Susanne Beyer, ecco la mia Penelope

susannehpIMPERIA – Ha i capelli biondi tagliati corti e la pelle abbronzata, Susanne Beyer. Si vede che ha passato la vita sulle barche e che ne conosce ogni angolo e curvatura. Si fida di loro. Da dieci anni è lo skipper del Tirrenia II, un ketch del 1914 lungo 18,54 metri e largo quasi quattro. Una buona barca, ma non è con questa che Susanne ha intenzione di sfidare il mare e se stessa, salpando il prossimo anno per la sua traversata atlantica in solitaria. Partenza da La Rochelle, in Francia, e arrivo a Salvador de Bahia, in Brasile. “Sono 4.200 miglia nautiche – sorride Susanne, 31 anni, da Zoagli, Genova – venti giorni o più di navigazione. Ci ho messo due anni per qualificarmi, ne prendono 75 in tutto il mondo”. La barca con cui affronterà l’oceano se l’è costruita da sola, si chiama Penelope ed è lunga 6,5 metri, e Susanne ha impiegato tre anni per trovare gli sponsor e i finanziamenti. Ma per una come lei che è nata e cresciuta sul mare aspettare significa solo avvicinarsi di più al suo sogno.

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“Fallisco più volte – scrive Susanne sul suo sito – tante porte in faccia, tante lacrime e delusioni, spesso voglio mollare e liberarmi di questo tarlo. Ma Penelope c’è, esiste già e gli amici la vogliono tenere in vita”. Ma alla fine il finanziamento arriva e a ottobre 2008 i lavori per dare alla luce Penelope hanno inizio, in un cantiere in Bretagna. Quando le chiedi cosa la spinge a farlo, Susanne sorride e scuote la testa, dice che non lo sa. “L’amore per le barche e per le mini, come è Penelope – assicura – è come una malattia. Si prende, e basta. Magari sei lì a pensare o a parlare con qualcuno e qualcosa scatta, un pensiero in testa: ci devo provare, devo provare a trasformare questo sogno in progetto…”. Sul sito di Susanne c’è una citazione dello scrittore statunitense John Updike: “I sogni si realizzano; senza questa possibilità, la natura non c’inciterebbe a farne”. Il sogno di Susanne inizierà il prossimo settembre.

L.N.

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