Keplero, sulle tracce dell’astronomo a Praga

Appena i lampioni si accendono, Praga si ammanta ancora di più di un’atmosfera magica. Le stelle che tanto amava Keplero sembrano brillare sopra il Castello, illuminare le grigie torri di Nostra Signora di Tyn e accompagnare i romantici lungo il fiume Moldava.

Chissà come doveva apparire Praga all’apice del suo periodo d’oro a Keplero appena arrivato qui dalla Germania a corte di un quel sovrano colto, eccentrico e controcorrente che fu Rodolfo II, re di Boemia e al vertice del Sacro Romano Impero.

Praga a inizio Seicento era una città sede di culture diverse, dove la tolleranza, la scienza, l’arte e il libero pensiero erano ovunque, ben accolti dall’Imperatore mecenate, che amava
circondarsi di astronomi, astrologici, filosofi e anche di alchimisti. Egli stesso lo era,
andava alla ricerca della conoscenza in ogni campo. Durante il suo regno, in piena Controriforma,
Praga era il centro del sapere, del progresso, delle idee innovative.

Non a caso Rodolfo ospitò molti personaggi come Giordano Bruno, l’astrologo e cabalista
inglese John Dee, l’oscuro mago Edward Kelley, l’astronomo danese Tycho Brahe. Tra questi, arrivò nel 1600 il grande matematico e astronomo tedesco Giovanni Keplero, o meglio Johannes Kepler.

Per la ricorrenza dei 450 anni dalla nascita dello studioso, avvenuta il 27 dicembre 1571, si può fare un percorso a Praga alla ricerca delle sue tracce, inevitabilmente unite a quelle dell’Imperatore.

Rodolfo aveva molteplici interessi e presso il Castello si realizzavano esperimenti scientifici di ogni genere, ai quali partecipava. Inoltre, sceglieva con cura i suoi scienziati sottoponendo loro difficili prove. Grazie al suo mecenatismo vennero inventati nuovi strumenti astronomici e Keplero riuscì a sviluppare le famose tre leggi che sono alla base della moderna cosmologia.

Dopo diversi anni di insegnamento universitario tra Germania e Austria, in fuga da quest’ultima
per gli editti contro i protestanti, Keplero approda a Praga nel 1600, come assistente dell’astrologo e astronomo danese Tycho Brahe. Un anno dopo, alla morte di questi, ne eredita la carica di matematico, astronomo e astrologo di corte.

A Praga Keplero ha vissuto e lavorato felicemente per dodici anni. Sulla facciata dell’unica tra le sue tante abitazioni praghesi non andata perduta –la U Francouzské Koruny (alla corona francese) house, in Karlova Ulice- lo ricorda una targa, che recita: “Qui ha vissuto negli anni 1609-1612 Johannes Kepler. In quel periodo scoprì le prime due leggi del movimento dei pianeti intorno al sole”. La casa si trova in piena Città Vecchia, a poco distanza dal Ponte Carlo.

Invece, a Pohorelec, non lontano dal Castello, si trova una statua commemorativa dedicata a Brahe e Keplero, là dove i due conducevano le proprie ricerche e disponevano di un piccolo osservatorio astronomico.

Keplero, comunque, non disdegnava di fare le sue osservazioni anche dalla residenza estiva
della regina Anna, in quello che oggi è il Royal Garden, e dal castello di Benatky nad Jizerou,
in Boemia centrale, dove usava ritirarsi in cerca della pace e della concentrazione necessari
ai suoi studi.

La chiesa di St. Jilji, nella Città Vecchia, ricorda invece un capitolo triste nella storia
della famiglia Keplero: qui sono sepolti la moglie e uno dei cinque figli dell’astronomo, morti di vaiolo.

Se delle tracce concrete del passaggio di Keplero a Praga non è purtroppo rimasto moltissimo, ricca è invece l’eredità intellettuale che lo studioso ha lasciato alla città e al mondo intero.

Fu un astronomo sui generis: ipovedente a causa di una malattia che lo aveva colpito nell’infanzia, non poteva affidarsi completamente ai telescopi per elaborare le proprie teorie e ripiegò su meticolosi calcoli matematici per studiare le orbite dei pianeti, le congiunture astrali e gli altri fenomeni dell’etere.

Tra le sue tante opere, le Tavole Rudolfine sono il lavoro di una vita intera, con cui Keplero,
partendo dalle teorie astronomiche dei suoi predecessori, soprattutto Copernico, descrive
matematicamente il sistema solare, fornendo le istruzioni per localizzarne i pianeti.

Questo catalogo astronomico, corredato di tavole planetarie e pubblicato nel 1627, è stato intitolato in onore proprio a Rodolfo II.

A Praga resiste anche una leggenda, che unisce, ancora una volta, Keplero e Brahe. Si
dice che, sotto il rapporto inteso di collaborazione e stima, i due astronomi celassero
una forte rivalità e Keplero abbia avvelenato con il mercurio il suo mentore, per avere campo libero alla corte di Praga.

Il corpo di Brahe, sepolto nel duomo gotico Nostra Signora di Tyn, nella piazza della Città Vecchia, venne riesumato nel 1901 e furono rinvenute tracce di mercurio, causa della disfunzione renale che ne provocò la morte, che alimentarono la teoria del delitto.

Le analisi condotte però nuovamente nel 2006, in forza delle conoscenze e strumentazioni in dote alla scienza moderna, ha smontato il mistero: le quantità di mercurio erano minime, la morte fu dovuta a cause naturali. La verità, forse, la sanno solo le stelle, tanto amate da Keplero e Brahe.

Keplero lasciò Praga nel 1612 per trasferirsi a Linz, in Austria. I suoi studi continuarono, tra le curiosità indagate e tramandate dall’astronomo ci sono la formazione di un fiocco di neve
e la soluzione matematica al mistero della stella di Betlemme. Per questo suo scrutare il cielo,
Keplero è passato alla storia come “l’uomo che fece ordine nell’universo”. Partendo da Praga e dalla sua magia.

Info: www.visitczechrepublic.com

Foto Sonia Anselmo, Pixabay

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