Suzhou, l’antica città giardino della Cina

Le lanterne rosse di notte illuminano i canali, un po’ come accadeva secoli fa. Suzhou sembra arrivare direttamente dal passato, con le barche che scivolano lente sull’acqua, i ponti a schiena d’asino, i ciliegi in fiore che poggiano i rami sulle sponde, i giardini nascosti dai muri bianchi, le pagode.

Un’immagine da favola per la città giardino, a poco più di cento chilometri ad ovest di
Shanghai, detta anche la Venezia della Cina. In mezzo al delta del fiume Yangtze e al lago Taihu,
nella provincia del Jiangsu, Suzhou è una meta immancabile per chi visita il Paese in primavera, o almeno lo è la parte antica. Il resto è una metropoli di grattacieli, come tante altre.

Il cuore di Suzhou, però, è diverso. E’ questo intricato labirinto di vicoli, ponti, canali, dove la storia e la tradizione lasciano il segno, dove i giardini sono custoditi e nascosti da occhi indiscreti, dove le tipiche lanterne fanno da orientamento ai turisti in cerca di ristoranti della rinomata cucina locale, a base di pesce.

Si può salire su una barca condotta con un remo solo e scoprire dall’acqua i segreti di Suzhou, oppure vorticare tra le stradine lastricate, piene di negozi di souvenir e bancarelle di cibo. Ma basta deviare dalle vie principali, girare l’angolo, e ci si trova davanti la Cina più autentica, tra ceste di bambù con la spesa posate davanti alla porta di casa. La notte tutto si fa silenzioso, rarefatto e quasi mistico.

Suzhou ha 2500 anni di storia, è stata fondata nel 514 a.C, è stata la capitale del regno di Wu e culla di cultura: alcune sue caratteristiche antiche, come il dedalo di strade e canali che corrono fianco a fianco, sono ancora vedibili, insieme all’arte e al commercio.

Grazie al Grande Canale che l’attraversa, divenne subito un centro commerciale importantissimo lungo la Via della Seta: le carovane si fermavano qui a fare scorta di sete, ventagli e ricami, artigianato per cui anche oggi Suzhou è famosa, e venne visitata anche da Marco Polo.

Per conoscere al meglio questo aspetto della città si può curiosare nel Museo della Seta, per scoprire tutto su questo tipico prodotto, oltre a visitare i tanti negozi e boutique.

Ma Suzhou è soprattutto la città giardino. Un famoso detto cinese dice: “I giardini a sud dello Yangtze sono i più belli al mondo. Tra questi, quelli di Suzhou sono da considerarsi i migliori”.

I primi giardini coincidono con la fondazione della città, ma durante il XVI e il XVII secolo raggiunsero il massimo splendore: a quei tempi esistevano oltre 200 giardini all’interno delle mura e altri 100 fuori: per questo motivo in Cina Suzhou venne definita il paradiso terrestre e presa a modello in tutto il Paese.

I giardini classici sono microcosmi con elementi naturali, acqua, pietre e piante, collocati seguendo gli antichi insegnamenti filosofici e creando colline artificiali, corsi d’acqua, edifici per la meditazione, la lettura, la scrittura, la musica e preparare il te. All’interno, poi, arbusti, piante da fiore, alberi sono stati sistemati in modo armonico a realizzare un susseguirsi di fioriture per ogni stagione.

Un delicato equilibrio tra natura e intervento umano, per sottolineare la bellezza: questo il concetto base degli oltre 60 giardini rimasti intatti a Suzhou, alcuni dei quali Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, molti con nomi aulici e romantici.

Il più noto e il più grande è sicuramente il Giardino dell’Umile Amministratore, tra opere d’arte e meraviglie naturali è il classico esempio dell’arte del giardino cinese. Qui, secondo la tradizione, ci sono quattro componenti di base: la pietra, la pianta, l’architettura
e l’acqua, che si combinano in infiniti modi, in particolare ricreando il paesaggio naturale in miniatura. La vegetazione rappresenta le stagioni con piante simbolo, le peonie per la primavera, il loto per l’estate, l’osmanto per l’autunno e i pruni in inverno.

Poco lontano si trova il Giardino della Foresta dei Leoni, che si concentra sull’uso delle tipiche
pietre. Tra gli altri da visitare a Suzhou, il Giardino del Maestro delle Reti, tra i più piccoli e più ispirati, e il Giardino dell’Armonia.

Non solo giardini, in città è da ammirare la porta d’entrata: risalente al Periodo dei Regni Combattenti, che va dal 453 a.C. al 221 a.C, era il punto d’accesso alla città murata via terra e via canale.

Nei dintorni si trova la Ruiguang Pagoda, una delle più antiche della zona. Ottagonale, di sette piani, è alta 175 metri e fu realizzata nel 247 d.C.: nei secoli ha subito distruzioni e ricostruzioni a seconda delle dinastie per motivi politici e religiosi.

Oggi sorveglia Suzhou insieme a un altro luogo iconico della città: la Collina della Tigre è un ambiente naturale con templi, padiglioni, giardini e quant’altro dove ammirare la sottile armonia dell’antica Cina.

Una volta tornati tra le stradine e i ponti è da assaggiare la tipica cucina, famosa in tutta la Cina. Pesce mandarino impanato e fritto, servito caldo con una salsa agrodolce, il granchio fritto con le verdure, spaghetti Fengzhen cotti nel brodo, involtini primavera al pesce e molto altro ancora.

Da non perdere sono gli snack venduti sulle bancarelle, come le Tortine di Luna, a volte
con la carne, ma più amate nella variante dolce con pinoli, noci, rose e fagioli rossi. Tradizionalmente si mangiano durante la festa di mezzo autunno insieme a tutta la famiglia.

Se invece si capita in primavera a Suzhou, si carpisce subito l’inebriante odore dolciastro delle
tortine Jiuniang, vendute solo in questi mesi. Sono fatte con un impasto al fagiolo rosso e sesamo fritto e riempite di rosa. Da assaggiare rigorosamente bollenti, magari ammirando uno degli splendidi giardini di Suzhou.

Info: www.turismocinese.it

Foto Pixabay

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