Canyon da vertigine

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È stato anche sfondo di avventure e gesta memorabili. Inevitabile pensare di trovarsi prima o poi davanti John Wayne in sella al suo cavallo, o lunghe carovane di pionieri, con i carri ricoperti di stoffa bianca e le ruote cigolanti sui sentieri accidentati. Tutta la zona tra Nevada, Utah e Arizona, quella dei canyon e dei grandi parchi, ha paesaggi entrati nella memoria per i film western. Tra pistole, polvere, cowboy e coyote. Non mancano i pellerossa: è territorio dei Navajo e di altre tribù, ai quali è dato l’onore di occuparsi della conservazione del luogo. Questi, tra sculture fatte dal vento, sporgenze e gole, sono tra i più antichi parchi nazionali degli Stati Uniti e i loro nomi sono suggestivi quanto lo scenario che offrono. Una delle mete immancabili è il Grand Canyon, un lungo taglio (446 km) molto profondo, in alcuni punti anche 1.600 metri. A vederlo dall’alto, con il fiume Colorado ridotto ad una strisciolina rossa di sedimenti, fa venire i brividi, ancora di più sorvolandolo con gli elicotteri. Sicuramente è uno dei fenomeni geologici più incredibili, che lascia sbalorditi. Un’immensa gola nel nord dell’Arizona creata grazie al sollevamento della placca del Colorado, circa 65 milioni di anni fa, mentre il fiume e i suoi affluenti hanno eroso le rocce. Apparentemente sembra deserto, ma ci vivono molti animali, come il puma, roditori e uccelli, e i nativi americani hanno creato insediamenti tra le pareti del canyon prima che arrivassero gli europei. 
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Anche la Monument Valley ha un fascino unico già dal nome. Tra Utah e  Arizona, è una vasta depressione desertica dove si innalzano, quasi fossero sculture, monoliti dalle forme più bizzare, come i camini e guglie, fatti di arenaria, tufo, calcare, alti fino a 610 metri. In epoca remota, qui c’erano i fondali dell’oceano e il vento, le pioggie e il ghiaccio hanno modellato con pazienza il paesaggio, tanto da sembrare una galleria d’arte a cielo aperto. Tante sono le immagini suggestive che la Monument Valley crea nell’osservatore, come la rettilinea strada lievemente in discesa che dà l’impressione di calarsi all’interno della valle. Qui sono stati girati innumerevoli film western e i Navajo si occupano del parco, delle strutture per i turisti, delle escursioni in jeep, delle bancarelle con le produzioni artigianali. Un modo per entrare in contatto con il loro mondo. Una gita fino al Lake Powell lascia ancora una volta incantati. È uno dei più grandi laghi artificiali degli Stati Uniti, creato nel 1957 con la diga di Glen Canyon, ed è il paradiso degli sportivi che hanno la possibilità di praticare molte attività, dallo sci acquatico al kayak, dalla pesca al trekking. Persino il bird-watching è contemplato nelle tante opportunità da provare, oltre ad affittare un house-boat e dormire sul lago. Anche se l’attrazione principale è proprio il panorama da cui è circondato, tra canyon, canali, rocce che si specchiano nel blu dell’acqua,  baie, e persino un arco naturale, LaGorce Arch.
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Ancora, lasciato il Lake Powell, le sorprese non sono finite. È la volta del Bryce Canyon, uno dei gioielli dei parchi americani, diverso dagli altri. Innumerevoli guglie e  pinnacoli e maestose pareti rocciose si innalzano all’interno di un magnifico anfiteatro naturale, dove si possono ammirare le Pink Cliffs, formazioni dai delicati colori rosso-rosa simili a torri, colonne e gradini. Ma di questa zona di canyon e parchi, forse quella più magnetica per i visitatori è la Death Valley, la valle della morte, tra California e Nevada, tra il mondo dorato di Los Angeles e quello pazzesco di Las Vegas, la città del deserto costruita sul gioco d’azzardo e le follie. La Death Valley è percorsa da una lunga strada leggendaria, quasi un simbolo dell’avventura, della libertà, della voglia di vivere. Sarà perchè lo spazio intorno è davvero immenso tra depressioni di 86 metri sotto il livello del mare, nel Badwater, il letto di un lago preistorico ora prosciugato, che poi è il punto più basso del Nord America, tra montagne che hanno i pendii quasi pettinati in grossi canaloni, città fantasma, punti panoramici, dune di sabbia. Il tutto avvolto nel silenzio, quasi lunare, come il paesaggio, con temperature infernali d’estate, che possono toccare i 50 gradi. Per molti, la valle della Morte è un’esperienza da fare assolutamente nella vita, per tutti un’occasione per cogliere la grande bellezza di questa zona di parchi e canyon unica al mondo. Un’emozione irripetibile, che rimane nel cuore per sempre.

B&B Travel Service propone un itinerario ad hoc per scoprire i grandi parchi e la California. L’agenzia, con sede
a Cremona,  offre un collaudato e dettagliato pacchetto all inclusive, in partenza il 7 novembre 2014, con il ritorno il 17 novembre: dopo il volo intercontinentale da Milano Malpensa, si inizia il tour, con guida e accompagnatore per tutto il viaggio, da Los Angeles (con visita nei luoghi più famosi come l’Hollywood Boulevard, Beverly Hills, il quartiere messicano, una tappa agli Universal Studios, entrata al Getty Center), si prosegue con il Grand Canyon, la Monument Valley, il Lake Powell, il Bryce Canyon, il Parco Nazionale dello Zion, Las Vegas, la Death Valley, il Parco Yosemite. Da qui si arriva a San Francisco, tappa conclusiva del tour, con visita della città, ed è prevista  un’escursione al Muir Woods, foresta di sequoie Monumento  Nazionale.
Per informazioni B&B Travel Service, via Dante 181, 26100 Cremona,  TEL. 0372/35740 – 36549 – FAX 0372/27792
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Testo di Iride Conti, foto di Fiorella Corini, www.lakepowell.com, www.utahscanyoncontry.com

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