Valparaìso, fuochi d’artificio, colori, graffiti e cultura

La baia si incendia di migliaia di fuochi d’artificio. A Valparaìso il Capodanno è una cosa seria: amato in tutto
il Sudamerica, con un milione di visitatori che arrivano appositamente da ogni parte del Cile e dalla vicina Argentina, si celebra con uno spettacolo di 45 minuti tra luci e musica.

Ben venticinque tonnellate di fuochi e dodici punti di tiro per illuminare a giorno la baia lunga 17 chilometri: uno show senza paragoni per festeggiare alla grande non solo il nuovo anno, ma anche l’inizio della stagione estiva e turistica della zona. Valparaìso, la vicina Vina del Mar e la piccola Renaca sono le mete più apprezzate del Cile per quanto riguarda il mare e le spiagge.

Se le onde sono dominio dei surfisti, l’acqua il regno dei tanti leoni marini e l’oceano con la sua temperatura
fredda tiene lontano i bagnanti, che preferiscono prendere il sole sulla sabbia, a Valpo, come la chiamano gli affezionati, per chi non ha intenzione di oziare in riva, c’è molto da scoprire.

E’ un’incantevole cittadina fatta di colori e salite. Dovunque i murales arricchiscono le facciate di case, palazzi e negozi. Un susseguirsi di tinte accese, rosso, giallo, blu, verde, o più miti, dal lilla al rosa pastello,
per disegni che ritraggono la natura, gli animali, le persone, la Storia. Ogni angolo lascia stupiti per la bravura dei writers, per il fascino che questo insieme di muri apparentemente fatiscenti diventati tela per dipingere ed esprimere i propri sentimenti.

Tra salite e rapide discese, si cammina sotto lo sguardo apparentemente assorto dei tanti gatti: si vede che qui sono molto amati, sono ritratti nei souvenir che si vendono nelle bancarelle, dai magneti agli quadri e alle borse, e sono una costante anche nei murales.

Valparaìso, città di mici e non solo. Anche di scrittori e intellettuali. Basta andare al Cerro Bellavista, un
quartiere residenziale dove hanno vissuto molti di loro, magari con uno dei tre ascensori, risalenti agli inizi del Novecento.

La prima cosa che si nota è un largo spiazzo dedicato proprio ai poeti cileni, con le statue in posizione “casual” di Vincente Huidobro, il premio Nobel Gabriela Mistral e ovviamente Pablo Neruda, che sembra indicare la via per raggiungere la sua casa, poco lontana. E’ La Sebastiana, chiamata così in onore del costruttore Sebastiàn Collado, oggi museo.

Arroccata sulla collina, un panorama mozzafiato, è su cinque piani e mostra l’atrio, la sala da pranzo, la camera da letto e per finire lo studio del poeta che qui ha collezionato molte opere artistiche e oggetti di tutti i giorni, dai bicchieri ai libri: si trattava bene, Neruda, non c’è che dire, soprattutto ammirando la spettacolare vista che si gode dal letto, posto davanti ad un’alta vetrata: a capodanno era solito trascorrere la serata guardando i fuochi artificiali proprio da qui.

Il poeta diceva che Valparaìso era la città delle bandiere: perché i panni stesi ad asciugare sui balconi delle case colorate sembravano tanti drappi che sventolavano. Oppure scherzava raccontando che è stata costruita
da un angelo ubriaco, perché non c’è mai stato un piano regolatore e le abitazioni sono venute su appiccicate l’una all’altra, anche per via dei tanti terremoti affrontati. Di sicuro, è una città vivace e La Sebastiana è il punto ideale per partire alla sua scoperta.

Scendendo da lì, infatti, si incontra subito il museo a cielo aperto costituito dai murales, dipinti da artisti e studenti d’arte cileni e alcuni dei quali sono stati scopo di propaganda politica. Tra vicoli, scale, salite e discese, si trovano locali, bar, hotel e persino qualche ragazzo che fa skate sulle strade dissestate.

Alla fine si arriva al Camino de Cintura, un lungo camminamento panoramico sul porto: fondamentale nella storia di Valparaìso, che per anni ha dovuto la sua fortuna proprio alla sua insenatura naturale adatta alle navi, ora punto d’attracco di numerose crociere.

Lontana poco più di cento chilometri da Santiago, Valpo è tuttora la capitale amministrativa del Cile, la sede del Parlamento, ma in passato era dominante nell’economia del Cile. Fondata da Diego de Almagra nel 1536, che la battezzò così in onore del suo paese natio in Spagna, è stata per secoli punto di connessione dell’entroterra cileno con l’oceano Pacifico e quando i velieri dovevano circumnavigare il Sudamerica per arrivare nei porti statunitensi e canadesi ha avuto un’età d’oro, dovuta ai commerci. A quell’epoca arrivano molti migranti dall’Europa, a seguito proprio dei mercanti, e dall’Italia si insediò una grande comunità ligure: tutti diedero un’impronta alla città, con le loro caratteristiche.

Cosmopolita e attiva, la città e il porto si arricchirono fin quando fu aperto il canale di Panama, che segnò il declino, insieme ai tanti terremoti subiti. Ogni volta è risorta, come una fenice, e oggi è uno dei luoghi più visitati, con il centro storico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

E’ divisa in parte alta (quella del Cerro Bellavista) e parte bassa, più moderna, con i palazzi ufficiali, il caratteristico mercato, la grande Plaza Matriz con il monumento agli eroi della guerra del Pacifico e la chiesa. Ovunque il panorama è quello sulla baia, unico e suggestivo.

A poca distanza si intravede Vina del Mar, una ricca cittadina di villeggiatura con un lungomare affollato,
un Moai (l’unico che si trova fuori dall’Isola di Pasqua) davanti al museo archeologico, tantissime ville residenziali, e il giardino botanico.

Non a caso, Vina è nominata “ciudad jardin”, per i numerosi spazi di lussureggiante vegetazione tropicale. Una sue delle caratteristiche però più curiose è il gemellaggio con Sanremo: le due condividono un importante Festival, dove spesso e volentieri si scambiano artisti e canzoni, e a Vina hanno sfilato i maggiori cantanti italiani, da Laura Pausini a Riccardo Cocciante, senza dimenticare Paolo Meneguzzi, che qui trovò la gloria prima di arrivare al successo anche da noi.

Poco oltre Vina del Mar, c’è la piccola Renaca, un centro vacanziero in continua espansione dove vengono i surfisti a cavalcare le onde e i leoni marini e i cormorani ad adagiarsi sugli scogli antistanti la spiaggia. La costa continua con altre località piene di ristoranti di pesce e nuovi condomini di cemento, che deturpano la zona.

Una regione, che oltre ad essere dotata di una splendida baia, ha alle spalle tutta l’enorme distesa di vigneti che rende il Cile uno dei massimi produttori di vino del mondo. Basta riprendere la strada che porta a Santiago, scoprire lungo il percorso centinaia di filari di preziosi viti e festeggiare il Capodanno con un bicchiere di vino locale.

Info www.ciudaddevalparaiso.cl/ www.chile.travel
Foto di Sonia Anselmo

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