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Allontanandosi dall’unica strada asfaltata si raggiungono le aree più remote, fino agli ultimi parcheggi disponibili. Da lì la natura prende il sopravvento e per raggiungere gli spazi adibiti alle tende si deve camminare o remare, seguire i sentieri di terra battuta o quelli tracciati dai torrenti che si perdono nei laghi uno dopo l’altro. L’ultima prenotazione è quella dell’area per campeggiare e poi è tempo di zaini. Pochi indumenti, ma scelti in maniera molto accurata. Scarponcini da montagna, cappellino e giacca da pioggia non possono mancare. Si parte da Toronto con una scorta di caffè bollente e un sacchetto di muffin, percorrendo verso nord la Highway 400. I grattacieli della città si allontanano, restano sul bordo del lago Ontario. L’ultima a sparire è la Cn Tower e Toronto si perde nei ricordi, mentre lo sguardo cerca punti di riferimenti lungo l’infinita distesa di nulla. La macchina è carica: l’organizzazione è il biglietto per il divertimento e il relax. Non possono mancare tende, rifornimenti alimentari, bevande, legna per il fuoco e tutto l’indispensabile per vivere all’aria aperta. L’insegna di legno indica il raggiungimento del parco. S’imbocca la Hwy 60 e il parco inizia a far capolino. Ma è soltanto il primo passo. Si continuano a percorrere chilometri e lì è il momento di parcheggiare la macchina e di caricare gli zaini sulle spalle: inizia l’avventura.
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Abbiamo scelto uno spazio abbastanza incontaminato, non troppo semplice da raggiungere, ma nemmeno così sperduto da richiedere una preparazione fisica di livello agonistico per poterci arrivare. Un ora di cammino a piedi e un’ora di canoa e la nostra piazzola si aprirà davanti ai nostri occhi. Si cammina e si rema, ma la stanchezza si smarrisce nello stupore. Ad ogni passo la natura si rivela sempre di più ai nostri occhi. È una sinfonia d’immagini che si susseguono. Le sconfinate distese di aceri, i boschi di pini, i picchi rocciosi, le eleganti paludi, le miriadi di stagni, i laghi, quelli piccoli e profondi come occhi che guardano nel ventre della terra e quelli grandi che confondono lo sguardo. Milioni di laghi collegati dai canali e dai ruscelli. Ai margini del fiume la foresta s’infittisce e lascia trapelare raggi di luce, affilati come lame, che s’infilano tra i rami e colpiscono l’acqua. Il fiume si apre, allarga i suoi margini e diventa lago. La piccola spiaggetta è dall’altra parte. Attraversata la distesa di acqua le canoe si appoggiano lentamente sulla sabbia, ancora qualche metro, una piccola passeggiata verso la nostra “casa” in mezzo alla foresta. Si montano le tende, si sistemano le provviste, si accende il fuoco. Si sistemano i teloni indispensabili in caso di pioggia. Ad Algonquin piove molto spesso anche nei mesi estivi. Di notte il buio è intenso e le stelle che brillano nel cielo si possono vedere nitidamente. Sotto il velo della tenda si sprofonda in un sonno caldo e denso.
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L’alba arriva presto, la luce fa capolino lentamente e fuori c’è già qualcuno che si cimenta in cucina. La sveglia è al profumo di uova, pane tostato e salsiccioni. Una colazione ricca per una giornata piena di attività. Dopo il Canadian breakfast si parte, zaino in spalla. Qualche panino, acqua e una tavoletta di cioccolato. La passeggiata inizia tranquilla arrampicandosi tra i sentieri della fitta coltre di pini e aceri. Un passo dietro l’altro tra le radici possenti, la terra umida e le foglie. L’odore della natura entra nei polmoni. Le foglie sprigionano la loro fragranza. Dopo il bosco arrivano i picchi rocciosi e il panorama si apre poderoso: un’immensa distesa di acqua, boschi, piccole insenature e spiaggette. L’occhio si perde e la mente è libera di vagare. Tornati alle tende si accende il fuoco e ci si prepara per cucinare. La notte giunge presto ed è per questo che bisogna organizzarsi. Dopo una giornata lungo i sentieri del bosco è tempo di canoe. Di scendere in acqua e scivolare tra i sentieri formati dai ruscelli, di perdersi tra i laghi di approdare nelle piccole spiagge e di fare lunghi bagni nell’acqua cristallina. Ogni giorno ad Algonquin Park è una nuova scoperta. Mille sono le cose da fare, tra sentieri da percorrere a piedi e in canoa. Panorami da fotografare, cene da preparare e momenti di relax e divertimento da godere nel silenzio della natura. Moltissimi gli animali che si possono osservare passeggiando o stando seduti nella propria area di campeggio. Piccoli scoiattoli, orsetti lavatori, castori, ma anche alci. Nelle parti più interne del parco, quelle più incontaminate, vivono anche grossi orsi.
Come arrivare
Per arrivare a Toronto dall’Italia si possono utilizzare i collegamenti diretti di Alitalia da Roma, Air Transat da Roma, Venezia e Lamezia Terme e Air Canada da Roma. Una volta giunti a Toronto è necessario affittare una macchina per poter raggiungere comodamente Algonquin Park. Per la permanenza nel parco l’ideale è avere una tenda (possono essere acquistate a un prezzo modesto anche a Toronto). Si può però anche affittare un camper o un cottage. Per tutte le informazioni necessarie su Algonquin Park e per prenotare uno spazio per il campeggio si può visitare il sito del parco. Da qui si possono richiedere direttamente i permessi per la permanenza.
Quando andare
Il parco è aperto durante tutto l’anno. Nel periodo estivo le temperature sono più calde ed è più semplice organizzarsi, nonostante il rischio pioggia non sia del tutto scongiurato. Ma per i più temerari un’esperienza nel paesaggio innevato, fra novembre e aprile, può essere davvero indimenticabile.