Koprivštica, il villaggio museo dei rivoluzionari in Bulgaria

Le foglie gialle e arancioni dell’autunno spiccano tra gli azzurri e i rosa pastello delle case. E’ giorno di mercato a Koprivštica, antico villaggio di montagna in Bulgaria, a 110 chilometri da Sofia e a 90 da Plovdiv.

Solo poche bancarelle di oggetti quotidiani, abiti e utensili, perché non ci sono negozi del genere in paese, tranne botteghe artigianali o souvenir. L’atmosfera è estremamente rilassata, sotto il sole caldo d’ottobre. Eppure da Koprivštica iniziò la rivoluzione che fece la storia della Bulgaria e cacciò il dominio ottomano.

Il primo sparo partì da un piccolo ponte di pietra e uccise un turco. Da lì in poi, una serie di eventi portò Koprivštica a diventare il villaggio dei ribelli che ottennero la grande vittoria nel 1876: la fine del giogo ottomano e la rinascita della Bulgaria.

Oggi Koprivštica è un museo etnografico all’aperto, dove ogni edificio racconta la sua storia nella storia più grande. Si passeggia sui ciottoli nelle strade costeggiate da edifici e monumenti dedicati agli eroi rivoluzionari, tra le rive del fiume Topolnica. Lo sguardo si perde nella
natura circostante, i monti e i boschi di conifere, betulle e querce, molti dai quali
colorati dall’autunno, mentre al villaggio sembra che il tempo si sia fermato all’Ottocento
e all’insurrezione del 20 aprile 1876 che ha portato al rinascimento bulgaro.

Un cagnolino bianco sembra far da guida ai visitatori, conducendoli ad esplorare i lati
nascosti di Koprivštica. Prima tappa la chiesa dell’Assunzione, bassa e dipinta di un blu acceso, con il giardino che costudisce le tombe dei rivoluzionari più importanti, come Vasil Levski e Todor Kableškov, che fondarono il comitato dei ribelli. L’interno della chiesa è soffuso nella luce con i bagliori dorati dell’iconostasi dipinta da Zaharij Zograf, uno dei più famosi pittori bulgari.

Dopo la penombra della chiesa, il sole è quasi accecante nel camminare nelle stradine di ciottoli, tra archi, ponti di pietra, mura altissime che circondano i cortili con fiori e alberi, e i tanti monumenti del Novecento a ricordo degli eroi e degli intellettuali di Koprivštica.

Il villaggio fu fondato nel Trecento e la sua nascita è legata a diverse intricate leggende: quello che è certo è che godette di un prospero sviluppo economico anche durante il dominio ottomano, per i commerci derivati dall’allevamento e dal particolare artigianato con tappeti, calze e tessuti in lana cotta. In paese c’erano tre farmacie, dottori, scuole, anche femminili.

I mercanti erano ricchi, viaggiavano per tutto l’impero ottomano vendendo i loro prodotti e acquistando frutta e spezie esotiche, e a Koprivštica si facevano costruire grandi case in pietra e legno a più piani, esternamente dipinte in colori vivaci e internamente elegantemente decorate.

Oggi sei di queste sono visitabili e sono una sorta di museo di storia, costumi e tradizioni.
Tra le più interessanti, quella di Nenčo Nikolov Oslekov, mercante di stoffe e rivoluzionario, realizzata in stile con l’architettura della città vecchia di Plovdiv: asimmetrica, con una cantina dalla volta alta, un pianterreno e un piano, decorata con pitture murali e con i preziosi soffitti con intagli in legno.

All’interno delle stanze si possono ammirare collezioni delle armi e delle divise usate durante la ribellione, ma anche gioielli femminili, tappeti, delicati pizzi, le famose calze che venivano esportate in tutto l’impero e quant’altro realizzato dalle artigiane locali.

Un’altra casa museo da visitare è quella del commerciante Petko Ljutov, che l’acquistò all’inizio
del Novecento. L’interno riflette i gusti esotici del proprietario, con decorazioni pittoriche
che ritraggono città come Costantinopoli, Venezia e il Cairo, mentre al centro del salone si
trova una fontana originale che rinfrescava la casa con acqua di rose. Nel pianterreno c’è
un’esposizione moderna di tappeti e altri oggetti in feltro.

Continuando ad esplorare Koprivštica, ci si imbatte nel ponte Kalăčev, da dove partì il
primo sparo della rivoluzione, nel colorato Municipio, nella biblioteca del paese e nella grande
piazza con giardino dove si svolge il mercato.

Qui e là, concentrati soprattutto nella zona più vicina al fiume, si trovano tante botteghe artigiane dove acquistare i prodotti locali nella versione più contemporanea: tappeti, stoffe, ricami, bigiotteria, sciarpe.

Sulle strade, poi, i banchi e i piccoli negozi vendono miele e marmellate fatte in casa, come quelle con i lamponi, i mirtilli e gli altri frutti del bosco, e quella celebre alla rosa bulgara, perfette come souvenir gastronomico per ricordare Koprivštica, un piccolo villaggio che ha lasciato un segno nella Storia della Bulgaria.

Info:
https://bulgariatravel.org/
Foto di Sonia Anselmo

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