Marais, cultura e spirito bohemien a Parigi

Botteghe artigianali, negozi curiosi, musei interessanti, tantissimi bistrò, ristoranti e caffè. E quell’aria un po’ bohemien e artistica che si respira in molti angoli di Parigi e al Marais forse un po’ di più.

Ex zona paludosa da cui prese il nome, con qualche orto e monastero, ex quartiere ebraico, abitato dagli immigrati cinesi dalla prima guerra mondiale, vicino al centro Pompidou, il Marais è intrico di strade, larghe piazze, edifici caratteristici. Amato dagli intellettuali, ha avuto un posto prepotente nella Storia.

Qui sorgeva una fortezza costruita dai Templari nel Duecento, in seguito rimase solo la Torre del Tempio, dove fu imprigionata la famiglia reale durante la rivoluzione e in seguito distrutta
per volere da Napoleone.

Questo forte legame con la storia si vive ancora di più nel suo cuore, Place des Vosges. Un tempo chiamata Place Royale, intorno ad essa sorse il Marais come oggi lo conosciamo: è stata la prima piazza monumentale di Parigi, con una simmetria a dir poco impressionante, 36 padiglioni in mattoni, 9 per lato, ciascuno con 4 colonnati e tetti in ardesia spioventi.

La piazza è nata sul luogo della Maison Royale des Tournelles, a lungo residenza dei sovrani
di Francia. Quando Carlo IV vi si trasferì, Place des Vosges venne ampliata per dar spazio a
diverse dimore, cappelle, portici, dopo di lui tutti i sovrani, fino a Enrico II, vi risiedettero.

Durante un fatale torneo in onore del matrimonio della figlia Margot, futura regina, tenutosi
in Cours St. Antoine, vicino all’attuale Places des Vosges, nel 1599, il re Enrico II
venne ferito da una lancia penetratagli nell’occhio e perse la vita dopo un’agonia lunga alcuni giorni. La sua vedova innamorata, la potente Caterina de Medici, odiò per sempre quei luoghi, li abbandonò, trasferì la residenza reale al Louvre e ordinò che l’Hotel des Tournelles fosse demolito.

Fu Enrico IV che decise di costruirvi una grande piazza – la Place Royale – e questa volta non una
piazza qualunque, da poter servire a mercato, ma una piazza accogliente, con bei dintorni.

Una sorta di primo tentativo urbanistico del Marais. Tutte le case furono costruite dello stesso materiale, di mattoni e pietre bianche, con i caratteristici tetti. S’inaugurò nel 1612 con un Carosello al quale presero parte mille gentiluomini e, presto, divenne il centro dell’alta società.

Ma al suo ideatore non fu concesso il privilegio di vederla terminata: Enrico IV morì
assassinato nel 1610, proprio mentre percorreva una delle strette viuzze del Marais, il quartiere che amava.

Poco dopo l’inaugurazione la piazza divenne un punto d’incontro. Numerose residenze hanno una storia da raccontare, come quella dove nacque nel 1626 Madame de Sévigné, famosa per i suoi salotti dove accoglieva i letterati; anche il Cardinale Richelieu fissò la sua dimora in uno di questi palazzi dal 1615 al 1623. Il marchese di Favras, accusato di aver complottato l’assassinio di Luigi XVI e l’uccisione di Lafayette, Comandante della Guardia Nazionale, vi abitò nel 1789; in un’altra residenza vissero a metà dell’Ottocento gli scrittori Théophile Gautier e Alphonse Daudet.

Il giovane duca di Montmorency ebbe in questo luogo un duello e pagò con la testa la sua audacia, nonostante le preghiere della sua amica Marion Delorme.

Questa fatale avventura ispirò Victor Hugo, che visse per molti anni in quella stessa casa, dal
1832 al 1848, e dove scrisse Les Chants di Crèpuscule e Ruy Blas. Proprio la gente che abitava il Marais, un tempo dimora di sovrani e nell’Ottocento quartieri di poveri, ispirò il romanziere per i “Miserabili”.

All’inizio del XX secolo, la dimora venne convertita in un museo, la Maison de Victor Hugo, dove tra i tanti cimeli, anche il letto a baldacchino sul quale lo scrittore morì.

Oltre al museo dedicato ad Hugo, il Marais è un centro importante per la cultura e l’arte. Ai confini con il quartiere Beaubourg, c’è il Centre Pompidou, in un iconico edificio degli anni 70 progettato dagli architetti Renzo Piano e Richard Rogers, con la più importante collezione d’arte moderna e contemporanea d’Europa e opere di Picasso, De Chirico, Kandinsky, Chagall e molti altri.

Ancora arte moderna con il Musée Picasso, all’interno dell’Hôtel Salé, un palazzo nobiliare del Marais a una decina di minuti da Places des Voges. Si possono ammirare oltre 5 mila opere, non solo di Picasso, di cui il museo possiede un ampio archivio tra dipinti, sculture, incisioni, disegni, schizzi, bozze, fotografie e la sua collezione personale con statue iberiche, maschere africane e tele di altri artisti. Inoltre, per tutto il 2023 per l’anniversario dei 50 anni dalla morte del pittore, il museo propone una serie di mostre, appuntamenti ed eventi specifici. (www.museepicassoparis.fr).

Altri musei del Marais sono il Musée Carnavalet, che attraverso oggetti e cimeli racconta la storia di Parigi, e il Musée Cognacq-Jay, dove è esposta una collezione privata di le opere del XVIII secolo acquisite tra il 1900 e il 1927.

Non mancano le gallerie d’arte, anzi nello stretto spazio del Marais se ne trovano almeno duecento, e botteghe artigiane, negozi di moda originale e laboratori di design e di materiale artistico, che rendono il quartiere il paradiso dello shopping alternativo. Inoltre, proprio al Marais, si trova uno dei grandi magazzini di Parigi, il BHV, un enorme bazar dove si può acquistare di tutto sin dal 1856.

Questa fama di quartiere di negozi va di pari passo con quella legata alla gastronomia. Tra queste strade c’è il Marché des Enfants Rouges, il più antico mercato alimentare parigino, fondato nel 1615: qui si ritrovano ogni giorno abitanti e visitatori a comprare prodotti freschi, ortaggi, frutta e cibi etnici, dovuti all’essere un quartiere cosmopolita.

Oltra al mercato, il Marais è noto per la grande offerta gastronomica tra ristoranti, bistrò,
brasserie e chioschi di street food, tra cucine francese, kosher e di ogni altra latitudine. In più la notte le vie del quartiere si animano di eventi, musica e risate facendo acquisire al Marais ancora di più quell’aurea bohemien che si porta dietro sempre.

Info:
www.france.fr/it
https://parisjetaime.com/ita/

Foto dreamstime.com, pixabay

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