Évora, architettura, Storia e meraviglie in Portogallo

Le mura medievali circondano l’abitato come un abbraccio protettivo e svelano le meraviglie
architettoniche di Évora: l’imponente cattedrale, l’acquedotto, i resti del tempio, ma anche
le case dalle facciate bianche e gialle ricche di decori e balconi in ferro battuto.

Évora è uno scrigno di bellezze che raccontano la sua storia millenaria. Romani, visigoti, arabi, poi residenza dei re portoghesi, centro religioso, commerciale e culturale importante:
in molti sono passati per questa cittadina dell’Alto Alentejo, una zona poco nota ai turisti
del Portogallo, tra campi coltivati, vigneti e siti archeologici misteriosi.

A poco più di un’ora e mezza di auto da Lisbona, Évora rivela un’anima affascinante, da catturare
girovagando per le sue strade, con gli occhi bene attenti a captare i dettagli.

Il primo impatto è quello con le mura trecentesche costruite sulle fortificazioni romane del I secolo, lunghe oltre tre chilometri, che custodiscono una storia di duemila anni.

Évora fu conquistata dai Romani nel 59 a.C, che le diedero il nome di “Liberalitsa Julia”, e divenne sempre più importante, come testimoniano le vestigia del tempo ancora visibili: un tratto delle mura, la porta detta di Dona Isabel, ma soprattutto il tempio del II secolo dalle
colonne corinzie, ben conservato, anche se resta incerta la divinità a cui fosse consacrato
(alcune ipotesi affermano che sia dedicato a Diana), e le rovine delle terme cittadine, che oggi si trovano sotto il palazzo del Municipio.

Del periodo visigoto, intorno dal V all’VIII, resta poco da vedere, invece per il dominio arabo, durato fino al XII secolo, basta fare un giro per la città, all’epoca chiamata Yeborah, tra le stradine strette e le piazze inondate di luce, per rendersene conto, soprattutto nel quartiere della Mouraria.

Dopo la Riconquista, Évora divenne sede della corte reale e fu arricchita da palazzi e monumenti. Come la cattedrale Sé, la più grande medievale del Portogallo: fortificata, dal tracciato gotico, con le due torri asimmetriche di granito rosa, che svettano verso il cielo, rivela molti tesori architettonici. Come un apostolato romanico gotico nel portico, la lanterna centrale della navata di fine Duecento, una cappella barocca in contrasto con il resto austero della chiesa, il museo di Arte Sacra all’interno della torre nord, un coro rinascimentale in legno, il chiostro gotico. All’interno della Sé vennero benedette le bandiere della spedizione
di Vasco de Gama, mentre dalla terrazza, visitabile, si ammira un panorama mozzafiato su tutta Évora.

Da non perdere, poi, Praça do Giraldo, il cuore della città, un tempo sede di esecuzioni e roghi
per l’Inquisizione, oggi vivace e piena di numerosi caffè e bar. A una delle estremità, si trova la Igreja de Santo Antão e il Chafariz (fontana) di marmo con otto cannelle, che rappresentano le otto vie che convergono nella piazza.

Da qui si può partire alla scoperta delle altre meraviglie di Évora, come l’acquedotto incompiuto del Cinquecento, oggi un affascinante percorso a piedi di più di 8 chilometri con negozi e costruzioni sotto le arcate, la macabra Cappella delle Ossa, decorata appunto da ossa umane nel Seicento, il Museu do Museu do Évora, all’interno di un palazzo vescovile che ospita reperti della lunga storia cittadina, la Igreja de Sao Joao, piccola e quattrocentesca.

Inoltre, fuori dalle mura, l’Università, tra le più antiche d’Europa, con il Colégio do Espírito Santo, con chiostri in stile rinascimentale italiano e azulejos di color bianco e blu.

Come se non bastasse la ricca presenza di meraviglie architettoniche, Évora può essere una base perfetta per scoprire l’Alentejo, zona poco frequentata dai visitatori. Campi, cantine dove fare degustazioni vinicole, panorami bucolici, e a una quindicina di chilometri dalla città,
il Cromeleque dos Almendres.

Tra ulivi e querce da sughero, è il più grande complesso di megaliti della penisola
Iberica con 95 monoliti. Il gruppo di pietre gigantesche in granito è disposto ad ovale, su un pendio, alcune presentano incisioni simboliche e furono erette in epoche diverse secondo le orientazioni astronomiche: probabilmente i monoliti venivano utilizzati per rituali nel Neolitico. Poco prima del Cromeleque, si trova un singolo Menir alto circa 4 metri, con incisioni in cima. Visitare il sito è una delle escursioni da fare a Évora, città da lunga storia di meraviglie, misteri e architettura.

Info: www.visitportugal.com

Foto Dreamstime.com, Pixabay

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