Da queste parti amano chiamarle “cateratte di Iguaçu”, per via della potenza dell’acqua che scolpisce le rocce basaltiche e precipita da una serie di altezze mozzafiato che variano a seconda del territorio. Le cascate sono formate dal Rio Iguaçu, circa 18 km prima di unirsi alle acque del Rio Paranà più a sud. Nella parte in cui compie i suoi salti, il fiume Iguaçu misura circa 1.200 metri di larghezza, per poi restringersi più in basso, in un canale di 65 metri. La larghezza totale delle cascate è divisa tra il Brasile e l’Argentina e dipende ovviamente dalla portata del fiume durante i vari periodi dell’anno. In territorio brasiliano la larghezza raggiunge gli 800 metri con salti di acqua che vanno dai 150 a 300 metri, mentre nella parte Argentina i salti variano da 40 a 82, ma la larghezza, a semicerchio, è di 2.700 metri. La potenza delle acque è di circa 1.500 m3 al secondo e la velocità di caduta varia dai 500 ai 6.500 m3 al secondo.
Una potenza davvero impressionante che fa impallidire anche le cugine nordamericane del Niagara. La moglie del presidente Roosevelt, Eleonor, quando vide per la prima volta Iguaçu disse: “Il Niagara in confronto è solo povertà”. Chi non soffre di vertigini può concedersi una piccola passeggiata su una passerella a picco sulle acque chiamata la Garganta do Diabo, la gola del diavolo, da cui si accede al verde brillante della mata nel parco nazionale, una delle maggiori foreste pluviali del mondo e soprattutto la meglio conservata. All’interno del parco esiste un sistema di biodiversità molto fragile e ben protetto. Ad esempio le farfalle panapanás, una specie che vive soltanto in questo ecosistema. Per gli amanti del brivido, c’è il rafting, con una discesa di 4 km, fino ad arrivare a valle dove le acque si calmano, diventano placide ed è possibile fare il bagno.
Le rapide sono considerate di livello medio, quindi è consigliabile essere un po’ esperti prima di decidere di affrontarle. Per i novelli tarzan c’è sempre da provare l’arvorismo. Si tratta di uno sport popolare in Sud America che consiste nell’arrampicarsi sugli alberi attraverso percorsi guidati. Infine, chi non ha paura, può sempre provare la via ferrata. Ci si arriva attraversando un sentiero dentro la foresta fino ad una piattaforma sospesa a oltre 55 metri. La vista è sicuramente spettacolare, ma i nervi devono essere saldi, soprattutto non bisogna soffrire di vertigini o aver paura del vuoto. Prima di avventurarsi in questo percorso è consigliabile contattare le guide locali.
Un po’ di storia
Il primo uomo bianco che vide Foz de Iguaçu fu Álvar Nuñez Cabeza de Vaca, nel 1542. L’esploratore spagnolo scoprì le cascate per caso, mentre cercava un sentiero che lo conducesse ad Asunção. Nel suo diario annota: “Il fiume fa un salto da una rupe enorme è l’acqua colpisce la terra con così tanta forza che si sente il rumore da molto lontano. All’inizio del XX Secolo un fazendeiro uruguaiano che abitava da quelle parti, Jesus Val, si vantava di esserne il proprietario, poichè le cascate si trovavavano nel suo territorio. Un capriccio che gli costò caro. Il pilota aviatore Santos Dumont dopo aver fatto un volo sopra Igauçù, si fece carico di far sì che queste bellezze appartenessero a tutto il mondo e non a un solo proprietario. Intorno al 1929 il governo brasiliano e quello argentino si misero d’accordo ed espropriarono le terre all’arrogante fazendeiro. Iguaçu tornò così al suo legittimo proprietario: la natura. Le cascate hanno anche ispirato Hollywood prestandosi come scenario ad almeno tre film famosi: “Moonraker operazione spazio” (1979), della serie 007; “Mission” del 1986 con Robert De Niro e “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo”, di Steven Spielberg, del 2008.
La visita alle cascate si può effettuare tutti i giorni e tutto l’anno dalle 9 alle 17
Informazioni 055 -45-3521-4400 – Sito Web: www.cataratasdoiguacu.com.br