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Il villaggio, una frazione di Zippori, antica città ellenistica, fu occupato dai romani durante la rivolta giudaica del 60 d.C, per poi prosperare sotto i bizantini e diventare un importante centro cristiano con la conquista dei crociati della Terra Santa nel 1099. Nei secoli XII e XIII fu di nuovo sotto i musulmani, ma i francescani riuscirono a mantenere ottime relazioni e ad acquistare la Basilica dell’Annunciazione, centro vitale del borgo, e da allora c’è sempre stata una presenza cristiana a Nazareth. Oggi la città è una delle principali mete di pellegrinaggio, che ruota ancora intorno alla chiesa dell’Annunciazione. Una basilica estremamente moderna, la più grande del Medio Oriente, che può lasciare esterrefatti i visitatori che si aspettano qualcosa di più antico nel luogo dove l’arcangelo Gabriele avrebbe comunicato a Maria la sua maternità sacra. Progettata dall’architetto Giovanni Muzio nel 1955 e consacrata nel 1969, è stata costruita sul sito della prima basilica, risalente al V secolo e fatta erigere dai discendenti della famiglia di Maria che trasformarono questa antica abitazione in luogo di culto. Seguendo gli eventi storici di Nazareth, la chiesa venne distrutta e ricostruita più volte, tenendo salva soltanto la grotta santa.
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L’edificio di oggi è eretto su due livelli. Una grande cupola che domina tutta Nazareth, un pozzo, le targhe in ricordo di Paolo VI che venne in visita (e per il quale fu creata una strada di collegamento tra i siti, intitolata al papa), un ricco portale di bronzo e soprattutto un chiostro gigante, costellato da mosaici contemporanei inneggianti alla Vergine Maria e provenienti da tutto il mondo, Italia compresa ovviamente. I più curiosi sono quelli donati da Paesi come la Thailandia o la Cina, che hanno riprodotto la Madonna secondo la loro tradizione artistica e culturale, con tanto di occhi a mandorla, vesti e fattezze orientali. Proprio come la Maria giapponese che è uno dei più bei mosaici dell’interno, dove le maniche della Vergine sono di puro oro e perle. Sono queste opere d’arte ad arricchire il vasto luogo di culto, dominato da un altare di fattura italiana. Da qui si scende al piano inferiore, decisamente più antico. Oltre alle vestigia delle chiese bizantine e crociate che furono erette qui, contiene il clou, quello per cui i pellegrini fanno la fila all’ingresso: la grotta dell’Annunciazione, dove Maria ebbe la visita dell’arcangelo Gabriele. Di sicuro effetto se si considera che al di là del cancello che separa il luogo dai pellegrini, appaiono alcune signorine addette alla manutenzione di bianco vestite, al punto che sembrano entità di un altro mondo, quasi angeliche.
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Accanto alla basilica, il museo francescano che contiene i ritrovamenti degli scavi archelogici e gli stessi scavi, dove si può avere una chiara visione di come si viveva al tempo di Gesù, e di come fosse questo villaggio arroccato sulle alture. Insomma, la versione originale di Nazareth, prima di entrare nella storia. Collegato alla Basilica dell’Annunciazione tramite un grazioso giardino, c’è l’altro luogo di culto importante di Nazareth: la chiesa di San Giuseppe. Anche questa è abbastanza moderna: risale al 1914, ed è stata costruita su quella che si ritiene essere la casa e la bottega di falegname di Giuseppe, dove Gesù avrebbe trascorso l’infanzia e avrebbe pure imparato il mestiere. Anche qui, al secondo livello, si possono ammirare le grotte del tempo che fu. A Nazareth, città araba più vasta di Israele, esistono una trentina di chiese cattoliche, conventi e monasteri. Ma per respirare l’aria originale del luogo è meglio una visita al suk, al mercato che si inerpica nei vicoli della città vecchia, tra bancarelle di frutta succulenta, abiti retrò, cianfrusaglie varie e souvenir religiosi. Per gli scettici e per chi volesse scoprire tutte le opzioni sulla vita di Cristo, c’è la Chiesa ortodossa dell’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele: un’elaborata chiesa del XVII secolo, sicuramente più suggestiva della basilica principale, ricca di affreschi e illuminata da candelieri dorati. La chiesa è stata eretta sopra il sito tradizionale del Pozzo di Maria, dove la Vergine avrebbe attinto acqua. Per questo la Chiesa greca ortodossa ritiene che sia questo il sito originale dell’Annunciazione. Come tutte le chiese della Terra Santa sorte su “qualcosa” legato a Gesù, l’importante è crederci con la Fede, la base storica è un optional.
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Nei dintorni di Nazareth, però, c’è un luogo che traspira spiritualità anche ai meno credenti, almeno per la calma che l’ovatta: il Monte Tabor. Qui, secondo i Vangeli, avvenne la trasfigurazione di Gesù. In epoca crociata, in cima al monte, alto circa 400 metri, fu costruito un monastero benedettino fortificato e ancora sventola la bandiera dei crociati sul portale d’ingresso in pietra, ancora esistente e chiamato Porta del Vento. Si supera questa entrata, ci si inoltra in un giardino ricco di rose e fiori, alternati a spazi per gli scavi archeologici, e si raggiunge la chiesa che domina il luogo. Ovviamente anche questa moderna, risalente ai primi del Novecento, fredda e poco comunicativa come molte altre in Terra Santa. Meglio concentrarsi sui panorami che offre il luogo e sulla visione mentale di quello che avrebbero potuto essere questo villaggio e questo monte nell’epoca di Gesù. E tralasciando i templi contemporanei, dove ogni scusa è venuta buona per edificare e commerciare nel nome di Cristo.
Come arrivare
Nazareth si trova circa 100 chilometri a nord di Tel Aviv e si raggiunge in auto o autobus. Sulla principale città israeliana dall’Italia esistono voli diretti Israir, El Al, Alitalia, Meridiana fly e Neos. Dalla Svizzera si arriva con El Al, Swiss e easyJet.
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