una torre, una vera e propria cittadella, con edifici e mura.
Ma non bastò a resistere all’avanzata dell’Impero Ottomano: verso la fine del XIV secolo
divenne, come tutta la Bulgaria, dominio turco, con i sultani che confermarono i privilegi
di cui godeva il santuario, che continuò ad essere un centro molto importante sia per la
religione che per la cultura, ed essenziale nel mantenere vivo lo spirito indomito dei bulgari.
I monaci che vivevano nel complesso si dedicarono alla scrittura, crearono nuove opere
e trascrissero libri di autori storici, principalmente dalla scuola di Tărnovo e del monte Athos,
con il quale il santuario ha un forte legame.
Furono però alcune bande di briganti, che infestarono le terre balcaniche dell’Impero sin dalla fine del XVIII secolo, a distruggerlo. Durante il periodo del Risorgimento bulgaro, nell’Ottocento, e la fine del giogo ottomano, il monastero di Rila fu riscostruito con le offerte provenienti da tutto il Paese con l’aspetto che si vede oggi.
Per avere una visuale di insieme del complesso e sulla natura circostante si può salire sulla torre Hrelov, costruita nel Trecento, in pietra, a cinque piani e alta più di 23 metri. Da qui si nota come il monastero di Rila sia incuneato nella montagna, alla confluenza di due fiumi.
Da lassù, si nota anche il via vai ininterrotto di visitatori, fedeli e devoti, che vengono a venerare le reliquie del Santo, a cercare consolazione nella preghiera e ad ammirare la bellezza architettonica. Il monastero di Rila resta ancora oggi la culla e il pilastro della religione
bulgara, oltre ad un centro artistico e storico di primaria importanza.
Info:
https://rilskimanastir.org/
https://bulgariatravel.org/
Foto di Sonia Anselmo, dreamstime.com
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