In tutta la città regna una sorta di magica armonia con la natura selvaggia che la circonda tra le strade asfaltate e le mura di cemento, svettano alberi dalle radici grandi come le strade, e parchi che nascondo orchidee di rara bellezza. E chi crede che non sia una meta per tutti si sbaglia di grosso: Kuching vi sorprenderà non solo per i fantastici ristoranti e per gli accoglienti alberghi, ma soprattutto per le innumerevoli cose da fare: dalle semplici passeggiate lungo il fiume tra le bancarelle di artigianato che la sera puntellano come piccole luci le banchine, fino alle escursioni in barca sul fiume Sarawak. Da non perdere poi il mercato della domenica, che si tiene nella parte occidentale della città. Una curiosità: Kuching in lingua locale significa gatto e a questo animale sono dedicate varie statue in giro per le strade e le piazze.
I rajah bianchi
Vi siete mai chiesti cosa c’è di vero nei romanzi di Sandokan? La risposta è ovviamente niente, o meglio, molto poco. A parte i luoghi (Sarawak, come si è capito, è un posto reale) l’unico personaggio vero della saga è stato James Brooke. Questo signore, avventuriero inglese vissuto fra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, deve avere realmente infiammato l’immaginazione di Emilio Salgari. E del resto la sua vita è stata già un romanzo: dopo aver ereditato in patria una somma di 30.000 sterline, partì alla volta dell’Oriente per approdare nel Sarawak, dove ai tempi il Sultano del Brunei si trovava alle prese con una serie di ribellioni interne. Brooke offrì il suo aiuto e in cambio ottenne la giurisdizione su una parte del sultanato. Da allora verrà chiamato il “Rajah bianco”. Alla sua morte, il titolo passò al nipote Charles che portò la capitale a Kuching e continuò l’opera di pacificazione intrapresa dallo zio. La dinastia sopravvisse fino al 1941 quando l’invasione giapponese del Borneo fece ammainare l’ultimo vessillo dei rajah bianchi. Oggi, oltre al Forte Margherita (visitabile) si può ammirare traccia di questa epopea nel palazzo Astana, antica residenza di Charles Brooke e oggi palazzo del Governatore (e quindi chiuso al pubblico). I Brooke fecero inoltre erigere il bianco palazzetto merlato sulla piazza del bazar, mentre una statua ricorda la figura di Charles sulla stessa piazza.
La Jong’s Crocodile Farm
Fra gli animali della regione, i più spettacolari – e pericolosi – sono senza dubbio i coccodrilli. Da queste parti ogni fiume è a rischio e nessuno consiglia di bagnarsi. Del resto, cartelli di avviso con un rettile a fauci spalancate sono piazzati apposta per mettere in guardia anche i più temerari. Nella regione vivono due specie: il tomistoma (accento sulla “i”), un curioso coccodrillo dal muso stretto e allungato e il famelico coccodrillo marino. Il primo, sebbene di rispettabili dimensioni – può superare i tre metri – è ormai molto raro e di norma non è pericoloso per l’uomo. Discorso diverso per il coccodrillo marino, gigante voracissimo che, come dice il nome, non disdegna l’acqua salata. Per far conoscere questi animali e anche per studiarli, le autorità hanno avviato una stazione biologica, la Jong’s Crocodile Farm, raggiungibile con una mezz’ora di taxi dal centro di Kuching in direzione sud. All’interno di vasti recinti sono ospitate diverse centinaia di rettili, alcuni dalle dimensioni mostruose. La star è un vecchio coccodrillo marino di oltre cinque metri catturato nel 1988 nel fiume Kuching, nei pressi della città. Uomo avvisato…
Alla ricerca dei delfini di fiume
Fra le attività da svolgere, una delle più interessanti è senza dubbio un’escursione in barca. Il bacino del Kuching si apre infatti alla foce in varie diramazioni, tutte più o meno coperte dalle numerose agenzie che in città offrono questo tipo di crociera. Molto interessante è quella lungo il fiume Santubong, che scorre ai piedi dell’omonimo monte e al cui estuario si possono osservare i delfini di fiume. Si tratta di una specie molto piccola di cetaceo (il nome scientifico è Neophocaena phocaenoides, e arriva al massimo a due metri) che per niente intimidito dalla vicinanza delle imbarcazioni, emerge spesso in superficie anche in gruppi. I pescatori del luogo, numerosi anch’essi, convivono volentieri con questi animali, la cui presenza in determinati punti segnala i banchi di pesce.
Il Sarawak Cultural Village
Si tratta di un museo all’aperto per far conoscere i vari aspetti culturali del Sarawak meridionale, dalla musica alle abitazioni tipiche degli indigeni. Il museo-parco ospita membri delle diverse tribù della zona: orang ulu, bidayu, iban e melanau, che danno dimostrazione di arti e attività tipiche, come l’intreccio di cesti, la tessitura e l’uso delle cerbottane. L’aspetto più interessante è la possibilità di vedere da vicino le tipiche abitazioni dette longhouse senza andarle a cercare nel folto della giungla, nelle aree protette, dove gli indigeni vivono ancora in maniera tradizionale. Il parco è la meta ideale per una rilassante escursione di mezza giornata in un ambiente naturale ai margini della foresta.
Le nostre scelte
Dove dormire
L’albergo più importante della città è il Merdeka Palace, che sorge al centro della piazza centrale. Per la sua architettura coloniale sarebbe più una sorta di museo da visitare, soprattutto la hall, che un hotel, le cui camere poi, sono standard.
Dove mangiare
A Kuching si mangia bene ovunque, e ovunque troverete specialità di pesce e carne. Ma non possiamo esimerci dal segnare il ristorante Bla Bla Bla. Vi consigliamo di provare il famoso salmone affumicato con l’insalata fritta (croccante e leggerissima) oppure gli assaggi di tofu alle erbe locali. Una volta provati non potete fare altro che tornarci la sera dopo e la sera dopo ancora, per esplorare tutti i tipi di cucina fusion che questo piccolo e magico ristorante saprà offrirvi.